sabato 17 ottobre 2015

LETTERA QUOTIDIANA AL SINODO

Cari padri e fratelli sinodali,
eccoci ormai alle ultime battute....
Penso che abbiate imparato a conoscervi e a "misurarvi". Ci vuole sempre un po' di tempo per prendere le misure di noi stessi e degli altri. Credo che sia stata una faticaccia anche per voi prendere consapevolezza piena dell'importanza della partita che si sta giocando.
Ma, quasi paradossalmente, per collocarci correttamente nella realtà, abbiamo sempre bisogno di riconoscere che siamo soltanto una parte del gioco e soprattutto abbiamo bisogno di un buon dosaggio di autoironia.
E' successo qualche volta che la gerarchia si sia considerata l'unico attore determinante sul palcoscenico della storia e nella chiesa. Così la storia del cattolicesimo si è costellata di una miriade di concili, di sinodi, di encicliche, di dichiarazioni ufficiali di cui inorridire.
Ne abbiamo fatte, dette e scritte di tutti i colori: dal criminale all'umoristico.
Con formulazioni solenni come "i lampi del Sinai", abbiamo lanciato anatemi contro la scienza, contro la libertà di coscienza, abbiamo bruciato gli eretici, sfornato dogmi come barzellette. Dalla condanna di Galileo fino alle follie scritte sugli omosessuali, la gerarchia ha costruito una galleria di orrori.
Qualche papa ha usato il sigillo papale per definire quale fosse il vino migliore dei castelli romani.
Insomma ....c'è da ridere e da piangere. Questa lezione storica può forse insegnarvi che la storia dell'umanità, grazie a Dio, spesso è andata avanti nonostante i vostri sinodi.
Gesù ci ha insegnato che la salvezza e la verità stanno solo in Dio.
Prendetevi un po' meno sul serio e ridete un po' di voi stessi. Sarete molto più saggi nelle vostre decisioni.
Se chiudete le porte dell'accoglienza, le aprirà il popolo di Dio in cui soffia il vento della libertà.
Un caro saluto e buona notte.
don Franco Barbero