domenica 1 febbraio 2015

Comunità cristiana di base di via Città di Gap, Pinerolo

NOTIZIARIO DELLA CASA DELL'ASCOLTO E DELLA PREGHIERA

N°10 febbraio '15


In evidenza:

     APPUNTAMENTI DI COMUNITA'

- 1/2, 8/2, 15/2 e 1/3: Eucarestie

- 2/2, 9/2, 16/2, 23/2: Gr. biblici a tema

- 23/2: Assemblea di programmazione

    NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

- 28/2: Incontro Scala di Giacobbe

- 21/2: Incontro adulti del gruppo "Primavera" di Rivalta su "Esodo"

     RECENSIONI

- L. Gruber Tempesta

     RECENSIONI

- Due contributi su ecoteologia

- La conversione di Paolo

- Punto estremo della venerazione…

    DALLA NOSTRA COMUNITA'

- Questa comunità

APPUNTAMENTI DI COMUNITA' (via Città di Gap 13 -II piano)

     DOMENICA 1 FEBBRAIO alle ore 10,15: eucarestia: la celebrazione sarà preparata dal gruppo biblico del lunedì sera.

     LUNEDI' 2, 9, 16 e 23 FEBBRAIO alle ore 16 e alle ore 21: gruppi biblici. Prima di affrontare alcuni scritti sapienziali, abbiamo deciso di dedicare i gruppi del mese di febbraio a quattro incontri tematici (proposti sia alle 16 che alle 21):

- 2 febbraio: "Rapporto tra fede e dogmi nella storia dell'esperienza cristiana".
- 9 febbraio: "Il pluralismo religioso: Dio è più grande del cristianesimo".
- 16 febbraio: Il fenomeno del fondamentalismo: Conoscerlo per entrare in dialogo. Come?
- 23 febbraio: "Noi e la nostra morte: la cultura dominante e la fede cristiana"

     DOMENICA 8 FEBBRAIO alle ore 10,15: eucarestia: a cura di Franco Barbero.

     DOMENICA 15 FEBBRAIO alle ore 10,15: eucarestia: la celebrazione sarà preparata dal gruppo biblico del lunedì pomeriggio.

     LUNEDI' 23 FEBBRAIO dalle ore 18 alle ore 19,30 - Assemblea mensile di programmazione: come sempre chi lo desidera può fermarsi a cenare in sede.

     DOMENICA 1 MARZO alle ore 10,15: eucarestia: sarà anche l'occasione per rivedere la nostra cara amica Francesca Giaccone, che preparerà la celebrazione.

ALCUNI APPUNTAMENTI con Franco Barbero

    VENERDI' 6 e 20 FEBBRAIO dalle ore 17,45 alle ore 19,15 – Corso biblico a Torino: presso la sede di via Principe Tommaso 4, proseguiamo la lettura del vangelo di Giovanni.

    SABATO 7 FEBBRAIO dalle ore 10 alle ore 12 a Pinerolo: presso la sede della cdb in via Città di Gap 13 si terrà il secondo incontro del corso di teologia pastorale.

    SABATO 21 FEBBRAIO dalle ore 16,30 alle ore 18 a Rivalta: ci incontriamo con gli adulti del gruppo "Primavera" per confrontarci sull'Esodo, presso la cascina "Filo d'erba" in via Roma 9 (vedi più avanti).

    DOMENICA 22 FEBBRAIO dalle ore 10 alle 15:30 - Incontro Comunità nascente di Torino in via Principe Tommaso 4. La giornata comunitaria prevede il seguente programma: accoglienza, eucarestia, pranzo autogestito, ricerca pomeridiana dalle ore 14 alle ore 16 su "morte e fine vita". Per informazioni: Anna Serafini 0131/264149.

    SABATO 28 FEBBRAIO – Incontro della Scala di Giacobbe a Pinerolo (vedi più avanti).

NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

La Scala di Giacobbe

Sabato 28 febbraio, alle ore 17, ci incontriamo presso la sede dell'ARCI (stradale Baudenasca 17, Pinerolo). Alle ore 19,30 cena autogestita presso il FAT (Vicolo Carceri 1). Alle ore 21 proiezione di un film a tematica LGBT.

