Commento
ISAIA capitolo 56 versetti 1 – 12
Universalità
della fede
Questo
brano è incentrato sul carattere universale della parola di Dio. Più
precisamente questo capitolo di Isaia ci fa capire che la parola di
Dio è aperta a tutti i popoli ed anche a tutte quelle persone che
vengono giudicate diverse e inferiori in base a elementi superficiali
o luoghi comuni.
Questo
brano si riferisce in modo specifico agli stranieri e agli eunuchi,
che secondo parametri di giudizio discutibili potrebbero essere
esclusi dalla parola di Dio in quanto creature diverse. I popoli
stranieri vengono giudicati diversi semplicemente perché non fanno
parte del popolo d’Israele, mentre la diversità degli eunuchi è
evidente nelle loro condizioni fisiche, che non riflettono i
tradizionali modelli di virilità maschile.
Ma
Dio ascolta e accoglie anche i popoli stranieri e gli eunuchi che
celebrano Dio il sabato, agiscono secondo principi di giustizia e i
valori umani fondamentali, e sono disposti anche a compiere
sacrifici. E Dio ricompensa anche gli stranieri e gli eunuchi dando
loro la forza necessaria per affrontare i momenti difficili della
vita quotidiana e per evitare di compiere azioni malvagie.
Il
carattere universale della fede viene ribadito anche dopo il versetto
9: Dio si rivolge a tutte le creature di tutti i campi
e di tutte le foreste, anche a uomini e animali che non
vogliono o non riescono a comprendere le cose, e che si dimostrano
egoisti, avidi e insensibili. Il Signore si augura di brindare e
ubriacarsi anche con queste creature, anch’esse possono essere
salvate e redente. La parola di Dio può essere una guida
fondamentale anche per queste creature, che percorrono un loro
itinerario individuale, osservano solo regole personali che
giustificano le loro azioni malvagie.
Questa
idea di universalità della fede è molto attuale soprattutto in
quest’epoca, in cui le “diversità” sono più numerose e più
evidenti. La parola di Dio ha una forza così dirompente che può
unire e mettere sullo stesso livello persone che si diversificano
secondo l’etnia, il ceto sociale, il percorso esistenziale, le idee
politiche, l’orientamento sessuale; persone apparentemente
incompatibili, ma che possono trovare in Dio la stessa, unica guida.
Forse
tutte queste idee sembrano scontate. Però non bisogna mai
dimenticare che qualsiasi persona deve trovare stimoli positivi e
forti che li guidino nel corso del loro percorso esistenziale.
Secondo la mia modesta e personale opinione, tali stimoli sicuramente
possono provenire dalla parola di Dio, ma anche da autori letterari e
varie tendenze filosofiche. Insomma penso che non solo la religione
ma qualsiasi ambito della conoscenza può dare stimoli e
riferimenti decisivi a qualsiasi persona: persone
apparentemente apatiche e insensibili, che compiono azioni crudeli e
provocano sofferenze ad altri individui, ma che all’improvviso
ricevono stimoli e segnali che li aiutano a comprendere i propri
errori. Oppure anche persone che vengono isolate, insultate e
perseguitate a causa di pregiudizi, luoghi comuni e opinioni
superficiali che non vengono approfondite e smentite.
Qualsiasi
persona ha il diritto di trovare gli stimoli giusti che trasmettano
la forza di affrontare i momenti difficili e la volontà di mettere
in pratica, nella vita quotidiana, i valori umani e i principi morali
fondamentali.
Mauro Lorusso