giovedì 4 febbraio 2016

Comunità cristiana di base di via Città di Gap, Pinerolo

NOTIZIARIO DELLA CASA DELL'ASCOLTO E DELLA PREGHIERA

N°21 febbraio '16


In evidenza:

     APPUNTAMENTI DI COMUNITA'

- 1-2, 8-9, 15-16, 22-23, 29/2-1/3: gr. bibl.

- 7/2 e 21/2: eucarestie

- 29/2: Assemblea di programmazione

    NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

- 13-14/2: collegamento nazionale cdb

- 20 e 27/2: gruppo "Primavera" Rivalta

- 22 e 26/2: gruppo Uscire dalla guerra

     RECENSIONI

- Lamrabet Le Coran et les femmes…

- M. Benasayag Oltre le passioni tristi

- AA.VV. Dieci parole chiave su Gesù…

     SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE

- Maternità surrogata, scambio ineguale

- Intervista a F. Barbero su unioni civili

- Superstizioni e dintorni

APPUNTAMENTI DI COMUNITA' (via Città di Gap 13 -II piano)

     LUNEDI' 1 FEBBRAIO dalle ore 15,30 alle ore 17 e MARTEDI' 2 FEBBRAIO dalle ore 21 alle ore 22,30 - Gruppi biblici: siamo al cap. 15 del vangelo di Luca.

     DOMENICA 7 FEBBRAIO dalle ore 10 alle ore 11 - Eucarestia: la celebrazione sarà preparata dal gruppo biblico del martedì sera.

     LUNEDI' 8 e 15 FEBBRAIO dalle ore 15,30 alle ore 17 e MARTEDI' 9 e 16 FEBBRAIO dalle ore 21 alle ore 22,30 - Gruppi biblici.

     DOMENICA 21 FEBBRAIO dalle ore 10 alle ore 11 - Eucarestia: la celebrazione sarà preparata dal gruppo biblico del lunedì pomeriggio.

     LUNEDI' 22 FEBBRAIO dalle ore 15,30 alle ore 17 e MARTEDI' 23 FEBBRAIO dalle ore 21 alle ore 22,30 - Gruppi biblici

     LUNEDI' 29 FEBBRAIO dalle ore 15,30 alle ore 17 - Gruppo biblico

     LUNEDI' 29 FEBBRAIO dalle ore 17 alle ore 18,30 - Assemblea mensile di programmazione

     MARTEDI' 1 MARZO dalle ore 21 alle ore 22,30 - Gruppo biblico

ALCUNI APPUNTAMENTI con Franco Barbero

    SABATO 6 FEBBRAIO alle ore 14,30 a Pinerolo (via Città di Gap, 13): alcuni genitori e animatori di un gruppo di ragazzi e ragazze facenti parte del Gruppo Primavera di Rivalta si incontrano con Franco Barbero per concordare la prosecuzione del gruppo catechesi.

    VENERDI' 12 e 26 FEBBRAIO dalle ore 17,45 alle ore 19,15 – Corso biblico a Torino: presso la sede di via Principe Tommaso 4, proseguiamo la lettura del libro di Siracide.

    DOMENICA 21 FEBBRAIO alle ore 17,30 - Eucarestia della comunità di base di Saluzzo

    SABATO 27 FEBBRAIO dalle ore 17 alle ore 18,30 - Gruppo "Primavera" a Rivalta: presso la cascina "Filo d'erba" in via Roma 9, ci incontriamo con gli adulti del gruppo per confrontarci nel secondo dei tre incontri previsti sui "linguaggi della fede", affrontando gli "i passi scandalosi e violenti della Bibbia". L'incontro sarà preceduto (dalle 15,30) da un momento di confronto con animatori e genitori del gruppo catechesi "grandi" sul tema "fede e adolescenza". Per maggiori dettagli si veda più avanti.

