sabato 1 agosto 2015

UNA LETTERA INTERESSASNTE



Il matrimonio omosessuale e l'illogicità del direttore di Famiglia Cristiana

«Ecco perché non si può parlare di matrimonio omosessuale». Questo il titolo della risposta del direttore di Famiglia Cristiana (29 luglio). Scrive don Sciortino: «È questa la grande sfida cui è necessario rispondere in base alla ragione. E, se credenti, anche in base alla fede. In realtà il matrimonio, che fonda la famiglia, si distingue da altre forme di convivenza per la connessione intrinseca di due dati oggettivi, cioè naturali: l'unione di un uomo e una donna, e la procreazione. In altre parole, questa unione, che ha valore per se stessa, è naturalmente aperta alla vita. E, di conseguenza, all'educazione, quale procreazione che continua. È qualcosa che è iscritto nell'ordine naturale, ed è  affidato alla libertà e responsabilità umana. Tale sequenza, coordinata e da coordinare (cioè, unione tra uomo e donna, procreazione ed educazione), è ciò che identifica il matrimonio e lo distingue da altre forme di convivenza, etero e omosessuale che sia. Ed è anche il motivo che rende impossibile parlare di "matrimonio omosessuale"».

Il ragionamento sembra non fare una piega, ed invece non è logico. Formuliamolo in altro modo e l'illogicità sarà evidente: «La forma di convivenza, che fonda la famiglia, caratterizzata dalla connessione intrinseca di due dati oggettivi: l'unione di un uomo e una donna, e la procreazione, è definita col termine "matrimonio"...  è ciò che identifica il matrimonio e lo distingue da altre forme di convivenza, etero e omosessuale che sia. Ed anche il motivo che rende impossibile parlare di "matrimonio omosessuale"». E perché? Dov'è la logica? Sarebbe come dire che poiché il termine "rete", tanto per fare un esempio, significa un intreccio di fili di materiale vario, incrociati fra loro, ecc. , non avremmo potuto, con l'avvento dell'informatica, aggiungere il nuovo significato di "sistema di interconnessioni fra calcolatori". Quante parole col tempo assumono nuovi significati? Importante è il contesto. Don Sciortino stesso quando dice che non si può parlare di "matrimonio omosessuale", pensa al matrimonio tra due persone dello stesso sesso e non al matrimonio tra due persone di sesso diverso. E se il matrimonio è unione naturalmente aperta alla vita, perché chiamiamo matrimonio anche quello di una coppia formata da un uomo e una  donna in età non più fertile e quindi non aperta alla vita? La verità è, caro direttore, che anche lei non riesce liberarsi dai pregiudizi sull'omosessualità.

Elisa Merlo

 
Cara Elisa Merlo,
lei si aspetta troppo da don Sciortino.
Sul tema della famiglia è fermo al medioevo. Soprattutto don Sciortino ha la squallida caratteristica  di ragionare sui temi della famiglia come se si trattasse di tagliare il parmigiano.
Come lui, gli "apostoli" del modello unico, hanno una visione della storia come realtà immutabile e mettono sul conto della natura le loro discutibili opinioni. In più mettono sempre Dio come fondamento delle loro idee. Il che costituisce una non piccola deviazione mentale. Oggi parlare di famiglia al singolare significa chiudere gli occhi di fronte alla realtà.
Le famiglie omogenitoriali vogliono arricchire il concetto e la pratica della famiglia. Vedere in esse un attentato alla famiglia tradizionale  è una ossessione fondata sul pregiudizio.
don Franco Barbero