Roma
- A settembre, la scuola italiana avrà bisogno di più insegnanti di
Religione dello scorso anno. Duemila in più rispetto a dieci anni
fa. A certificarlo è l'organico dei docenti di Religione 2014/2015
del ministero. E se da un decennio a oggi nella scuola italiana tutto
(o quasi) presenta un segno rosso - dai finanziamenti per le attività
pomeridiane e accessorie agli organici dei docenti, dai bidelli al
personale di segreteria - l'unico settore che pare immune dalla
spending review è proprio quello dei docenti di Religione cattolica.
Che, nonostante l'inarrestabile calo degli alunni che seguono la
materia, aumentano.
Il
trucco c'è ma non si vede, verrebbe da dire. In passato, la Chiesa
cattolica forniva anche alle insegnanti curricolari che lo
richiedevano il lasciapassare per insegnare Religione. Ma da parecchi
anni questo non è più possibile. Così, andate in pensione le
maestre "tuttofare", le ore di Religione passano dunque
agli specialisti scelti dai vescovi. Ecco perché diventa necessario
reclutare nuove maestre di religione, in possesso dei requisiti
previsti dal concordato Stato-Chiesa del 1984.
Così,
mentre i primi di agosto in Italia impazzava la polemica sui
cosiddetti "Quota 96" - circa 4mila docenti che nel 2012
avevano già maturato i requisiti per andare in pensione ma, per
effetto di un errore nella legge Fornero, furono bloccati in classe
fino al compimento dei 67 anni di età - il governo approvava il
decreto con i posti complessivamente funzionanti per l'insegnamento
della Religione cattolica, che aumenteranno di 310 unità rispetto al
2013. A settembre dunque, il loro organico sfiorerà le 24mila unità:
un record. In poco più di un decennio la pianta organica degli
insegnanti di Religione è cresciuta del 9,3 per cento, passando da
21.951 cattedre alle 23.994 dell'anno scolastico che sta per
iniziare.
(Salvo
Intravaia, Repubblica 19 agosto)