    DOMENICA 28 FEBBRAIO dalle ore 10 alle 15:30 - Incontro mensile della Comunità nascente di Torino in via Principe Tommaso 4. La giornata comunitaria prevede il seguente programma: accoglienza, eucarestia dalle ore 10:30, pranzo autogestito, ricerca pomeridiana a partire dalle ore 14. Per informazioni: Anna Serafini 0131/264149.

NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

Incontri con la parrocchia di San Lazzaro

Ringrazio coordinamento e parroco che continuano ad invitarmi per parecchi gruppi e celebrazioni nella parrocchia di San Lazzaro a Pinerolo.
Sarò in parrocchia nuovamente il mercoledì 23 marzo alle 14,45 e alle 20,45 per le liturgie del perdono. Non ho potuto essere disponibile per l'inizio della quaresima perché sono fuori città.
Lunedì 4 aprile, continuando la serie di incontri tra parrocchia e comunità di Via Città di Gap, affronteremo il tema assai impegnativo "Passi difficili e scandalosi nei due testamenti biblici" con una mia breve introduzione.
La gioia e la fecondità di questi incontri sono palpabili e finalmente si esce dalla pratica del proprio orticello.
In questi mesi incontro molti preti in ricerca. Il 16 febbraio sarà l'incontro con alcuni preti italiani dopo quello con i preti francesi, sempre accompagnati da un gruppetto di "laici adulti". Che dono di Dio…

Franco Barbero

Gruppo pinerolese "Uscire dalla guerra"

L'1 febbraio ci siamo incontrati per confrontarci ed organizzare l'assemblea pubblica su "La guerra non è il nostro destino" che si terrà presso il salone diocesano di via Del Pino a Pinerolo venerdì 26 febbraio alle ore 21 e sarà introdotta da una relazione di Renato Sacco, coordinatore nazionale di "Pax Christi".

La prossima riunione del comitato è convocato lunedì 22 febbraio dalle ore 17,30 alle ore 18,30, presso la sede della comunità di base in via città di Gap, 13, per definire gli ultimi particolari organizzativi dell'assemblea pubblica e parlare delle successive iniziative in cantiere. Ricordiamo che l'incontro è aperto a chiunque voglia partecipare.

Gruppo "Uscire dalla guerra"

(per informazioni: uscire-dalla-guerra@googlegroups.com)

Gruppo "Primavera" di Rivalta

Incontri mensili del gruppo adulti

- Sabato 9 gennaio ci siamo trovati a Rivalta per il nostro incontro mensile. Franco Barbero ha svolto la prima di tre "conversazioni" su "Le sfide della modernità al linguaggio della fede", individuando 4 tipologie di risposta, che, in estrema sintesi, sono:

1) Risposta tradizionalista, per cui  il linguaggio della fede è immutabile nel tempo ed ogni cambiamento è vissuto come pericoloso.
2) Risposta continuista, che prevede un "aggiornamento - abbellimento" del modo in cui parliamo di fede, che però si riduce in realtà ad una semplice operazione di cosmesi che non muta niente in profondità.
3) Risposta della teologia dei poveri, secondo cui l'essenziale è stare dalla parte dei poveri: un'impostazione che comunque non mette in discussione i dogmi.
4) Risposta delle teologia delle minoranze oppresse, che chiede cambiamenti strutturali e, distinguendo tra kerigma (il messaggio del Vangelo) e dottrina (storicamente condizionata dal contesto storico e culturale), guarda a tutti/e gli/le "esclusi/e", non solo ai poveri.
- Sabato 27 febbraio dalle ore 17 alle ore 18,30
, presso la cascina del "Filo d'erba" di Rivalta, ci vedremo per proseguire questo percorso sui linguaggi della fede: il secondo dei tre incontri previsti sarà introdotto da una relazione di Franco Barbero su "i passi scandalosi e violenti della Bibbia". L'incontro sarà preceduto (dalle 15,30) da un momento di confronto con animatori e genitori del gruppo catechesi "grandi" sul tema "fede e adolescenza".

