domenica 21 dicembre 2014

REYHANEH JABBARI . 1988-2014

Reyhaneh Jabbari, 26 anni, è stata impiccata il 27 ottobre 2014 nel carcere di Teheran in cui era rinchiusa, per aver ucciso l'uomo che la stava violentando. Il relatore dell'Alto Commissariato per i diritti umani dell'Onu aveva denunciato che il processo del 2009 era stato viziato da molte irregolarità e non aveva tenuto conto del fatto che si era trattato di legittima difesa di fronte a un tentativo di stupro. Reyhaneh Jabbari era stata arrestata nel 2007, quando aveva 19 anni, per aver ucciso Morteza Abdolali Sarbandi, che l'avrebbe attirata nel suo appartamento con la scusa di offrirle un incarico e poi avrebbe tentato di abusare di lei. Il perdono della famiglia della vittima avrebbe salvato Reyhaneh dalla orca, ma il figlio dell'uomo ha chiesto che la donna negasse di aver subito un tentativo di stupro e lei si è sempre rifiutata di farlo. Vani i tanti appelli internazionali, tra i quali quelli del Papa e di tantissimi intellettuali.

L'ultima lettera di Reyhaneh: Mia dolce madre, l'unica che mi è cara più della vita, non voglio marcire sottoterra. Non voglio che i miei occhi o il mio giovane cuore diventino polvere. Prega perché venga disposto che non appena sarà stata impiccata il mio cuore, i miei reni, i miei occhi, le mie ossa e qualunque cosa possa essere trapiantata venga data a qualcuno che ne ha bisogno, come un dono. Non voglio che il mio destinatario conosca il mio nome, o che mi compri un mazzo di fiori o che preghi per me. Dal profondo del mio cuore ti dico che non voglio una tomba su cui tu puoi piangere. Non voglio che tu ti vesta di nero, fai il possibile per dimenticare questi giorni difficili. Dammi al vento che mi porti via.

Dal Monastero Carmelitano di Concenedo la voce di Cristiana Dobner, monaca di clausura: Si deve creare una rete di solidarietà reciproca, mutua, che ci affratelli nello slancio profondo verso la Luce che sconfigge le nebbie delle tenebre. Non abbiamo scampo... una giovane vita è stata brutalmente spenta ma la battaglia contro la pena di morte deve farne un trampolino di lancio, deve arrivare a conquistare tutti. Lo chiediamo tutti al Creatore di tutti con cuore orante.

Di fronte a Reyhaneh, eroica fino alla follia, che ha offerto la propria vita per difendere la verità, il proprio corpo per far vivere altri, a tutti noi una nuova ragione per una lotta di civiltà, non ci resta che meditare in silenzio e trarre conseguenze.

(Gianfranco Monaca, Tempi di fraternità)