sabato 1 novembre 2014

ALLA SOGLIA DELL’EMERGENZA

Quanti bicchieri bisogna bere per avvicinarsi al rischio dell'alcolismo? I limiti massimi fissati dai medici sono due unità alcoliche al giorno per gli uomini e una per le donne: una volta passato questo confine non si è più bevitori normali ma si entra nella zona a rischio. La definizione tecnica di alcolismo infatti è malattia cronica recidivante, intesa come dipendenza. Significa che quando si smette di bere si sta male: i primi periodi di astinenza, dopo i quali si sente il bisogno di alcol, durano circa otto ore ma poi scendono progressivamente fino ad arrivane a mezz'ora circa. I sintomi sono sudori, vomito, cefalea, nausea e, nei casi più gravi, anche deliri allucinogeni. «Molte volte si comincia proprio con il famoso bicchiere di vino alla sera, per rilassarsi. Un altro comportamento da tenere d'occhio è l'abitudine di bere per attenuare l'ansia in momenti di forte stress», spiega Mauro Ceccanti, responsabile del Centro di riferimento alcologico della regione Lazio all'università della Sapienza. In Italia circa 1 persona su 4 (secondo i dati Istat 2013) consuma quotidianamente bevande alcoliche: il 51 ,6% beve vino, il 45,3% birra, il 39.9% superalcolici e liquori. L'Italia è anche uno dei paesi europei dove si inizia a bere prima: il primo bicchiere si beve a 11 anni, mentre la media Ue è di 14 anni. A.V.

(Repubblica 25 ottobre)