Incontri mensili di catechesi

- Sabato 30 gennaio ci siamo incontrati per un'attività "light" nel pomeriggio con bambini/e e ragazzi/e dei gruppi catechesi, seguita un momento di preghiera e dalla cena comunitaria.
- Sabato 20 febbraio alle ore 17 (nell'usuale sede del "Filo") riprenderemo la nostra attività "normale", con cena di condivisione alle ore 19. Abbiamo già programmato l'incontro di marzo, che si dovrebbe tenere sabato 12 (ne riparleremo nel prossimo notiziario).

Francesco Giusti

Collegamento regionale cdb "allargato"

Venerdì 22 gennaio abbiamo partecipato al collegamento regionale "allargato", che ha visto la partecipazione di almeno 30-40 persone provenienti da tutte le cdb del Piemonte. Il  tema della discussione, introdotta da un interessante intervento di Cesare Melillo della cdb di Piossasco, era: "Ripensare l'essere comunità e movimento oggi, davanti ai cambiamenti ed alle sfide del tempo presente ed in un momento di grandi trasformazioni; quali compiti e quali priorità vogliamo darci, quale movimento vogliamo costruire".

Difficile riprodurre i contenuti del denso dibattito. Ci siamo lasciati dopo più di due ore di discussione con una proposta: rielaborare all'interno delle nostre comunità gli stimoli emersi ed individuare un tema da proporre per il prossimo incontro regionale.

Il prossimo collegamento regionale si terrà venerdì 11 marzo, alle ore 18, presso la sede dell'associazione "Opportunanda" (via S. Anselmo 28 a Torino).

Francesco Giusti

Collegamento nazionale cdb

Parteciperemo al prossimo collegamento convocato per i giorni 13 e 14 febbraio 2016 a Verona, presso la sede del "CUM", dedicato in gran parte all'organizzazione del prossimo convegno nazionale, che si terrà dal 23 al 25 aprile 2016 a Verona ed affronterà il tema "Al tempo di Francesco si aprono nuovi cammini di liberazione per le comunità cristiane e per la società?....".

Come già ricordato nel notiziario di gennaio, uno dei quattro laboratori previsti sarà animato dalla nostra comunità. Il titolo che abbiamo proposto è "Linguaggi e contenuti della fede: alla ricerca di nuovi linguaggi e prassi della fede che parlino al nostro tempo".

Francesco Giusti

RECENSIONI (a cura di Franco Barbero)

Asma Lamrabet, Le Coran et les femmes. Une lecture de libération
Scritto in un francese chiaro ed accessibile, questo è uno dei tanti libri che l'Autrice ha pubblicato in questi ultimi 30 anni per sfatare il pregiudizio antifemminista rispetto al Corano e a tutto l'Islam.
L'Autrice fa parte di un folto gruppo di intellettuali musulmane che compiono una rilettura dei Testi a partire da una diretta esperienza di fede e da una prospettiva femminile.
Esse vogliono contestare una certa analisi che definisce l'ineguaglianza rea uomo e donna come parte integrante del Corano.
Queste teologhe musulmane dimostrano che certe letture tendenziose e maschiliste, convalidate da culture e costumi patriarcali hanno legittimato queste disuguaglianze.
Si tratta dunque di un vero movimento di liberazione, una liberazione pienamente ancorata e vissuta dentro la tradizione, la spiritualità e la ricerca islamica.
Un libro meraviglioso che introduce nelle mille stanze dell'Islam e ne rivela le tante possibili sfaccettature e i tanti sentieri della liberazione che molte donne musulmane percorrono.
Merita una lettura attenta.

In libreria per Tawhid editions, Lyon - Paris 2007, pp. 220, € 12

Miguel Benasayag, Oltre le passioni tristi

Quando segnalo i libri di questo filosofo e psicanalista argentino, che ora lavora a Parigi, perdo il senso della misura.

