martedì 1 dicembre 2015

La lotta di Torino alla violenza sulle donne

La lotta contro la violenza sulle donne quest'anno è arancione. Ieri in Sala Rossa le consigliere si sono vestite con questo colore per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne che sarà celebrata domani con varie iniziative in città. Il presidente del Consiglio Giovanni Porcino ha fatto osservare un minuto di silenzio e regalato a ogni donna una candela in tinta, gli uomini avevano una coccarda all'occhiello, mentre il sindaco Piero Fassino ha indossato una sciarpa della tonalità che per volere delle Nazioni Unite ha sostituito il rosso, «in quanto simbolo di energia, ottimismo e vitalità» come ha ricordato la consigliera dem Laura Onofri.
Tanti gli appuntamenti previsti per domani. A partire dall'inaugurazione di alcune nuove panchine rosse (al campus Einaudi, ai giardini Saragat e in piazza Paravia) un progetto lanciato dalla circoscrizione 6, poi allargato ad altre zone, per sistemare le panchine 'sicure' nei luoghi frequentati in prevalenza da donne e bambini come i giardini pubblici. Come quella accanto al teatro Marchesa, in corso Vercelli, che sarà inaugurata poco prima dello spettacolo teatrale «SemineRai- la cultura contro la violenza» (inizio ore 20,30 ).
Il Consiglio regionale organizza invece la proiezione in contemporanea in dodici sale del Piemonte - per le classi terze quarte e quinte delle scuole superiori - del film "He named me Malala": la storia della ragazza pakistana, a 15 anni vittima dei Talebani, Nobel per la pace nel 2014. Alle 15, poi, a Palazzo Lascaris la Consulta femminile organizza un convegno dedicato al sistema integrato di contrasto alla violenza e di difesa alle donne vittime di violenza. E proprio la rete di contrasto è stata ricordata ieri dall'assessore regionale Monica Cerutti. «La Regione stanzia quest'anno 700 mila euro per mitigare la violenza sessuale e fisica contro il mondo femminile». Dal progetto Move Up rivolto alle scuole al sostegno dei 17 centri antiviolenza collegati a nove case protette fino al fondo per l'assistenza legale e il reinserimento socio-lavorativo delle donne che scelgono la via della denunce.
Fino alla legge contro le discriminazioni che è ancora all'esame del Consiglio. L'assessore ha poi ricordato il numero verde, 1522, da pubblicizzare nelle sale di aspetto dei medici di base, e sottolineato che «ci sarà un'azione di sensibilizzazione sugli stessi medici perché imparino a riconoscere i sintomi della violenza e il disagio delle donne». Uno dei problemi quando si parla di contrasto alla violenza, infatti, resta il basso numero di denunce a fronte di un fenomeno molto diffuso. «I dati dell'Istat ci dicono che il 30 per cento delle donne ha subito violenza e nel 22 per cento dei casi si tratta di violenza sessuale» ha detto Cerutti.
Guccione Giacosa

(La Repubblica 24 novembre)