lunedì 1 dicembre 2014

Addio al filosofo dell’ecologia

Cronache di anni sperduti s'intitolava l'autobiografia di Serge Moscovici, filosofo e sociologo francese, tra i fondatori della psicologia sociale europea. Moscovici, morto a Parigi due giorni fa all'età di 89 anni, aveva raccontato ai figli, tra cui l'attuale commissario agli affari economici Pierre, la sua movimentata vita, a cavallo tra ideologie, totalitarismi e culture: l'odissea di un giovane romeno, nato a Braila da una famiglia ebraica, colpito dalle persecuzioni antisemite e internato in un campo di lavori forzati durante la seconda guerra mondiale.
«Quel che ho visto - ha spiegato nel libro - ha offuscato per sempre la mia visione degli uomini». Moscovici era scappato nel 1948 in Francia. Alla Sorbona ha conseguito un dottorato in psicologia, specializzandosi poi in filosofia, antropologia e storia sociale. Negli anni '60 fu invitato negli Stati Uniti dall'Istituto per gli Studi Avanzati dell'Università dl Princeton, lavorò anche all'Università di Stanford e a Yale, prima di ritornare a Parigi per insegnare alla Ècole pratique des hautes études.
A partire dal 1968, assieme a Brice Lalonde e altri, fu coinvolto nella politica ecologista. Teorico delle rappresentazioni sociali e fondatore dell'eco1ogia politica, aveva studiato in particolare l'influenza sociale e i meccanismi delle scelte collettive in alcuni famosi saggi come Psicologia delle minoranze attive (Bollati-Boringhieri, 1981), La fabbrica degli dei, Saggio sulle passioni individuali e collettive (Il Mulino, 1991 ) , Le rappresentazioni sociali (Il Mulino, 2005), Sulla natura, per pensare l'ecologia» (Il Saggiatore, 2005).
Voce di primo piano nell'ambito della psicologia sociale europea, Moscovici ha posto al centro della propria riflessione le relazioni tra la natura e le società umane e all'interno di queste ha focalizzato in particolare l'analisi dell'influenza delle minoranze; così come il legame tra l' individuale e il collettivo, tra il soggetto e il sistema. Ha condotto studi fondamentali sull'influenzabilità delle masse da parte delle oligarchie dominanti.Nel2003 è stato insignito del Premio Balzan, cui ha fatto seguito nel 2010 il conferimento del Premio Nonino «a un maestro del nostro tempo». Direttore di studi dal1964 all'Ècole pratique des hautes études di Parigi, dove vi istituì la cattedra e il laboratorio di psicologia sociale, è stato professore (1980-95) alla New School for Social research di New York ed il primo presidente dell'Association européenne de psicologie sociale expérimentale.
Anais Ginori

(Repubblica 18 novembre)