mercoledì 16 luglio 2014

L’Europa: un Commissario ad hoc per l’emigrazione

Pensando agli innumerevoli esseri umani in fuga dai loro Paesi non posso non chiedermi dove sia finito lo spirito nobile e altruista dell'Europa. Certamente é preferibile, per lo sfruttamento e per la speculazione, delocalizzare le nostre industrie nei Paesi più poveri che accogliere i poveri sulle nostre terre! Eppure basterebbe poco per rendere l'Europa a misura umana.
LUIGI REDAELLI


L'idea di un Commissario ad hoc dell'Ue potrebbe essere un primo passo importante per quel cambiamento di rotta così a lungo auspicato dai governi d'Ita1ia e di Spagna. Prendere coscienza del fatto che il viaggio di chi fugge la fame, la guerra e le persecuzioni è diretto verso l'Europa e non verso Lampedusa o verso l'Andalusia é particolarmente importante oggi, nel momento in cui l'Italia, con l'operazione Mare Nostrum, sta tenendo alta una bandiera di civiltà importante per tutti i paesi della Comunità. Se, come sembra lecito supporre, la proposta del nuovo presidente designato Junker nasce da un negoziato in cui (Renzi lo aveva detto chiaramente) bisognava parlare prima di programmi e poi di nomine, il passaggio successivo potrebbe (dovrebbe) essere quello di un'attribuzione a questo Commissario di risorse economiche e gestionali abbastanza importanti da dimostrare con i fatti che l'Europa intende far fronte in quanto tale agli impegni che le derivano dai Trattati e dalle Convenzioni internazionali. I Paesi africani hanno il diritto sacrosanto di chiedere aiuto a chi, dall'Europa, li ha colonizzati e sfruttati per secoli e i popoli europei hanno tutti insieme il dovere di riconoscere questo diritto. Aprendo una pagina nuova nella storia della regione che é stata, intorno al Mediterraneo, l'origine e la culla della nostra civiltà.
Luigi Cancrini

(L'Unità 2 luglio)