Corso
Biblico. Torino, 25.09,2015.
Letteratura
sapienziale.
(Appunti
presi durante la conferenza di Franco Barbero).
La
letteratura sapienziale comprende i libri del canone della bibbia
ebraica di: Proverbi, Qoelet,
Cantico
dei cantici, Salmi sapienziali.
Sono
inoltre considerati libri sapienziali il Siracide e la Sapienza che
appartengono alla bibbia greca e rientrano nel canone della chiesa
cattolica. La letteratura sapienziale nasce dall'esperienza della
vita nei suoi vari aspetti: la famiglia innanzi tutto; la vita di
corte dei sovrani, dove vivevano i funzionari che aiutavano il
sovrano nel governo del paese e che consisteva nelle prescrizioni per
un governo saggio e le regole della vita cortigiana; le scuole che
sorgevano nel territorio attorno a persone sagge, che diventavano
maestri e trasmettevano gli insegnamenti di generazione in
generazione; la vita quotidiana nei suoi molteplici e variegati
aspetti, il lavoro, la schiavitù, la prostituzione, ecc.; il tutto
ispirato ad un grande realismo.
Si
tratta di un fenomeno non solo appartenente ad Israele, ma a tutte le
antiche civiltà della mezzaluna fertile, che va dalla foce del Nilo
alla Mesopotamia. Numerosi scritti sapienziali sumeri,
assiro-babilonesi ed egiziani sono a noi pervenuti, come ad esempio
il Poema del giusto che soffre, la teodicea Babilonese,
l'insegnamento di Amenemope, la sapienza di Achikar, che è citato
nel libro di Tobia. Il Gunkel in uno studio del 1906 ha sostenuto che
l'origine della letteratura sapienziale è in Egitto, dove si trovano
dei paralleli di Giobbe. Israele ha certamente ricevuto gli influssi
di questa cultura; era un piccolo popolo che ha fatto l'esperienza
della schiavitù e della liberazione attraverso un lungo cammino, ha
conquistato una sua forte individualità di fronte a imperi ben più
potenti; nel suo insediamento in Canaan ha in parte assimilato la
cultura locale in cui erano presenti aspetti sapienziali; ha ricevuto
e dato in uno scambio reciproco.
Un
aspetto che va considerato in questi scambi culturali è la lentezza:
l'uomo segue i ritmi della natura: il passo ritmato del cammello
aiuta l'uomo a ragionare; l'animale regola le sue forze e quando non
ce la fa più si accascia a terra; l'uomo impara dal cammello a
regolare le sue forze.
La
cosa straordinaria di questa cultura è che ad un certo punto essa si
mette in discussione e nasce una corrente antisapienziale. La
convinzione tradizionale che fare il bene abbia come risultato di
ottenere del bene e che il giusto abbia una ricompensa per il suo
retto agire viene messa in dubbio; si arriva a dubitare che Dio ci
voglia veramente bene; da questa crisi nascono i libri di Giobbe e
Qoelet, nonché alcuni salmi sapienziali.
Un
altro aspetto è la possibile manipolazione della sapienza.
Nell'antico oriente dire che un uomo è saggio è il massimo
complimento che gli si possa fare, significa che non si fa comandare
dalle cose, vive la vita appieno, è giusto, ha rapporti corretti con
gli altri. Ma il mondo non è sempre buono, vi possono essere degli
abusi; vi sono saggi che agiscono per propri interessi.
Il
nucleo centrale della sapienza è il “timor di Dio” che è la
consapevolezza profonda di essere creatura in rapporto con Dio; è
una condizione naturale che prescinde dal comportamento della
persona; è sapere che qualunque uomo è amato da Dio e sarà accolto
da Lui alla sua morte. Molte volte nella catechesi è stato confuso
con la paura di Dio e delle sue punizioni, ma questa è una
aberrazione.
Il
genere letterario è il “detto”, o anche “sentenza” o
“proverbio”, in ebraico “masal”.
Vi
sono molti tipi di detti, positivi, negativi, di contrasto, colti o
popolari, ecc.
Si
tratta di consigli per la vita, che insegnano a scegliere, a
orientarsi nell'intrico dell'esistenza. Nascono dall'esperienza di
relazioni interpersonali, non nella solitudine. Insistono sulla
necessità di darsi il tempo per decidere, non essere avventati.
Derivano dal dialogo e dalla discussione, ma non sempre si giunge
alla stessa conclusione: la mancanza di soluzioni soddisfacenti a
volte obbliga a seguire nuove piste: a volte la vecchia sapienza non
basta. Sovente si tratta solo di buon senso.
Tipico
di Israele è di collegare la sapienza a Jahvé: “Dio pensa con
te”. Solo in Isaia 31, 2 si dice espressamente che Dio “è
saggio”, altrimenti la Bibbia dice che Dio conosce la Sapienza e sa
dove sia; se tu la chiedi, Dio te la darà; il cosmo parla di
sapienza (e di Dio); ma bisogna ricordarsi che non c'è solo la
sapienza, ma anche la Torà e i profeti.