venerdì 12 giugno 2015

DALLA CULTURA AL TURISMO

Cultura e turismo, e dunque capacità di attrarre visitatori, sia italiani sia stranieri, e di soddisfare le loro aspettative. Sono gli atout di Piero Fassino, e fors'anche gli ingredienti dei quali i torinesi si sentono più orgogliosi. E in generale alla domanda "come sarà Torino fra due o tre anni?" il 58% degli intervistati risponde "migliore di oggi" nel dicembre 2013 era il 46%. Segno di fiducia.

Che Torino sia diventata una città di cultura lo pensano soprattutto gli uomini, i più adulti rispetto ai più giovani, cioè chi è in grado di fare paragoni, chi ha conosciuto Torino del pre-Olimpiadi e può paragonarla a quella di oggi. Alla domanda sul miglioramento della città nell'organizzazione degli eventi ha risposto "sì" il 74%.
Piacciono le grandi mostre nei musei, i festival, i concerti in piazza, e la percentuale sale al 79% se si considerano solo gli adulti, e addirittura all'80% se si considerano soltanto i maschi. Giovani e anziani sono più scettici ma comunque ottimisti: 71% i primi, 70 i secondi. Solo il 12% incida che Torino non è "né migliorata né peggiorata" e solo l'8% ritiene che ci sia stato un peggioramento.

Un po' più basse ma comunque largamente favorevoli le quote di "sì" per la domanda che riguarda il turismo. Anche qui gli uomini adulti, quelli che appartengono alla stessa generazione del sindaco, pensano che la capacità di attrarre turisti sia migliorata molto, al 77% i maschi e al 70% gli adulti.
Ma gli anziani in questo caso sono ancor più favorevoli, e dicono che il miglioramento è avvenuto al 75%, paragonando Torino dove nessuno sarebbe venuto a passare il week end di trent'anni fa a quella che vede le code fuori dai musei e le persone che parlano altre lingue sedute nei dehors dei caffè.

La percentuale di chi crede che Torino possa attrarre visitatori è del 91% in totale, più alta tra le femmine (95%). Ma la torinesità degli intervistati emerge nella domanda gemella: oltre che ad attirare turisti è anche in grado di soddisfare le esigenze? I maschi pensano di sì all'84%, le donne all'89, i giovani più orgogliosi addirittura al 93%.
Paradossalmente, il timore di non essere abbastanza accoglienti verso chi arriva da fuori è superiore a quello di non essere neppure gettonati come meta turistica.
Le politiche di base Fassino-Braccialarghe, dallo scambio di grandi mostre con altri musei come gli Impressionisti o i Preraffaeliti, l'impegno internazionale preso direttamente dalla città come nel caso del dialogo con la Germania, la decisione di esporre capolavori come l'autoritratto di Leonardo, con le autorizzazioni ministeriali arrivate a 24 ore dall'inaugurazione sono gli impegni che i torinesi hanno gradito di più, contribuendo a far crescere la fiducia generale.

(Vera Schiavazzi, Repubblica 3 giugno)