domenica 19 aprile 2015

Si accende lo “stargate” e vedremo mondi mai visti

Uno «stargate» per rompere l'abbraccio incantato della realtà ed entrare in un'altra dimensione inesplorata. E studiare una fisica estrema, che le teorie di oggi non sanno spiegare.
L'immagine è di Fernando Ferroni, presidente dell'Infn, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Lui è tra le migliaia di studiosi che si fanno trascinare dall'emozione del momento: il super-acceleratore «Lhc» del Cern di Ginevra sta per ripartire, dando il via a una serie di nuovi esperimenti. E ad accendere lo «stargate» (non appena risolto l'imprevisto di un frammento metallico all'interno della macchina) sarà il famoso bosone di Higgs, individuato nel 2012 e che continua a racchiudere molti misteri. Saranno i poteri di questa particella, con ogni probabilità, a dischiudere l'«altra dimensione» della fisica.
Il segreto dell'avventura sta nelle energie che si scatenano. Se l'Universo che osserviamo con fatica e meraviglia è nato da un «Big Bang», il super-acceleratore cercherà di approssimarsi ancora di più alle condizioni originarie del cosmo, arrivando al record di 13 miliardi di elettronvolt, una potenza mai raggiunta. Così, nell'anello sotterraneo di 27 km, potranno verificarsi fino a 1600 milioni di interazioni al secondo: una folla di «eventi», ricchissimi di informazioni inedite. Sufficienti per guardare oltre il Modello Standard, la teoria che rivela molte cose della nostra realtà, ma che non ne sa interpretare molte altre.
«Si prepara una battuta di pesca straordinaria: speriamo che vengano su dei grossi pesci», ha detto Sergio Bertolucci, direttore scientifico del Cern. Un esemplare imponente potrebbe essere legato alla materia oscura, che - come suggerisce il termine - è ancora indecifrabile, sebbene occupi almeno il 25% dell'Universo. Un'altra ghiotta preda, poi, potrebbe avere una «liason» con la supersimmetria, la teoria nota nel gergo scherzoso dei fisici come «Susy» e secondo la quale ogni particella dovrebbe possederne una speculare e nascosta, ma di massa maggiore. E un ulteriore pesce da catturare potrebbe avere a che fare con la materia primordiale: gli scienziati lo descrivono come un «liquido perfetto» di quark e gluoni, generatosi un milionesimo di secondo dopo il Big Bang.
E non basta. La pesca miracolosa di cui parla Bertolucci si spinge a così vertiginose profondità da lambire gli enigmatici rapporti tra materia e antimateria (perché la prima ha prevalso sulla seconda, forse già un miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang?) e anche la possibile esistenza di altre dimensioni: arrivati a questo punto, sembrerebbe di navigare negli oceani della fantascienza, ma non è così. C'è infatti chi ipotizza che l'esistenza di quei mondi esotici - «extra», appunto - rappresentino la risposta a un ennesimo e ingombrante interrogativo: perché la gravitazione è più labile rispetto alle altre forze fondamentali, vale a dire l'elettromagnetica, la nucleare debole e la nucleare forte?
«Resettato», con tante modifiche, dai magneti al sistema criogenico, ora tocca al super-performante (ma delicato) «Lhc». «Siamo emozionati», ha sintetizzato il direttore generale del Cern Rolf Heuer. Non è difficile dargli ragione.
Gabriele Beccaria

(La Stampa 1 aprile)