venerdì 29 maggio 2015

MINORANZA MUSULMANA PERSEGUITATA

 Sono gli invisibili, il popolo fantasma. Minoranza musulmana che in Myanmar (Birmania) non ha diritto alla cittadinanza, né a viaggiare senza l’autorizzazione della giunta militare, né a possedere terreni. Origine incerta, persecuzione secolare. Da settimane migliaia di profughi Rohingya che si avventurano nel Golfo del Bengala e prendono il largo su barconi di fortuna vengono respin-ti da Thailandia, Indonesia, Austra-lia… in silenzio. Il governo malese ha annunciato di aver trovato almeno 17 fosse comuni scavate dai trafficanti di uomini. Ieri li ha ricordati papa Francesco: «Quando si avvicinano a terra ricevono un po’ di cibo e sono rispediti in mare. Per loro ho pianto, come per le malattie rare, come per i bambini malati».

 Dopo le parole del Papa, il governo cattolico delle Filippine ha annunciato che fornirà assistenza alle vittime dei trafficanti asiatici anche se non ha specificato come. Altri segnali che qualcosa si sta muovendo vengono dalla dichiarazione con la quale il ministro dell'Interno malese ha invitato le Ong "di ogni razza e religione" ad aiutare i migranti abbandonati in mare. Anche il governo birmano ha espresso per la prima volta "preoccupazione" sulla sorte dei profughi, in gran parte partiti proprio dalle sue coste per fuggire ai pogrom buddisti. Ma aldilà della buona volontà dei singoli Stati, sarà l'esito dell'incontro di oggi a Bangkok a far capire se, a differenza dei governi di Bruxelles che hanno maggiori vincoli comuni, i membri dell'Asean sapranno rispondere uniti e solidali all'emergenza che occupa da settimane le prime pagine di tutti i giornali.