Per ulteriori informazioni scrivere a lascaladigiacobbe@gmail.com

Iniziative contro l'omotransfobia

Il prossimo incontro organizzativo per proseguire nella preparazione delle iniziative di sensibilizzazione del territorio pinerolese sulle tematiche relative all'omofobia e alla transfobia si svolgerà giovedì 12 febbraio alle ore 17 presso la Casa dell'ascolto e della preghiera in via Città di Gap 13. Chiunque sia interessato/a a collaborare è benvenuto/a!

Gruppo "Primavera" di Rivalta

Incontri biblici mensili del gruppo adulti

- Sabato 17 gennaio ci siamo trovati a Rivalta per l'incontro biblico mensile. Dopo una breve introduzione di Franco Barbero ci siamo confrontati sull'intero libro della Genesi. Dopo la fase introduttiva sulla lettura biblica svolta a ottobre, novembre e dicembre 2014, si tratta della prima tappa di un percorso che prevede di dedicare ogni incontro mensile alla riflessione su un intero libro della Bibbia, per farsi un'idea sui "grandi racconti" biblici.

- Sabato 21 febbraio dalle ore 16:30 alle 18 ci incontreremo presso la cascina del "Filo d'erba" di Rivalta per la seconda tappa di questo percorso in cui affronteremo l'intero libro dell'Esodo. Oltre alla lettura del testo biblico proponiamo di leggere, prima dell'incontro, il libro di Lidia Maggi e Angelo Reginato, Liberté, egalité, fraternité. Il lettore, la storia e la Bibbia, ed. Claudiana, Milano 2014, pp. 146, € 11,50.

Per i consigli bibliografici generali, utilizzabili fino a giugno per l'intero percorso, si veda il notiziario di gennaio.

Incontri mensili di catechesi per i bimbi/e delle elementari e i ragazzi/e della scuola media

- Sabato 31 gennaio, presso la cascina del "Filo d'erba" di Rivalta, è stato affrontato il tema della "Passione nell'amicizia".

Il gruppo "elementari" ha fatto conoscenza dei personaggi biblici di Ruth e Noemi. La loro storia di amicizia ha ispirato il tema delle "impronte" che le persone significative hanno lasciato nella nostra vita. Impronte sono anche quelle che noi, con la nostra testimonianza, con il nostro supporto, la solidarietà, l'amicizia lasciamo nella vita degli altri.

Il gruppo medie invece ha proseguito il suo percorso riflettendo su alcuni brani dell'Esodo. In particolare si è discusso insieme sulla figura di Mosé e su come liberarci dalle oppressioni nel mondo attuale, a partire anche dagli stimoli offerti dal film di Wim Wenders sul fotografo Salgado, che il gruppo ha visto a Torino qualche mese fa.

Alla fine delle attività abbiamo cenato insieme.

- Il prossimo incontro è previsto per domenica 1 marzo a partire dalle ore 10, sempre presso la cascina del "Filo d'erba" di via Roma 9 a Rivalta.  A seguire pranzo comunitario (ognuno/a porta qualcosa).

Francesco Giusti

RECENSIONI (a cura di Fiorentina Charrier)

Lilli Gruber, Tempesta

Nel mese di gennaio ricorre, come ogni anno, il giorno della memoria (27 gennaio). Memoria di quella guerra che fu definita da sempre la più terribile carneficina dell'umanità del ventesimo secolo.

Per contribuire a fare memoria voglio riportare qui un brano tratto dal libro di Lilli Gruber "Tempesta", che narra la storia spesso dimenticata o meglio occultata del popolo sud-tirolese. Un popolo che viveva in un territorio che faceva parte dell'impero austro-ungarico fino alla fine della prima guerra mondiale, nel 1918, quando venne annesso all'Italia. Un popolo che ha vissuto quindi contraddizioni e sofferenze abissali per difendere la propria identità. Il libro documenta bene le sofferenze ed esperienze, a volte indicibili, di molte di queste persone (pagg. 227-228).

