venerdì 7 marzo 2014

GRAZIE RABBINO: CI VOLEVA DAVVERO

Non se ne poteva più di alcune "semplificazioni" giornalistiche di Eugenio Scalfari sul Dio dell'Antico Testamento, su Gesù e il Dio dei cristiani. Eravamo giunti ad una tale banalizzazione da opporre il Dio "severo e vendicativo" dell'ebraismo  al Dio  dell'amore del Nuovo Testamento.
Continuando a leggere in questi mesi i vari dialoghi ospitati da Repubblica, mi sentivo percorso da un fiume di umorismo e una montagna di pregiudizi.
Questa banalizzazione, comprensibile in Scalfari, che è digiuno di strumenti storici ed ermeneutici per una rigorosa lettura del Testamento ebraico, purtroppo sopravvive anche in non pochi scritti teologici cristiani che vanno per la maggiore. La stessa predicazione cristiana è tuttora in larga parte prigioniera di questa falsificazione storica e teologica.
Poi si dà il detestabile vizio di alcuni intelletuali, anche seri, che pretendono di parlare di tutto.
La risposta del rabbino Riccardo Di Segni arriva puntuale su Repubblica di oggi 7 marzo: " Il Dio della Bibbia ebraica è giustizia e amore come possono attestare numerose fonti... E' il Dio misericordioso (Esodo 34,6) che perdona...Nulla avrebbe senso nell'ebraismo senza il perdono. E l'esortazione "ama il tuo prossimo come te stesso" è anche evangelica, ma viene dalla legge mosaica: Levitico19,18.
Che poi Gesù di Nazareth sia solo amore e non giustizia, in una melensa rappresentazione di comodo buonismo imperante, è tutto da dimostrare.
Ribadire questi concetti in questa sede sembrerebbe fuori luogo e senza senso, ma è proprio in questa sede che le vecchie teorie, banale luogo comune, sono state rispolverate  e riproposte per spiegare l'essenza della rivoluzione di papa Francesco.
Che evidentemente non in questo consiste. Ed è paradossale che, proprio mentre si cerca di cogliere il buono di una novità, ad incarnare il vecchio e il negativo ci sia l'ebraismo, che invece dovrebbe essere, per la ricchezza della sua tradizione, un compagnao ideale dei nuovi percorsi" ( Riccardo Di Segni, Repubblica 7 marzo, pp. 42-43).
Rimando alla lettura intera dell'articolo, ma intanto.... perdonatemi un po' di autocompiacimento: si tratta di osservazioni che scrivo da almeno 40 anni e che agli occhi gerarchici mi hanno reso più che sospetto.
Grazie, rabbino Di Segni, il suo intervento pacato e documentato aiuterà certamente molte persone ad uscire dalla palude dei luoghi comuni.
don Franco Barbero