mercoledì 30 aprile 2014

IL PAPA: COMUNIONE AI DIVORZIATI NULLA DI MALE


Città del Vaticano - «Lei può fare la comunione senza problemi ». Questo avrebbe detto il Papa a una donna argentina, sposata civilmente con un marito divorziato dalle prime nozze, in una telefonata ricevuta nella loro abitazione il giorno di Pasquetta. Le chiamate di Francesco ormai sono sempre un evento.
Ma se l'argomento tocca ora la questione dei sacramenti da concedere alle persone unite in seconde nozze, un tema delicatissimo riguardante la dottrina, le parole del Pontefice possono avere un grande rilievo. Ieri il marito della donna, Julio Sabetta, residente a San Lorenzo, nella provincia di Santa Fè, ha così scritto sul suo profilo Facebook: «Oggi è accaduta una delle cose più belle dopo la nascita delle mie figlie: ho ricevuto a casa la telefonata nientemeno che di Papa Francesco ». Nel colloquio, Jorge Mario Bergoglio avrebbe detto che la signora Jakelin Lisbona, sposata da 19 anni con Julio dal quale ha avuto due figlie, può «prendere tranquillamente la comunione perché non sta facendo nulla di male».
La donna, tempo fa, aveva scritto una lettera al Papa. Il lunedì dell'Angelo, a mezzogiorno, la sorpresa della telefonata di Francesco, che si è presentato come «padre Bergoglio». Il Pontefice si è scusato per il ritardo e si è detto «commosso» dalla situazione, conversando per una decina di minuti. In un'intervista rilasciata poi ieri dalla donna a un'emittente argentina, la signora Jakelin ha detto di aver cercato, l'anno scorso, di accedere alla comunione. Ma il prete della parrocchia le avrebbe risposto che lei non avrebbe potuto nemmeno accedere al sacramento della confessione perché «quando tornavo a casa, sarei tornata a vivere nel peccato». Infine, ha svelato un dettaglio curioso: il sacerdote oggi non esercita più il suo ministero e ha chiesto il permesso di sposarsi.
Nell'intervista radiofonica la signora Lisbona ha detto che il Papa le avrebbe assicurato di «occuparsi dell'argomento» riguardante i divorziati risposati, riferendosi dunque alle prossime due assemblee del Sinodo dei Vescovi (nel 2014 e nel 2015). «Ha detto che la mia lettera gli sarebbe servita per occuparsi di questo tema». La Santa Sede non ha voluto fare commenti sull'autenticità della telefonata. Ma non ha nemmeno smentito la notizia. Per la Sala Stampa vaticana, si tratta di una comunicazione privata del Pontefice.

(Marco Ansaldo, Repubblica 24 aprile)