L'Autrice, nel suo "viaggio" della memoria, ha parlato con uomini e donne sopravvissute a questa terribile guerra e ogni racconto era una fatica, un dolore. Racconti sempre molto toccanti dove i "sentimenti di terrore, vergogna, rimorso" (p. 227) si alternano di continuo.

(pag. 228).

"Per continuare a vivere devi rimuovere la quotidiana bestialità della guerra. Vorrei che ci avessero detto invece la paura e la promiscuità, il freddo e la noia, il fetore dei corpi ancora vivi e quello insostenibile dei morti, la disumanizzazione totale. Allora avrebbero potuto mettere a tacere il racconto glorificante del cinema e della televisione. Avrebbero detto: la guerra non è un'epopea, un dovere da patrioti, non è un'avventura che forgia il carattere".

In libreria per Rizzoli editore, Milano 2014, pagg. 383, € 19,50

SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE

Caro papa, lascia stare il diavolo…

All'Angelus di ieri il papa è tornato a parlare del diavolo rivolgendo ai cristiani un appello all'unità: "Il diavolo, lo sappiamo, è il padre delle divisioni: è uno che crea le divisioni e le guerre e fa tanto male. Quello che voleva Gesù è l'unità di tutti... Che brutta cosa che i cristiani siano ancora divisi".

Il diavolo, caro papa, non è uno spirito tentatore, un essere reale, ma la metafora del male, il simbolo di tutti i mali. Lo dicono e lo scrivono tanti studiosi della Bibbia e su questi argomenti un po' di aggiornamento non farebbe male nemmeno a te.

Diavolo è un vocabolo espressivo, ma fare del diavolo uno spiritello tentatore, è umoristico e deresponsabilizzante.

Infatti, le "diavolerie", le divisioni e le guerre hanno cause umane, nostre; dobbiamo esserne consapevoli. E' troppo comodo scaricare sul conto del diavolo le nostre responsabilità.

Franco Barbero

La mistica profetica

"L'esperienza mistica, in quanto esperienza di una visione di completa riconciliazione di tutto con tutti e con tutto, non può trovarsi d'accordo con le contraddizioni ingiustamente esistenti nella nostra vita sociale.

Essa protesta in e attraverso la sua ricerca di una piena liberazione e di una onnicomprensiva riconciliazione, in modo radicale, anche contro le contraddizioni interne alla nostra società.

La mistica può perciò imboccare due direzioni: quella della fuga nell'interiorità, senza conseguenze per la società, oppure la direzione profetica, in cui mistica e profetismo sono intimamente e reciprocamente uniti. Proprio in questo l'incontro tra Oriente ed Occidente può diventare un incontro fecondo per la salvezza del mondo intero. […] Ci devono dunque essere centri di profezia e centri di mistica affinché, a lungo andare, i mistici diventino anche più profeti e i profeti diventino anche più mistici".

(tratto da Edward Schillebeeckx, Narrare il Vangelo, Queriniana, pag 234)

Saggezza e amore per la vita

E quando addentate una mela, ditele nel vostro cuore:

"I tuoi semi vivranno nel mio corpo,

e i tuoi germogli futuri sbocceranno nel mio cuore,

La loro fragranza sarà il mio respiro,

E insieme gioiremo in tutte le stagioni".

E quando in autunno raccogliete dalle vigne l'uva per il torchio, dite al vostro cuore:

"Io pure sarò vigna e per il torchio sarà colto il mio frutto,

E come vino nuovo sarò custodito in vasi eterni".

E quando d'inverno mescete il vino, per ogni coppa intonate un canto nel vostro cuore.

E fate in modo che vi sia in questo canto il ricordo dei giorni dell'autunno, della vigna e del torchio.

Due contributi sull'ecoteologia

Pubblichiamo nel seguito le sintesi di Carlo Bianchin di due saggi comparsi sul n. 46 di "Adista" (del 27 dicembre 2014)

Le leggi della fisica e l'immagine di Dio: parlare di Dio dopo Hawking (dal saggio del gesuita Guillermo Rodriguez Izquierdo "Parlare di Dio dopo Hawking")

S. Hawking celebre matematico e astrofisico inglese da anni condannato all'immobilità dall'atrofia muscolare progressiva afferma che per spiegare il Big Bang non è necessario Dio. La scienza da sola può giungere a conoscere l'origine del mondo elaborando una teoria del tutto con una equazione.

