lunedì 9 febbraio 2015

don Giorgio de Capitani

Riporto da Adista del 17 gennaio, un pensiero di don Giorgio. Io che sono un ammiratore di papa Francesco come persona, condivido le riflessioni di don Giorgio de Capitani almeno al 95%.

"Il 'fenomeno' Bergoglio come una bolla di sapone?", titola don Giorgio de Capitani, vulcanico prete progressista milanese, da anni animatore di un sito internet (www.dongiorgio.it). In un lungo saggio pubblicato sulla home page don Giorgio riflette sulla novità, a suo giudizio del tutto apparente, del pontificato di Francesco: «La Chiesa pensa solo a salvare se stessa, anche con questo papa, che solo apparentemente si presenta come progressista, ma che in realtà e il più tradizionalista degli ultimi tempi. La Chiesa mi fa paura più dello Stato, che (lo si vede benissimo) sta almeno lottando - nei suoi uomini migliori - per risolvere una crisi che sembra interminabile. E la Chiesa, eccola godersi un momento felice, pensando di essere uscita dalla tempesta. Ma l'apparenza durerà poco: l'inganno di questo papa lo si vede già, lo si vede dalla "contingente realtà", che è la medesima di prima, peggiore di quella precedente, solo per il fatto che nulla è cambiato». «Il difetto di questo papa - prosegue il presbitero - sta proprio qui: nell'essere un "fenomeno", uno che sta suscitando delle illusioni». Ma al fondo, «nulla in questi anni è cambiato nella Chiesa. Qualche riverniciatura. Ogni tanto qualche rimprovero a destra e a sinistra. E poi, tutto come prima. Qualche battuta più o meno felice, che fa mandare in visibilio i giornalisti ignorantotti nel campo della fede, o pronti al dialogo con l'acqua santa. Per fare colpo. Per vantarsi. E tutti esultano come se il papa, oltre alle battute, facesse sul serio». «Ma la Chiesa resta sempre al palo di un dogmatismo dottrinale e moralistico dei vecchi tempi».

E' sul versante della ″rivoluzione dogmatico-strutturale″ che papa Francesco è fermo. Le sue sono parole per il bene della Chiesa.
Franco Barbero