sabato 3 ottobre 2015

La guerra in casa

"Trident Juncture 2015", prova generale di guerra globale: un'esercitazione che si terrà in Europa dal 3 ottobre al 6 novembre, con il coinvolgimento di 36.000 uomini, 60 navi e 140 aerei "provenienti da oltre 30 Nazioni alleate e partner" e che "si svolgerà in tutta Italia, Portogallo, Spagna, Oceano Atlantico, Mar Mediterraneo" ma anche in "Canada, Norvegia, Germania, Belgio e Paesi Bassi". "Trident Juncture 2015 dimostrerà il nuovo accrescimento del livello di ambizione della NATO nello scenario di guerra moderna comune" e ci dimostrerà di essere capace - a suo dire - e ben equipaggiata per affrontare le sfide di sicurezza presenti e future (così si legge nel sito della Nato http://www.jfcbs.nato.int/).
"La più grande esercitazione della storia moderna della Nato": E l'Italia sarà protagonista!.
Diverse grandi organizzazioni internazionali, agenzie di aiuto e alcune ONG parteciperanno all'esercitazione per dimostrare al mondo intero come la Nato oggi lavori con un approccio globale. Rapporti di forza più che sicurezza delle genti. Braccio di ferro tra potenze più che tutela dei diritti.
Siamo veramente sicuri che, in questo pesante clima di guerra che dall'Ucraina vola verso il Medio Oriente passando per il Mediterraneo, ci sentiremo incoraggiati dalla presenza di forze d'aria, di terra e marittime che scorrazzeranno nei nostri cieli e sulle nostre terre? Pare uno scherzo di cattivo gusto ma siamo di nuovo sul piede di guerra. E, per di più, giochiamo in casa, questa volta. Perché questa gigantesca esercitazione sarà pilotata dalla nuova base Nato di Lago Patria a Napoli.
Ma una domanda sorge spontanea: quale sicurezza armata potrà restituire il futuro rubato ai bambini siriani e palestinesi? Quali armi ricostruiranno le case degli yemeniti?
E altre domande affollano le nostre menti: cosa ci stiamo a fare ancora nella Nato? A cosa serve questa grande organizzazione militare se non a condurci verso nuove guerre? Quale sicurezza possono garantire le armi? Come non accorgersi che le immagini di questi giorni dei profughi siriani, che chiedono di poter fuggire attraverso la Macedonia, stridono con il rombo degli arei?
Pur tralasciando in questo contesto l'inutilità odierna della Nato, l'excursus storico che l'ha rafforzata e i suoi esosi costi di mantenimento, devo ricordare il ruolo cruciale che oggi l'Italia gioca nello scacchiere militare dell'Alleanza Atlantica. A Napoli è stata da poco inaugurata una sede NATO (a Lago Patria) con 1.500 militari. A Sigonella (Catania) entrerà in funzione il sistema Ags definito "il più sofisticato sistema di spionaggio elettronico, non in difesa del territorio dell'Alleanza, ma per il potenziamento della sua capacità offensiva fuori area" (Manlio Dinucci).
Nel 2016, Sigonella diventerà la capitale mondiale dei droni, per pilotare i quali entrerà in funzione, nella vicina Niscemi, il sistema MUOS di telecomunicazioni satellitari di nuova generazione.
Non possiamo accettare una tale militarizzazione del nostro territorio!
Da credente non posso accettare un mondo così assurdo da permettere a pochi di vivere da nababbi a spese di molti anche grazie alla Nato e agli arsenali di spaventose armi atomiche.
Come credente nel Dio della vita non posso accettare un Sistema di morte come il nostro pagato da miliardi di impoveriti.
Come seguace di Gesù di Nazareth che ci ha insegnato la via della nonviolenza attiva, non posso accettare che il mio Paese faccia parte della NATO, una realtà che perde senso con la caduta del Muro di Berlino.
Lo aveva già capito, tutto questo, Giuseppe Dossetti quando nel 1948 votò in Parlamento contro l'adesione alla NATO, mentre tutta la DC era schierata per il Sì. Lo fece in ossequio alla sua coscienza e al Vangelo.
Ecco allora che un appuntamento ce lo diamo anche noi: perché non mobilitarci, a Napoli e in altre città, per i giorni in cui si assisterà in Italia al Trident Juncture 2015?
Alex Zanotelli

(Mosaico di pace, settembre 2015)