Di fronte a questa affermazione si possono avere reazioni contrastanti da parte dei credenti.

Introdurre Dio al confine di quello che ora conosciamo porta il rischio che il progresso  sempre auspicabile della scienza sottragga del terreno a Dio. Quando la scienza ne saprà di più non avremo più bisogno di Dio.

Una seconda reazione è pensare che tutto l'universo nel quale viviamo debba venire da una mente ordinatrice e creatrice, che avrebbe disposto le leggi della fisica facendo in modo che il mondo sia com'è.

Nel corso della storia della filosofia si confrontano due scuole di pensiero contrapposte.

La posizione idealista che pone alla base la mente il pensiero e la posizione empirista  che mette al primo posto la materia.

Nell'ottica materialista si pensa che tutto compreso il pensiero sorge dalla materia. Non è per la volontà di qualcuno che il mondo e noi esistiamo ma semplicemente perché dalla materia è sorto tutto ciò che esiste in un dato momento: dal big bang sarebbe seguita tutta la storia dell'universo.

Nell'ottica materialista interrogarsi sul perché, sul come, su chi non è altro che una malattia della mente.

Nella lingua inglese si usa il termine pointless per definire questa situazione, che vuol dire senza finalità, senza importanza, senza significato…

A conclusione possiamo affermare che o Dio non interessa o Dio non esiste.

Una terza reazione è quella che afferma che la fisica debba occuparsi solo di ciò che le è proprio e perciò non le compete parlare di Dio…

Quando Hawking parla di fisica le sue affermazioni sono di un genio, ma quando parla di Dio le sue opinioni non appartengono alla fisica. Egli stesso è conscio di esprimere una opinione.

Le tre reazioni sopra esposte ci aiutano a  comprendere che il Big Bang non  è la creazione del mondo ma è una spiegazione di come ha avuto origine l'universo.

Ma quando noi credenti parliamo di un Dio creatore del cielo e della terra diciamo qualcosa di diverso: Diciamo che tutto viene da un Amore che comunica se stesso. E questo non potrà mai scoprirlo o negarlo la fisica.

Oggi quanti credono in Dio dal cui amore proveniamo, sono consapevoli del fatto  che ciò che esiste in questo mondo è frutto del caso e della necessità. Questo ci trasmette oggi la scienza e questo ci offre una visione del mondo diversa da quella ingenua del passato.

Non abbiamo le risposte per tutte le domande né pretendiamo che Dio sia la risposta che sostituisca quella che non abbiamo; crediamo però che l'Amore e l'intelligenza (che la Bibbia chiama la Sapienza, il Logos) che erano al principio, accompagnino tutto il processo, giungano fino a noi e continueranno ad essere realtà dopo che il Sole avrà esaurito la sua fonte di energia.

Un nuovo cristianesimo in un mondo in evoluzione in Teilhard de Chardin (dal saggio della teologa americana suor Ilia Delio)

In un articolo  del 1936 Teilhard de Chardin constatava che il cristianesimo si trovava di fronte a un nuovo mondo, frutto delle scoperte della scienza, in particolare dell'evoluzionismo e della fisica dei quanti.

Egli sentiva che il cristianesimo aveva qualcosa di vitale da offrire se fosse riuscito ad abbandonare la sua cornice medioevale e a prendere coscienza di un mondo sempre più orientato dalla scienza.

Le scoperte di Darwin e di Einstein offrivano un nuovo senso del mistero dell'universo, un'apertura della religione dall'individuo al tutto. La scienza moderna offriva una nuova comprensione dello spazio e del tempo; di conseguenza era necessario mettere da parte la vecchia forma del cristianesimo e assumere il mondo come il luogo in cui trovare Dio, se si voleva ridare vigore al Vangelo nella nostra epoca.

"Se Agostino è stato in grado di parlare in termini teologici in un mondo condizionato dal platonismo, se Tommaso è riuscito a costruire una teologia basata sulle categorie di Aristotele, è possibile alla teologia contemporanea fare una cosa analoga assumendo la visione del mondo proveniente dalle scienze?"

