lunedì 24 novembre 2014

«PIÙ SI PARLA DI RELIGIONE…

…più si allontana una soluzione» dice lo scrittore israeliano Etgar Keret a proposito dell'incrudelirsi del conflitto in Palestina. Triste verità. Triste e paradossale: "religione" vorrebbe dire, etimologicamente, "ciò che lega insieme". Gli uomini ne hanno fatto un obbrobrioso veicolo di esclusione, discriminazione e ostilità reciproca. I nobili sforzi ecumenici di una minoranza di saggi di tutte le confessioni religiose è sopraffatto in ogni angolo del mondo dal fanatismo idiota e sadico di masse indottrinate da sacerdoti criminali, che usano il loro presunto Verbo come arma di supremazia politica e di sopraffazione razziale. Il concetto di "infedeli" è violento, violento quello di "popolo eletto", violento il suprematismo cristiano che ha sottomesso nei secoli i tre quarti del pianeta. Le tre religioni di Abramo grondano sangue. Lo spirito degli uomini, la loro ricerca di un collegamento ("religio") con la natura e con il mondo, il loro bisogno di concordia e di armonia non solo non trovano risposta nel dogma, ma ne sono costantemente impediti. Dove c'è dogma, non c'è ricerca. Guerra e religione sono sorelle, e il flebile lumino della coscienza laica, in quel falò, sparisce.

Michele Serra
(Repubblica 21 novembre)