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L'incontro "Council50" tenutosi a Roma dal 20 al 22 novembre ha cercato di riscoprire il prezioso messaggio del Concilio Vaticano II, a 50 anni dalla sua conclusione
"Siamo pronti ad aiutare Papa Francesco nell' attuazione del Concilio Vaticano II" hanno affermato i 100 delegati in rappresentanza di movimenti cattolici per la riforma della Chiesa di tutto il mondo.
Movimenti di base di ogni continente hanno preparato un documento comune e costituiranno una Rete per ritrovarsi poi nel 2018 in America Latina e nel 2021 in Africa.
Movimenti per la riforma della Chiesa cattolica dall'Europa, dall'Asia, dall'Africa e dalle Americhe si sono riuniti lo scorso fine settimana a Roma in un incontro vivace e appassionato. L'obiettivo di "Council50" è stato quello di riaccendere la fiamma del Concilio Vaticano II e di rendere ben conosciuta la voce profetica del "popolo di Dio"che ha continuato a esistere, nonostante essa sia stata mortificata dai 35 anni degli ultimi due pontificati. L'incontro era composto da preti e da laici così come da religiosi e religiose. Insieme, hanno indicato la reale possibilità che la Chiesa "riviva" , in modo che essa possa meglio contribuire ad affrontare molti degli urgenti problemi del mondo.
Nel suo intervento di apertura Nontando Hadebe, teologa dello Zimbabwe/SudAfrica, ha condiviso le prospettive aperte da Papa Francesco perché la Chiesa cattolica sappia affrontare le sfide del ventunesimo secolo. Essa ha introdotto l'idea di Dio come realtà che riflette l'interconnessione dei popoli di tutto il mondo nella storia e tra le culture, tra i laici e le gerarchia, tra tutte le religioni e tra il cielo e la terra. Ha detto che i leaders della Chiesa sono rimasti silenziosi su questioni di grande importanza come l'AIDS e il rapimento di centinaia di ragazze da parte di Boko Haram. Nontando Hadebe ha sottolineato che questo è un chiaro segno della paura di affrontare la necessità di cambiare atteggiamento nei confronti delle donne. Essa ha anche espresso la necessità di una "enciclica sulla cucina e su dove si vive nella casa", piuttosto che solo sulla camera da letto.
Più tardi, relatori provenienti dai cinque continenti hanno prINesentato i loro sforzi comuni per indicare le riforme strutturali e spirituali necessarie per una chiesa cattolica che sia più decentrata. I delegati hanno poi sottolineato quanto essi hanno in comune, nonostante i diversi contesti sociali e culturali di provenienza.
Un documento è stato redatto sulla base delle discussioni dei workshop tenutisi durante l'incontro (su temi quali: la nonviolenza, la pace fondata sulla giustizia sociale ed economica, l'intervento per la tutela dell'ambiente, il ruolo delle donne nella Chiesa, l'attuale insegnamento in materia di etica sessuale, soprattutto per quanto riguarda le persone LGBT). Il documento conclusivo sarà completato e consegnato a papa Francesco durante la celebrazione del cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II (8 dicembre 2015). Consapevole dei 'segni dei tempi', questo documento sostiene l'impegno dei movimenti per la riforma a lavorare per una rinascita della Chiesa, che dimostri la forza del Vangelo per rispondere alle sfide del nostro tempo. L'incontro di Council50 era collegato con la celebrazione dei 50 anni del Patto delle Catacombe il 16 novembre, promosso dall' Institut für Theologie und Politik di Munster. Sabato sera i delegati hanno pregato celebrando la Missa salvadoregna di Mons. Romero, presieduta dal presbitero Bartolomé Gomez del Chiapas.
I delegati di questo incontro storico, senza precedenti, di movimenti per la riforma della Chiesa di tutto il mondo hanno deciso la creazione di una Rete tra di essi e successivi incontri, nel 2018 in America Latina (50 anni dopo la Conferenza dell'Episcopato Latinoamericano a Medellín, Colombia) e nel 2021 in Africa.