sabato 13 giugno 2015

Un dormitorio vicino a San Pietro

CITTÀ DEL VATICANO. Un dormitorio per i senzatetto a un passo dal Vaticano. È l'ultimo regalo del Papa per i poveri. Aperto dalle ore serali fino al mattino, quando sarà inaugurato ospiterà circa 30 posti letto. Braccio operativo dell'idea, come sempre, don Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio. Il dormitorio, che sarà gestito da volontari, sorgerà in via dei Penitenzieri, in un immobile lasciato libero dopo il trasferimento di un'agenzia di viaggi umanitari. La data a partire dalla quale sarà possibile accedere al servizio non è ancora stata fissata: dipende dall'ultimazione dei lavori di risistemazione ancora in corso.
Sono passati più di due anni da quando, la sera del 13 marzo 2013, il cardinale brasiliano Claudio Hummes seduto in conclave accanto a Jorge Mario Bergoglio disse al pontefice appena eletto: «Non dimenticarti dei poveri». E Francesco l'ha ascoltato. Nella sua Chiesa è l'essenza del messaggio evangelico a essere messa in pratica: gli ultimi saranno i primi. O anche: beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli.
Prima del dormitorio, tante altre decisioni in questo senso: le docce e i bagni sotto il colonnato di San Pietro, un servizio di barberia, gli ombrelli dimenticati ai musei vaticani e distribuiti ai senza tetto.
I poveri e i sofferenti sono sempre nel cuore del Papa. Egli sa che in loro vive la sapienza di Dio. «Farà un viaggio nel nostro Paese?», gli ha chiesto due giorni fa sul volo di ritorno da Sarajevo un giornalista croato. «Ricordo che questa domanda me la fece anche di ritorno dall'Albania - ha risposto il Papa - E ora come allora le dico che ho scelto di andare soltanto in Paesi piccoli e che molto hanno sofferto. È un segnale che ho voluto dare».
Ma fatti ed esempi sono tanti. Fra questi anche la decisione di Francesco di valorizzare il lavoro di un artista argentino, Alejandro Marmo, che crea con materiali scartati nelle metropoli di tutto il mondo. Un suo "Cristo operaio" è stato significativamente fatto posizionare nel cuore dei giardini vaticani. Un ulteriore segno che dice a tutti: il cuore della Chiesa deve battere per i poveri.
Paolo Rodari

(la Repubblica 8 giugno)