mercoledì 19 marzo 2014

PER SENTIRSI A CASA


Val Pellice - La scrivania di Mariena Galetti, nella sede de "La bottega del possibile", è un puzzle di cartoline colorate, libri, poster e piccole casette stilizzate. Lei si aggiusta gli occhiali e ne trae una poesia, una definizione oppure una frase emozionante: "Stare nella propria casa e nel proprio paesaggio cura, protegge, rassicura. La casa è il luogo in cui ognuno mantiene un proprio progetto di vita".

Domiciliarità, oggi, è un termine che va di moda. Lo stanno usando perfino i manager che tagliano i posti letto in ospedale, dicendo che le persone vanno seguite a casa. Vero, ogni volta che è possibile: ma non certo in nome del mero risparmio. Casomai, per risparmiare in futuro, bisogna partire da un investimento: "I decisori devono mettere a disposizione risorse adeguate per aiutare le persone prioritariamente a domicilio - premette Galetti - con la consapevolezza che il sostegno alla domiciliarità esige una politica globale: che coinvolge, cioè, il diritto alla casa, i trasporti, la cura del territorio. Questo sistema è sostenibile solo se si fa rete: ognuno deve fare la sua parte, il pubblico, il privato sociale, le famiglie. Altrimenti, dopo, si piange".

La capacità di fare rete è uno dei principi fondanti de "La bottega del possibile", associazione di promozione sociale con quasi 180 soci sparsi in 12 regioni d'Italia. Nacque 20 anni fa, il 24 gennaio 1994, quando Mariena Galetti, giunta alla pensione decise di proseguire nell'impegno: "Non volevo si disperdesse quella rete di contatti che avevo creato con tante persone operanti nell'area sociale in senso vasto". Mariena Galetti aveva cominciato come assistente sociale nel 1951, in Mazzonis: aveva vissuto le dinamiche di fabbrica, fino al crollo di un sistema economico, basato sullo storico stabilimento che chiuse nel 1965. Nella valle dichiarata "area depressa" nacque - attraverso la Comunità montana - un sistema di servizi alla persona senza eguali, all'epoca, in Italia. "Nei primi anni '70 ideammo la figura dei visitatori domiciliari, che giravano il territorio con compiti di prevenzione. Oggi si chiamano Oss itineranti. Qui non ci sono più, altrove sembrano una grande novità", racconta Galetti, a lungo responsabile dei Servizi.

"La bottega", oggi, continua nel suo impegno: quello di creare cultura e occuparsi di formazione. "Riceviamo sempre più richieste, da tutta Italia, per mettere a disposizione le nostre competenze", conferma Galetti, che ha appena ricevuto una chiamata dal Comune di Genova.

Il calendario degli appuntamenti, ormai, è quasi interamente a Torino, nelle sedi di associazioni partner (info: www.bottegadelpossibile.it). Sul territorio, a S. Secondo (sala congressi di Villa Glicini) resta l'evento più importante, il "punto d'ascolto sulla domiciliarità", che quest'anno - il 30 e 31 maggio - sarà dedicato al tema "Abitare la domiciliarità. Le tante case possibili per promuovere libertà, solidarietà, autonomia". E poi, il 12 aprile, nella sede di viale Trento 9 a Torre, sarà ospite don Ciotti: "Festeggeremo insieme i nostri primi vent'anni".

(Daniele Arghittu, L'Eco del Chisone)