giovedì 30 ottobre 2014

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA


I SANTI, QUELLI VERI



Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. (Matteo 5, 1-12).




Con una scelta teologica molto felice la commemorazione dei defunti e la festa dei santi sono state unite.

Nella tradizione cristiana assume grande importanza la "memoria" dei morti che il linguaggio liturgico chiama defunti. Questo vocabolo, che deriva dalla parola latina "de-fungor" (= decado dalla dalla mia funzione, ho finito il mio compito), esprime bene il senso della nostra responsabilità e il tempo limitato che ci è dato.

La nostra fede, in uno dei suoi cardini costitutivi, ci dice che con la morte "la mano passa a Dio". Noi non abbiamo alcun potere sulla morte, ma è Dio che ci accoglie nel mondo della resurrezione. Come fu per Gesù, così sarà per noi.

I vari linguaggi con cui la Scrittura ci annuncia la resurrezione hanno un significato preciso: i morti non cadono nel nulla, ma tornano all'ORIGINE di tutte le cose, alla sorgente della vita. Essi raggiungono il porto accogliente, entrando nella pienezza della vita che è Dio.

La Scrittura non ci dice il "come", non soddisfa le nostre comprensibili curiosità, ma ci annuncia la realtà che solo Dio può donarci.

I defunti, quindi, non vivono solo nel nostro ricordo, ma ricevono una "vita nuova" da Dio. Non mi interessa il come: mi affido totalmente a questa promessa del Dio fedele che ha resuscitato Gesù di Nazareth.

SANTO SUBITO?

La festa dei santi ci ricollega all'antica "memoria martirum", cioè al ricordo dei testimoni che ci hanno preceduto nel cammino della fede. E' proprio in questo cammino che abbiamo bisogno di una catena di testimoni, di sentirci in compagnia di queste donne e di questi uomini che hanno generosamente tentato di seguire le tracce di Gesù di Nazareth.

Sempre di più nei secoli, specialmente dopo la svolta costantiniana del quarto secolo, si costruì una modalità ambigua che sfociò in un degenere culto dei santi. Nel secondo millennio nacque addirittura la "fabbrica dei santi" che in vaticano è la congregazione per le cause dei santi.

Siamo andati molto lontano dal Vangelo. Come per i defunti nacque la deviante teologia del suffragio che produsse una vera e propria industria liturgica ( come documentai sul terreno storico e teologico nel libro "Quando i fratelli se ne vanno"), così le gerarchie cattoliche costruirono un vero e proprio calendario dei santi ufficiali, quelli canonizzati.

Ora siamo addirittura arrivati alla moda dei "santi subito" in cui la gerarchia cattolica celebra se stessa in pompose funzioni liturgiche di stampo sacral-imperiali.

Un papa che santifichi un suo predecessore mette una premessa alla sua stessa santificazione!

Guardando l'elenco ufficiale dei santi c'è da rabbrividire. Si trova un po' di tutto: carrieristi, inquisitori, sfruttatori, donnaioli, sterminatori di eretici....Spesso si tratta di una passerella di vanità, una combriccola di malfattori, una contraffazione della verità storica. Poi ci sono Francesco d'Assisi e tanti tanti altri che davvero hanno vissuto il Vangelo.

I santi "veri", quelli che il Vangelo proclama beati, per lo più sono quelli "senza aureola", quelli "fuori dal calendario", che non hanno avuto l'onore, i fumi e l'incenso degli altari. Spesso sono morti sul rogo, marciti nelle carceri degli inquisitori, ridotti alla fame e all'oblio....oppure hanno trascorso una vita che non ha fatto comparse.

Non lasciamoci distrarre dalle celebrazioni vaticane, dalle “santificazioni” in serie. Si tratta per lo più di fumo negli occhi, di cedimento alla vanità, di gloria mondana.

I santi che il Vangelo ci indica sono quelli “anonimi”, quelli che cercano ogni giorno di vivere praticando le beatitudini indicate da Gesù.

Ho conosciuto a migliaia di questi santi umili, costruttivi, solidali: donne e uomini che, con estrema semplicità, hanno realizzato una esistenza nella condivisione, perseveranti operatori di giustizia e di pace. Nel loro piccolo sentiero hanno sempre pensato in grande.

Su questa strada il Vangelo invita ciascuno e ciascuna di noi.









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