La chiave della nuova visione religiosa di Teilhard è l'evoluzione, non vi sono entità fisse per sempre. La natura è costantemente orientata a una vita nuova e complessa. L'essere umano non è l'eccezione rispetto alla evoluzione, ma la sua ricapitolazione. Julian Huxley afferma: "Non siamo nient'altro che evoluzione divenuta consapevole di se stessa".

Teilhard era affascinato dalla capacità intrinseca della natura di realizzare unione. Gli esseri si uniscono e formano nuovi livelli di interdipendenza e nella misura in cui questi si fanno più complessi la coscienza aumenta. Egli chiamava questa forza di attrazione "energia dell'amore". Se non vi fosse stata una propensione intrinseca all'unione anche ad un livello rudimentale, come avviene nella molecola stessa, sarebbe stato fisicamente impossibile all'amore di apparire in una forma superiore come quella dell'essere umano.

Teilhard seguiva anche da vicino la nuova fisica, il regno subatomico dei quanti e parlava di spirito e materia come di due forze di energia che compongono il tutto. Nel mondo, diceva, tutto ciò che esiste è materia che diviene spirito. La materia non è una cosa in sé ma un forma concentrata di energia con massa e peso.

L'essere per lui significa "essere uniti", ne consegue quindi un cambio dalla metafisica dell'essere che presuppone stabilità, ad una metafisica dell'unità. Il fondamento dell'esistenza non è più  l'essere in sé, ma la relazionalità, ciò che diventa, perché l'unione è sempre in vista di un maggior essere.

Al riguardo Teilhard conia il termine iperfisica per descrivere un principio di maggior essere, che va oltre  una metafisica statica dell'essere. Per Teilhard la nuova concezione dell'universo riguarda anche la nostra comprensione di Dio.

La visione tradizionale di Dio e della creazione è inadeguata alla realtà dell'evoluzione.

Nel caso di un mondo statico il creatore è strutturalmente indipendente dalla sua opera, nel caso di un mondo in evoluzione avviene il contrario.

Dio non è un essere sovrannaturale che volteggia sulla Terra, ma è l'Omega che esiste in tutto e attraverso tutto. Dio e la creazione sono così essenzialmente uniti che Teilhard non parla di creatore ma di unione creativa. Creazione non è un atto, un evento ma una relazione, una kenosis dell'amore divino. "Dio non si trova nell'opposizione alla materia (anti-materia) o a prescindere dalla materia (extra-materia) ma attraverso la materia (trans-materia). L'unione con Dio si realizza solo passando attraverso la materia ed emergendo da essa.

 (a cura di Carlo Bianchin, del gruppo "Sconfinati" di Torino)

La conversione di Paolo

L'equivoco della "festa della conversione di Paolo" continua nella predicazione cristiana come se Paolo sulla via di Damasco fosse diventato cristiano.

"Bisogna, anzitutto, dire che Paolo non si è mai convertito. Certo, egli ha operato nella sua vita a un certo punto un cambiamento radicale e i grandi pittori dell'età moderna, nei loro dipinti, ci rappresentano plasticamente molto bene questo cambiamento. Paolo però non definisce mai il suo cambiamento di vita e di idee come una conversione...

Paolo quindi, non cambia religione per credere in Gesù, ma, al contrario, diventa seguace di Gesù proprio perché rimane nella sua religione di prima e di sempre.

Il Dio che gli rivela Gesù è il Dio biblico ebraico in cui egli credeva prima... In sostanza, l'idea che emerge dalle ricerche recenti, è che Paolo vive e interpreta l'esperienza della rivelazione che cambia la sua vita come un fatto interno alla sua esperienza giudaica.

Non si tratta di qualcosa che lo faccia uscire dal giudaismo, ma invece di qualcosa che lo orienta a prendere una strada precisa all'interno del giudaismo stesso.

