martedì 29 settembre 2015

APPUNTI PER RICORDARE..

Corso Biblico. Torino, 25.09,2015.
Letteratura sapienziale.
(Appunti presi durante la conferenza di Franco Barbero).

La letteratura sapienziale comprende i libri del canone della bibbia ebraica di: Proverbi, Qoelet, Cantico dei cantici, Salmi sapienziali.
Sono inoltre considerati libri sapienziali il Siracide e la Sapienza che appartengono alla bibbia greca e rientrano nel canone della chiesa cattolica. La letteratura sapienziale nasce dall'esperienza della vita nei suoi vari aspetti: la famiglia innanzi tutto; la vita di corte dei sovrani, dove vivevano i funzionari che aiutavano il sovrano nel governo del paese e che consisteva nelle prescrizioni per un governo saggio e le regole della vita cortigiana; le scuole che sorgevano nel territorio attorno a persone sagge, che diventavano maestri e trasmettevano gli insegnamenti di generazione in generazione; la vita quotidiana nei suoi molteplici e variegati aspetti, il lavoro, la schiavitù, la prostituzione, ecc.; il tutto ispirato ad un grande realismo.
Si tratta di un fenomeno non solo appartenente ad Israele, ma a tutte le antiche civiltà della mezzaluna fertile, che va dalla foce del Nilo alla Mesopotamia. Numerosi scritti sapienziali sumeri, assiro-babilonesi ed egiziani sono a noi pervenuti, come ad esempio il Poema del giusto che soffre, la teodicea Babilonese, l'insegnamento di Amenemope, la sapienza di Achikar, che è citato nel libro di Tobia. Il Gunkel in uno studio del 1906 ha sostenuto che l'origine della letteratura sapienziale è in Egitto, dove si trovano dei paralleli di Giobbe. Israele ha certamente ricevuto gli influssi di questa cultura; era un piccolo popolo che ha fatto l'esperienza della schiavitù e della liberazione attraverso un lungo cammino, ha conquistato una sua forte individualità di fronte a imperi ben più potenti; nel suo insediamento in Canaan ha in parte assimilato la cultura locale in cui erano presenti aspetti sapienziali; ha ricevuto e dato in uno scambio reciproco.
Un aspetto che va considerato in questi scambi culturali è la lentezza: l'uomo segue i ritmi della natura: il passo ritmato del cammello aiuta l'uomo a ragionare; l'animale regola le sue forze e quando non ce la fa più si accascia a terra; l'uomo impara dal cammello a regolare le sue forze.
La cosa straordinaria di questa cultura è che ad un certo punto essa si mette in discussione e nasce una corrente antisapienziale. La convinzione tradizionale che fare il bene abbia come risultato di ottenere del bene e che il giusto abbia una ricompensa per il suo retto agire viene messa in dubbio; si arriva a dubitare che Dio ci voglia veramente bene; da questa crisi nascono i libri di Giobbe e Qoelet, nonché alcuni salmi sapienziali.
Un altro aspetto è la possibile manipolazione della sapienza. Nell'antico oriente dire che un uomo è saggio è il massimo complimento che gli si possa fare, significa che non si fa comandare dalle cose, vive la vita appieno, è giusto, ha rapporti corretti con gli altri. Ma il mondo non è sempre buono, vi possono essere degli abusi; vi sono saggi che agiscono per propri interessi.
Il nucleo centrale della sapienza è il “timor di Dio” che è la consapevolezza profonda di essere creatura in rapporto con Dio; è una condizione naturale che prescinde dal comportamento della persona; è sapere che qualunque uomo è amato da Dio e sarà accolto da Lui alla sua morte. Molte volte nella catechesi è stato confuso con la paura di Dio e delle sue punizioni, ma questa è una aberrazione.
Il genere letterario è il “detto”, o anche “sentenza” o “proverbio”, in ebraico “masal”.
Vi sono molti tipi di detti, positivi, negativi, di contrasto, colti o popolari, ecc.
Si tratta di consigli per la vita, che insegnano a scegliere, a orientarsi nell'intrico dell'esistenza. Nascono dall'esperienza di relazioni interpersonali, non nella solitudine. Insistono sulla necessità di darsi il tempo per decidere, non essere avventati. Derivano dal dialogo e dalla discussione, ma non sempre si giunge alla stessa conclusione: la mancanza di soluzioni soddisfacenti a volte obbliga a seguire nuove piste: a volte la vecchia sapienza non basta. Sovente si tratta solo di buon senso.
Tipico di Israele è di collegare la sapienza a Jahvé: “Dio pensa con te”. Solo in Isaia 31, 2 si dice espressamente che Dio “è saggio”, altrimenti la Bibbia dice che Dio conosce la Sapienza e sa dove sia; se tu la chiedi, Dio te la darà; il cosmo parla di sapienza (e di Dio); ma bisogna ricordarsi che non c'è solo la sapienza, ma anche la Torà e i profeti.
Guido Allice