Villaggi
solidali invece dei campi. Sesto Fiorentino, Ferrara, Alghero,
Milano. Qui i nomadi vivono, lavorano e vanno a scuola senza
separazioni dal resto della popolazione. È l’effetto virtuoso di
progetti di integrazione che contraddicono il quadro fosco
dell’emergenza-campi rom.
Invece della segregazione mono-etnica e
dell’esclusione sociale, hanno preso piede soluzioni abitative
stabili con inserimento nel mondo del lavoro e della scuola. Di pari
passo ai pregiudizi, sono cadute le barriere burocratiche e al
compimento del 18° anno di età, i ragazzi nomadi ottengono la
cittadinanza italiana. Subito.
Servizio
civile a scuola
A
Sesto Fiorentino giovani rom vengono inseriti nel servizio civile, su
iniziativa della Regione Toscana.
A Ferrara, l'Opera Nomadi e l'Ue
collaborano con gli enti locali nella costruzione di villaggi
solidali, ciascuno composto da 15-20 famiglie rom. Gli uomini
recuperano e ricostruiscono bancali, le donne si occupano della
sartoria e della stireria.
A Milano la Casa della Carità supera il
campo di via Triboniano con soluzioni abitative integrate nel
quartiere. Ci sono poi altri modelli positivi inseriti nel progetto
europeo "Step in" alla quale coopera la Caritas: prevede
"pacchetti educativi" per giovani rom tra i 13 e i 18 anni
contro l'abbandono scolastico.
Case
alle famiglie
Per
favorire l'inserimento nel mercato del lavoro, in decine di locali
messi a disposizione dai comuni e parrocchie, da nord a sud, sono
attivi i "supporti sociali" con corsi di educazione
sanitaria e tirocini di alfabetizzazione e avvio al lavoro.
In
Sardegna con i fondi Ue è stato chiuso il campo di Alghero e sono
state date le case a 13 famiglie rom. Tra loro artigiani del rame che
lavorano nella raccolta di materiali ferrosi. Insomma, fuori dai
ghetti e dentro il tessuto sociale.
L'Emilia Romagna si è appena
dotata di una nuova legge regionale per l'integrazione di 2700 sinti
e rom distribuiti in 129 aree nelle province di Reggio Emilia,
Modena, Bologna e Rimini.
Soluzioni abitative, micro aree familiari
pubbliche e private, sostegno per iniziative di autocostruzione e
auto recupero. Rom tra le loro mura domestiche.
(La
Stampa 19 giugno)