Da Livorno a Torino, da Milano a Roma, passando per Bologna, Vercelli e Piacenza. Presidi in una dozzina di citta, ieri, per il movimento «Rsu contro la Riforma Fornero». Si tratta di un folto gruppo di lavoratori e rappresentanti sindacali di circa 300 fabbriche, tra cui colossi come Electrolux ed Hera, per fare due nomi, che da un anno si sono mobilitati - con una petizione online che ha già superato le 3.000 firme, decine di assemblee in tutto il Paese, e una pagina Facebook che conta oltre 18mila consensi - per protestare contro le modifiche al sistema previdenziale impostate dal governo Monti. Le stesse che hanno creato il fenomeno degli «esodati», finiti "nel limbo" in età pre-pensionabile.
A Milano la manifestazione più partecipata. E stato improvvisato anche un corteo, che, dietro uno striscione rosso e giallo «Rsu contro la Fornero», si è mosso al grido di «Il diritto alla pensione non è reato, i lavoratori hanno già pagato». L'obiettivo sarebbe quello di far cambiare rotta al governo Renzi, intervenendo in particolare sull'età pensionabile, che i manifestanti vogliono ripristinare a 60 anni, o con 40 anni di contributi; la rivalutazione degli assegni che, come si legge sul volantino, «presto saranno a livelli da fame, meno del 50% dell'ultimo stipendio»; più garanzie contributive per disoccupati, licenziati e precari, che rischiano di non vederla mai, la pensione; la riforma dell'Inps, «facendo prima chiarezza sui conti». Augustin Bruno Breda, coordinatore nazionale del movimento, esemplifica: «All'Electrolux di Susegana (Treviso) in fabbrica ci sono persone di 60 anni in catena di montaggio, vi pare possibile? La colpa dell'impennata della disoccupazione è anche della Fornero, che impedisce ai "vecchi" di andare a casa, e lascia figli e nipoti senza lavoro».
A Roma un'ottantina di persone sotto al ministero del Lavoro, riferisce un altro coordinatore nazionale, Fabrizio Pilotti. Una delegazione è stata ricevuta da Luigi Caso, capo di gabinetto: «Non ci hanno nascosto che cancellare la Fornero non sarà semplice - osserva Pilotti -, l'intenzione è di smussarla, magari con norme particolari per i lavori più usuranti e risolvendo, caso per caso, l'enorme questione degli esodati». Si è parlato anche di sicurezza sul lavoro, con un «Decreto Palchi e Fiere» che dovrebbe cercare una maggiore tutela dei lavoratori impiegati negli appalti.
A Milano la manifestazione più partecipata. E stato improvvisato anche un corteo, che, dietro uno striscione rosso e giallo «Rsu contro la Fornero», si è mosso al grido di «Il diritto alla pensione non è reato, i lavoratori hanno già pagato». L'obiettivo sarebbe quello di far cambiare rotta al governo Renzi, intervenendo in particolare sull'età pensionabile, che i manifestanti vogliono ripristinare a 60 anni, o con 40 anni di contributi; la rivalutazione degli assegni che, come si legge sul volantino, «presto saranno a livelli da fame, meno del 50% dell'ultimo stipendio»; più garanzie contributive per disoccupati, licenziati e precari, che rischiano di non vederla mai, la pensione; la riforma dell'Inps, «facendo prima chiarezza sui conti». Augustin Bruno Breda, coordinatore nazionale del movimento, esemplifica: «All'Electrolux di Susegana (Treviso) in fabbrica ci sono persone di 60 anni in catena di montaggio, vi pare possibile? La colpa dell'impennata della disoccupazione è anche della Fornero, che impedisce ai "vecchi" di andare a casa, e lascia figli e nipoti senza lavoro».
A Roma un'ottantina di persone sotto al ministero del Lavoro, riferisce un altro coordinatore nazionale, Fabrizio Pilotti. Una delegazione è stata ricevuta da Luigi Caso, capo di gabinetto: «Non ci hanno nascosto che cancellare la Fornero non sarà semplice - osserva Pilotti -, l'intenzione è di smussarla, magari con norme particolari per i lavori più usuranti e risolvendo, caso per caso, l'enorme questione degli esodati». Si è parlato anche di sicurezza sul lavoro, con un «Decreto Palchi e Fiere» che dovrebbe cercare una maggiore tutela dei lavoratori impiegati negli appalti.