La rivelazione di Damasco cambia da alcuni punti di vista il suo modo di essere giudeo, ma in nessun modo lo attenua  e tanto meno lo abolisce e neppure lo pone in crisi" ( Mauro Pesce, L'esperienza religiosa di Paolo, Morcelliana)

Lo stesso Autore sottolinea che "Non si può dire che Paolo si sia convertito....Paolo non è un cristiano, ma un ebreo" ( A. Destro e M. Pesce) e tale resterà per tutta la sua vita: "la conversione di Paolo è non dal giudaismo al cristianesimo perché questi termini non significavano ancora qualcosa in contrasto l'uno con l'altro" (Bruce Chilton).

"Sono convinto che in Paolo non vi sia nulla che travalichi la cultura giudaica e che egli viva in un momento in cui i seguaci di Gesù non fanno parte ancora di una religione diversa da quella giudaica" (Mauro Pesce).

Ho dato grande rilievo a queste ricerche di centinaia di studiosi della Bibbia, convergenti sulle posizioni di Mauro Pesce, perché dal papa al parroco della mia città oggi si continua a celebrare la festa della conversione di Paolo in un senso fallace ed antistorico, come se Paolo fosse passato dal giudaismo al cristianesimo.

Si tratta di semplificazioni che le ricerche storiche e bibliche smentiscono severamente. Paolo ha ricevuto la vocazione di convertirsi dentro il giudaismo per aprirlo agli orizzonti  insiti nel messaggio di Gesù.

Non si è mai fatto cristiano. Alcune Bibbie fortunatamente hanno sostituito il titolo del cap. 9 di Atti con "la vocazione di Saulo". E' già un primo passo.

Franco Barbero

Il punto estremo della venerazione per Maometto, uomo perfetto da imitare

Afferma il Corano che «Voi (si riferisce agli uomini tutti) avete nel Messaggero di Dio (cioè Muhammad / Maometto) un esempio buono per chiunque speri in Dio e nell'ultimo giorno e molto menzioni Iddio» (33,21).

Dunque, Muhammad costituisce il punto di riferimento per l'azione del credente, a tal punto che la sua imitazione risulta indispensabile per conseguire la salvezza eterna.
Il grande teologo medievale al-Ghazali (m. 1111) diceva che l'imitazione del Profeta purifica l'esteriorità del credente per renderlo idoneo alla purificazione interiore dell'anima. Così bisogna fare come il Profeta anche nei gesti quotidiani della vita, come lo scendere dal letto o il tagliarsi le unghie o il non mangiare cibi che lui non consumava. E non bisogna sorridere di ciò, ammoniva al-Ghazali, perché nessuno può pretendere di essere puro dentro se non osserva un comportamento esteriore adeguato. E siccome Muhammad è stato l'uomo perfetto, si capisce quanta importanza abbia la sua sunna (ovvero il suo modo di essere e di pensare).

La venerazione per il Profeta ha raggiunto nell'Islam punti estremi. Alcuni mistici lo hanno descritto come il compasso che equilibra l'ordinamento cosmico. Vi è una tradizione mistico-teologica secondo la quale dalla pre-eternità esiste una sostanza muhammadica che costituisce in certo senso il modello della profezia, cui tutti gli altri profeti riconosciuti dalla tradizione islamica (come Adamo, Noè, Abramo, Mose, Gesù...) si sono conformati. E' importante ricordare che queste esagerazioni, che arrivano quasi alla divinizzazione di Muhammad, non sono coraniche, ma sono state elaborate nei secoli dalla pietà musulmana. Il Corano, da parte sua, dice più volte che Muhammad è solo un uomo con capacità e abilità ordinarie (per esempio 7, 188 e molti altri luoghi ancora), sebbene abbia avuto il dono straordinario di ricevere in modo diretto la rivelazione.

I musulmani, sulla base di un oscuro accenno coranico (capitolo 7, 157-158), credono che Muhammad fosse analfabeta e ciò per dimostrare la veridicità della sua missione profetica: com'è possibile, infatti, che un uomo analfabeta abbia potuto ricevere e recitare un Libro cosi santo e perfetto come il Corano se non per miracolo di Dio? La stessa festa del compleanno del Profeta (mawlid), oggi molto sentita dai musulmani, fu istituita tardi, su imitazione del natale cristiano, e non esisteva nei primi tempi dell'Islam.

