giovedì 20 novembre 2014

Ora i prof chiedono di tornare a studiare

Cosa vogliono davvero i professori? Tornare a studiare. Nei giorni in cui il governo si appresta a chiudere la discussione sulla sua ″Buona scuola", la Cisl di Torino presenta una ricerca intitolata ″Diritto di cittadinanza tra apprendimento e inclusione" che ha condotto coinvolgendo il 40 per cento delle scuole della provincia e oltre 220 tra docenti e presidi. Uno degli aspetti più curiosi che emergono è proprio il fatto che i professori vorrebbero tornare sui banchi: il 92 per cento degli intervistati ritiene infatti che la formazione continua sia un elemento indispensabile per insegnare ancora meglio. Non solo, ma 1'82 per cento considera fondamentale anche un'adeguata preparazione iniziale, ottenuta dopo i corsi universitari.
Anche perché gli ostacoli non mancano. Il ministero ha varato un ″Piano annuale dell'inclusività″, per favorire gli studenti che hanno dei ″bisogni educativi speciali″. L'insieme di mosse, però, non decolla perché c'è troppa burocrazia, come segnala il 97 per cento dei partecipanti al sondaggio. Che poi lamentano anche classi troppo numerose (96 per cento), uno scarso riconoscimento economico (94 per cento) , ma pure una certa mancanza di tempo (73 per cento). Queste criticità sono «espresse sia dai nuovi docenti che da quelli di lungo corso, che vedono crescere il gap generazionale», evidenzia Teresa Olivieri, segretaria provinciale della Cisl Scuola. Che commenta: «La nostra indagine racconta di una scuola già buona, che però ha voglia di migliorarsi». Rosa Mongillo, segretaria nazionale del sindacato, aggiunge che dalla ricerca «appare uno spaccato di una scuola reale, che vuole essere informato e formato. E questa scuola che va messa al centro: investire sul capitale umano è la miglior risposta alla crisi».
Stefano Parola

(Repubblica 13 novembre)