giovedì 21 gennaio 2016

CREATIVITA'

LETTERA DELL'ANNO NUOVO
Pubblicato sulla Gazzetta di Modena 4 gennaio 2015

Cara amica ti scrivo, anzi ti telefono.
Ma no! In questi giorni invernali ho più tempo e ti vengo a trovare. Che voglio fare quattro chiacchiere.
Il due gennaio dell'anno passato, mi è arrivata una lettera dalla direzione della mia azienda dove facevo l'operaio specializzato come tornitore, che mi diceva che ero licenziato. Per due anni ho la cassa integrazione. Poi senza stipendio. Sono ancora giovane, ho due figli che vanno a scuola. Mia moglie come sai è venuta meno nell'estate scorsa. Cara Manuela, voglio parlare un po' con te, e raccontarti questo pezzo della mia vita: perchè sei la persona con la quale sono sempre riuscito a confidarmi.
Mi era caduto il mondo addosso. Ero disperato. Ho cercato un altro posto di lavoro: solo dei no. Ho fin pensato di farla finita. Senza lavoro, gli amici ti scansano. Non hai più punti di riferimento, ti senti un mantenuto. E specialmente perdi la stima di te stesso. Di fronte ai miei figli, uno scarto di umanità.
Ma non mi piaceva farmi mantenere anche se con lo stipendio ridotto del cassa integrato senza fare nulla. Sono di razza antica.
Mi sono messo a disposizione di un'associazione di volontariato e ho portato in giro anziani e disabili. D'accordo con l'amministratore ho guadagnato qualche soldo tenendo dietro al verde condominiale.
Poi mi sono detto: non può finire così. Dai Carlàtt dat 'na mòsa, dai Carlo datti da fare. Al bar ci siamo trovati con Alfonso e Cesare anche loro licenziati. E abbiamo cominciato a parlare. Il ragionamento era questo. Cesare ha un pezzo di terra a Serra. Siamo bravi con le mani; sappiamo fare di tutto, da falegname, da idraulico e da elettricista, conosciamo la cazzuola e la calce. Cesare è di famiglia contadina. Dai, a cinquantanni diventiamo imprenditori contadini.
Abbiamo messo a posto la casa di montagna, arato, zappato la terra e messo patate e orto. E un piccolo serraglio con animali domestici. Costruita una bella serra. A primavera di quest'anno dovremmo avere ortaggi e qualche frutto da portare al mercato. Le nostre donne progettano addirittura di aprire uno spaccio lungo la via Giardini. Pensiamo di far lavorare anche qualche rifugiato.
Guadagneremo poco ma dove è scritto che bisogna lavorare sotto un capannone per costruire oggetti inutili? O che dobbiamo prendere due mila euro al mese? Basta sopravvivere o meglio vivere con dignità. I nostri figli sono entusiasti.
Ecco cara amica la buona notizia della quale ti voglio parlare, quando vengo a trovati. Anche tu lo so, hai qualche difficoltà. Vieni con noi.
L'anno nuovo non porta buone notizie. L'inquinamento, le polveri sottili, l'effetto serra sta provocando grossi sconvolgimenti. Gli uomini che governano, e noi stessi, non si decidono a intervenire drasticamente. Andiamo stupidamente incontro all'autodistruzione. Sembra che non ci siano rimedi.
Vieni anche tu in questa arca di Noè che ci porta alla salvezza dal diluvio malsano che ci sta sommergendo. Chissà è forse questa la strada che ci viene indicata dal destino.

Beppe Manni