giovedì 18 giugno 2015

Morte e vita

Credere con fiducia in una nuova vita oltre la morte implica negare fede all'impero della morte, alla razionalità necrofila e vittimaria, per cui un conflitto duro, un'alternativa radicale, si risolve solo con la distruzione o sottomissione di uno dei due, con la morte fatta regina dell'esistenza. Se credi nella guerra, nell'ostilità, nella separazione delle vite e delle civiltà, nelle ragioni della forza bruta, nel mors tua vita mea, credi che la morte è tutto. Non c'è altro dio. Così, l'esistenza è nulla, la vita è nulla perché destinata al nulla. Se la mia ragione, il mio diritto, si affermano con la morte, io sono già una cosa morta. La vita non vale se non per un momento, nella volontà di potenza, nel dominio sopra un altro vivente. Però, attenzione, oneste persone, amanti dell'umanità, interpretano questa vita come chiusa dalla fine, e seguono una sincera «etica del finito», senza ridurre tutto nella volontà di potenza; senza disconoscere un valore prezioso, intoccabile, di questa esistenza mortale, senza cessare di difendere e amare la vita, pur destinata a sfumare. In ogni caso, una vittoria del dominio e della logica eliminatoria insidia radicalmente il significato dell'esistenza, svuota anche il provvisorio e affonda tutto nel nulla. La fede audace dei cristiani in una vita nuova oltre la morte consiste del tutto nel fatto che il loro maestro, rifiutando la spada, ha accettato - con infinito coraggio nell'angoscia immensa, fedele al suo compito fino in fondo, a rischio di soccombere al nulla e di perdere il Padre suo, sua ragione di vita - ha accettato di sopportare la morte orrenda pur di non darla, ha accettato di non annullare neppure i negatori, di non opporre male al male. Questa vita ha reso così tanto vivo tutto il coraggio vitale, che la morte più potente ne rimane sfibrata e vinta. Perciò riconosciamo Gesù vivo sopra la morte, e lo ascoltiamo dirci: «Io vivo, e voi vivrete» (Gv 14,19). Se credi nella risurrezione sei contro i poteri che danno la morte.
Enrico Peyretti

(Rocca 15 giugno)