Quanto detto spiega come mai molti musulmani si possano sentire profondamente feriti e offesi da vignette satiriche che dileggiano il loro Profeta. Da una parte, tengo a precisare che a mio avviso il dileggio dei personaggi sacri delle altre religioni non rappresenta in alcun modo ″liberta di pensiero″. Dall'altra, un musulmano non si permetterebbe mai di dileggiare Gesù Cristo, proprio perché lo ritiene un grandissimo profeta inserito nella storia della rivelazione. La questione è ulteriormente complicata dal divieto di raffigurare la persona di Muhammad.

E' ben noto che l'Islam, come del resto l'Ebraismo, proibisce di farsi rappresentazioni di Dio: disegnare Dio come ha fatto Michelangelo nella Cappella Sistina è, per un ebreo o un musulmano, un'empietà blasfema. Nell'Ebraismo si arriva al punto di vietare la pronuncia del nome stesso di Dio (il tetragramma YHWH) sostituendolo con altre espressioni lecite. Per analogia, la regola è che neppure Muhammad possa essere raffigurato. Questo non vuol dire che nell'Islam non ci sia stata una tradizione iconica che ha voluto rappresentare il Profeta. Ma caratteristicamente si tratta di una tradizione tarda e non araba (oserei dire non semitica, tenendo conto che arabi ed ebrei sono entrambi semiti).

Sono stati, infatti, prima i persiani e poi i turchi ad ammettere, soprattutto nelle loro miniature, la possibilità di raffigurare il corpo di Muhammad. Solo il corpo, però, non la testa, il volto, che viene sostituito da una fiamma. Oggidì, in alcuni paesi musulmani come l'Iran, circolano «immaginette» che riproducono un presunto, bellissimo, volto di un Muhammad giovane e sorridente. Naturalmente, nessuna raffigurazione del genere è ammessa in moschea, le cui pareti possono ospitare solo i grafemi artistici della calligrafia araba, e questo, ovviamente, non solo per gli arabi, ma anche per i persiani e i turchi.

Questa è  anche la ragione per cui la cinematografia musulmana, pur assai prolifica, dall'Egitto all'Iran, non abbia mai girato un film sul Profeta, laddove moltissime pellicole sono state girate in Occidente con Gesù, regolarmente mostrato, come protagonista. Un'unica volta un regista siriano ha osato raccontare al cinema la vita di Muhammad (il film si intitola Il messaggio), ma, a parte il fatto che la pellicola sostanzialmente non ha circolato nei paesi musulmani ed è stata vista da pochissime persone per una sorta di naturale ritrosia, il regista ha dovuto escogitare trucchi diversi per non mostrare in alcun modo la persona del Profeta. Ancor di più, si comprende perché la sensibilità musulmana riguardo alle vignette satiriche sia stata provocata. L'irrisione del Profeta è una blasfemia che offende sanguinosamente la coscienza del credente. Ciò, è ovvio, non giustifica né il terrorismo né l'omicidio, ma può costituire un motivo di profonda rabbia per un estremista, già convinto, a ragione o a torto, che1'Occidentelo colonizzi e lo sfrutti. Peraltro, è difficile trovare giustificazione per la punizione della blasfemia nei testi sacri. Innanzitutto, bisogna ricordare che la bestemmia è inesistente nell'Islam; è un non-problema.

Nessuno, nemmeno un ateo convinto, si permetterebbe di bestemmiare il nome di Dio o di Muhammad. La pronuncia continua, rimata, del nome di Dio (Allah) è, anzi, un mezzo assai praticato per entrare in comunicazione spirituale con Lui. Si spiega così perché il Corano (almeno per quanto io lo conosco - ma il Corano è un oceano senza limiti, come dice al-Ghazali) non si occupa neppure di denunciare e sanzionare la blasfemia. Piuttosto, il Corano si occupa più di una volta di denunciare l'apostasia, l'abbandono della religione. Ma anche in questo caso, non prevede alcuna punizione «fisica».

