sabato 10 gennaio 2015

Dupuis. La storia e l’esplorazione teologica

In questi giorni - a dieci anni dalla morte del teologo belga Jacques Dupuis - l'editrice Emi di Bologna pubblica il libro «J. Dupuis, Perché non sono eretico», testi dell'autore scritti a sua autodifesa, pubblicati postumi e commentati da William Burrows. Della teologia del pluralismo religioso si cominciò a parlare specialmente dopo il Concilio Vaticano II (documento Nostra Aetate) e dopo gli incontri e i dialoghi tra le religioni anche ad alto livello. E' in questo nuovo clima che si colloca l'attenzione per i volumi del teologo belga Jacques Dupuis, in particolare «Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso» (Cittadella 1989), «Il cristianesimo e le religioni» (Queriniana, 1997, 2001 ). Di Dupuis, venne unanimemente riconosciuta la serietà della ricerca, l'ampiezza della documentazione scientifica e la novità dell'esplorazione in un ambito fondamentale, per l'avvenire del dialogo interreligioso. Ma proprio quest'ultima novità, se da un lato rispondeva a un interesse inarrestabile, diventò bersaglio di accuse e generò una triste controversia, nel 2001, con la Congregazione della dottrina della fede. Si legge nel libro: « Se avessi detto, voluto dire o creduto quello che loro (la Congregazione per la dottrina della fede, ndr) mi attribuiscono, sarei davvero un eretico. Però non l'ho fatto». Il teologo/pioniere aveva cercato di muoversi, senza riuscirci sempre, nell'ambito dottrinale della Dominus Jesus. Riteneva possibile un salto qualitativo della teologia cristiana e cattolica delle religioni verso una valutazione teologica più positiva di esse e un atteggiamento più aperto nei confronti di loro seguaci. Tracciava un cammino affinché il messaggio cristiano mantenesse nel mondo multiculturale, e multireligioso di oggi, la sua credibilità. Cammino da continuare a esplorare.

(da Rocca 1 gennaio 2015)