lunedì 28 settembre 2015

GUARDARE AVANTI CON FIDUCIA

In questi giorni a Torino al corso biblico e alla "comunità nascente" come nell'incontro allargato del Gruppo Primavera di Rivalta abbiamo vissuto confronti, riflessioni, dialoghi e momenti di preghiera ricchi di contenuto e sorretti dalla speranza che ha animato la vita di Gesù di Nazareth.
Come dire la nostra fede ai nostri figli in questa cultura con le sue opportunità e le sue contraddizioni?
Ci ha accomunati la consapevolezza che nulla è facile o scontato. Ma una fede vissuta, davvero vissuta, non può essere taciuta.
Eppure, mentre cerchiamo le parole nuove, i linguaggi che possano parlare oggi, ci è sembrato fondamentale ricordarci a vicenda che, prima delle parole, viene la nostra testimonianza dentro la vita quotidiana.
Questo bisogno di poter vedere il vangelo vissuto con gioia, con coerenza e con perseveranza è reale. Ciascuno e ciascuna di noi può essere un umile testimone del vangelo di Gesù. Il testimone non è una persona perfetta, ma una persona che cerca la fedeltà al messaggio evangelico. Un figlio, una figlia che ascolti molti discorsi religiosi, ma non veda mai i genitori pregare, partecipare ad un gruppo biblico, ad una celebrazione eucaristica, non imparerà mai che cosa vuol dire pregare e credere. Così pure un figlio che senta tanti discorsi di amore e poi veda nei genitori una vita egoistica, come potrà assaporare la profondità del messaggio di Gesù?
La testimonianza della vita rimane centrale nella "comunicazione della fede".
Franco Barbero