Sarà Dio nell'aldilà, al momento del giudizio, a sanzionare l'apostata con la punizione che vorrà. Alcuni dottori conservatori, già nel Medioevo, hanno invece deciso che l'apostasia sia passibile di pena di morte: ma appunto, non vi è alcuna base coranica per giustificare una simile prescrizione. E lo stesso vale per la blasfemia.

L'estremista che pretenderebbe di punire con la morte l'autore blasfemo di una vignetta satirica non troverebbe conforto dottrinale nel Corano.

Massimo Campanini (da "Il Manifesto" del 16 gennaio)

 

DALLA NOSTRA COMUNITA'

Saluti e auguri

Non vi dimentichiamo... Elsa si sente parte della comunità e non cessa di farcelo capire. Sei sempre nei nostri cuori. Lucia e Maria, le mamme di Franca e Maria Grazia , sono in una fase difficile. Vi ricordiamo ad ogni incontro e siamo vicini a Franca e a Maria Grazia. Buone notizie da Elvio e Anna Maria. Maria Franca ci saluta e ha con alcuni/e di noi la linea diretta. Auguri anche alla sua mamma Erminia.

 

E sono 80

In splendida forma e con la consueta disponibilità umana ed evangelica, Tonino Cau ha varcato la soglia degli 80 anni. Ida, Anna, Chiara e la comunità di Olbia hanno festeggiato, lodando Dio per il dono grande di Tonino e Ida, il loro amore e la loro fede.

La nostra comunità e quella "nascente" di Torino vorrebbero festeggiarlo in una giornata che trascorreremo insieme la domenica 29 marzo in via Principe Tommaso 4.

Cari Tonino e Ida, riuscite a farci questo regalo? La nostra comunità propone in questa giornata di festa inter-comunitaria di realizzare nel pomeriggio dalle 14 alle 16 un confronto su "Il posto della preghiera nella nostra vita personale" raccogliendo la richiesta di Walter Primo.

"Mi ha detto ti voglio bene"

"E' stata la prima volta. Dopo avermi accarezzata sui capelli, per la prima volta mio figlio, a 48 anni, mi ha detto "Mamma, ti voglio tanto bene". Lo sapevo, ma sentirselo dire è un'altra cosa... E, anche per lui, timido, essere arrivato a dirmelo, deve essere stato emozionante".

M.B. (in comunità durante il gruppo biblico del 26 gennaio)

 

Questa comunità

  • Siamo in cammino. La lettura del Vangelo di Giovanni, che abbiamo appena terminato, è stata molto impegnativa, ma altrettanto nutriente. Il genere letterario è stato a volte anche pesante, ma ci siamo forniti di alcune nuove chiavi di lettura davvero liberanti. Sovente nel gruppo si è  misurato e raccontato il punto dal quale eravamo partiti per rallegrarci umilmente del fatto che una seria lettura biblica ci ha portati fuori dalla prigione dei dogmi  e a vivere una fede che è fonte di gioia, di forza e di libertà.
  • Sì, ma come viviamo? Come il nostro vivere quotidiano è gioiosamente sobrio, più concretamente legato alla vita e ai ritmi della "povera gente"? Come riusciamo a darci delle priorità che ci liberino dal superfluo e dalle frivolezze?
  • La raccolta di solidarietà per una scuola di Moncalieri ha funzionato. La rete Pinerolo, Miradolo, Alessandria ha raccolto oltre mille euro e una notevole quantità di cibi e di indumenti. Forse sarà bene tenere i contatti anche in futuro per altre occasioni.
  • In prima pagina trovate la presentazione di una iniziativa di grande importanza per la nostra comunità. Per almeno 4 settimane, prima di riprendere la lettura di un testo biblico, ci dedicheremo all'approfondimento di temi  che nei gruppi sono emersi con l'esigenza di alcuni stimoli  per una conoscenza più profonda. Ogni incontro inizia con una introduzione a più voci.

Il nostro notiziario

Diversi lettori ricevono ormai via e-mail questo notiziario. Abbiamo così ridotto il numero di copie cartacee stampate. I precedenti numeri sono esauriti. Chi desidera riceverlo via mail ci risparmia una spesa piuttosto consistente. Contattare Francesco (giupaz@tin.it; 320-0842573)

 

 

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