Geremia 18,1-6
1 Questa parola fu rivolta a Geremia da parte del Signore: 2 «Prendi e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola». 3 Io sono sceso nella bottega del vasaio ed ecco, egli stava lavorando al tornio. 4 Ora, se si guastava il vaso che egli stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli rifaceva con essa un altro vaso, come ai suoi occhi pareva giusto.5 Allora mi fu rivolta la parola del Signore: 6 «Forse non potrei agire con voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l'argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa di Israele.
Ieri
sfogliando un mio vecchio quaderno di appunti ho trovato questa
riflessione che avevo fatto nel 97 sul Geremia 18, 1-6, la parabola
del vasaio.
Come
allora , dico qualcosa sulla vicenda di Geremia, questo profeta così
simile a Gesù.
Anche
lui visse in un periodo turbolento nella storia del piccolo regno di
Giuda.
La sua predicazione si svolge a cavallo di un periodo di
relativa serenità, con il re Giosia e un periodo invece terribile
dopo la morte tragica di questo re.
Il periodo è tra il 639 al 587.
Come
dicevo prima, Geremia vive predicando il rinnovamento dell'alleanza
sotto il re Giosia nel 621.
Morto
Giosia gli successero due re estremamente corrotti e avidi di potere
che si lasciarono coinvolgere nel gioco delle grandi potenze :
l'Egitto e Babilonia.
Geremia non mancò di lanciare i suoi
ammonimenti, ma fu osteggiato dalla sua stessa gente, dal sommo
sacerdote subì la prigione e ogni sorta di abusi..
Nel
587 tutta la classe dirigente di Israele viene deportata a Babilonia
e in patria rimasero solo i poveri, gli sbandati e sfruttati.
Geremia
molto probabilmente morirà lapidato in Egitto dove era stato
esiliato.
E'
in questo contesto che si inserisce la sua predicazione.
Questo
brano del vasaio mi è piaciuto per il parallelo tra la vita
dell'essere umano e la creta .
La
creta è qui il simbolo della disponibilità, della capacità di
cambiamento profondo.
Il
vasaio forgia il vaso di creta con le sue mani e gli dà forma, lo
lavora, lo liscia e quando è troppo secco lo bagna con acqua ed ecco
che per il vaso si aprono nuove possibilità di cambiare, prendere
un'altra forma , essere rimodellato; la creta si presta a questa
operazione
Quando
il vaso è secco non è più possibile alcun cambiamento.
Il
parallelo con la nostra vita lo vedo proprio in questa operazione di
non lasciare mai seccare il nostro cuore.
Se
siamo "secchi", difficilmente potremo cercare di attuare
dei cambiamenti, dei rimodellamenti.
Per me l'acqua che mi ha aiutato
un po' a rimanere aperta al cambiamento è proprio la lettura delle
Scritture fatta in gruppo.
E' molto facile che la "nostra creta", per
riprendere l'immagine di Geremia, con il trascorrere del tempo
diventi secca. La bellezza della vita e della fede è in questo
rimanere aperte e aperti nelle mani del Dio vasaio.
Spesso
l'acqua con cui rendere "modellabile" la creta della nostra
vita ci viene dalla vicinanza e dalla testimonianza delle persone con
cui camminiamo.
E questo è un bel dono di Dio.
Fiorentina Charrier , Eucarestia del 4 ottobre