Avendo collezionato le sue opere e avendole prese e riprese in mano con impegno ed emozione, provo una sintonia ed una empatia che probabilmente esagerano lo spessore e la lungimiranza culturale e terapeutica dell'Autore e delle sue elaborazioni. Mi trovo in profonda sintonia di analisi. Mi interessano, certo, "le dispute di cappella tra le varie scuole psicanalitiche"(pag. 58), ma soprattutto mi convincono le sue analisi sulla distruzione dell'interiorità dell'uomo della modernità.

La cultura "panottica" proietta il soggetto in un processo di adattamento, senza che siano incoraggiate e valorizzate le energie della conflittualità e del rischio di essere se stessi.

"Se il panottico è nato come una terribile prigione, oggi è diventato il modo di vivere cui aspira una maggioranza di nostri contemporanei" (pag.34).

Il principio dell'apparire crea la società dello spettacolo in cui i nostri contemporanei desiderano offrire in visione diretta la loro intimità. Ma, per andare oltre le passioni tristi, l'Autore, ci accompagna alla scoperta delle potenzialità inespresse per rompere le catene del neoliberismo che isola le persone nella loro solitudine e sofferenza. E' pane buono per la nostra interiorità e per guardare alla vita con amore e speranza.

In libreria per Feltrinelli edizioni, Milano 2016, pp. 160, € 18

AA. VV., Dieci parole chiave su Gesù di Nazareth

Il volume, a cura del teologo spagnolo Juan Josè Tamayo-Acosta, riporta alcuni studi di teologia della liberazione e di teologia femminista sempre con una marcata attenzione all'orizzonte etico. Tra questi Jacques Dupuis, citato ieri.
Dopo una veloce rilettura delle tappe della ricerca sul Gesù della storia, gli Autori convergono sul fatto che le "formule" rischiano di imprigionare Gesù in una scatoletta dogmatica.
"Credo che oggi siamo in grado di sapere quando basta per affermare che Gesù fu agli occhi dei suoi contemporanei, come dice lo studioso M. Quesnell, una personalità fuori dal comune, la cui vita fu guidata da una  vocazione eccezionale" (pag.101).
"La maggior parte dei titoli attribuiti a Gesù nei Vangeli non provengono dal Gesù della storia, ma sono sviluppi cristologici della comunità primitiva" (pag.102) che non sono scaturiti dal nulla, ma nel tentativo delle origini cristiane di illustrare, con questi linguaggi e con queste metafore, la funzione di Gesù e la sua singolare intimità con Dio. Quando Gesù "ha fatto riferimento a Dio, lo ha fatto come ragione, fondamento e riferimento ultimo della sua prassi" (pag. 199).
In ogni caso si tratta di una "intimità con Dio che non è identità" (pag.202) con Dio.
In seguito, per indicare questa intimità, la tradizione cristiana, assumendo categorie filosofiche greche, parlò di unione ipostatica": "Espressione che acquisisce senso soltanto nei suoi particolari contesti storici, abbastanza estranei alla nostra mentalità contemporanea.
Ai nostri giorni, va detto, tale espressione ha perso come minimo tutto il suo carattere di "vangelo" e solleva il problema che oggi rappresenta una delle maggiori zavorre del cristianesimo e dal quale però le nostre chiese non sembrano disposte a prendere le distanze... la ellenizzazione della fede" (pag.202).

In libreria per Cittadella edizioni, Assisi 2002, pp. 448, € 31,50

SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE

Quando le religioni manipolano Dio

Lettera firmata

Buongiorno don Franco, sono una ragazza lesbica di ... e le scrivo per chiederle un'opinione: come è possibile che Cristiani e Musulmani possano seguire lo stesso Dio quando Gesù ha predicato l'inclusione e l'accoglienza mentre, d'altra parte, Maometto è stato un guerriero e, a quanto pare, secondo la dottrina islamica, l'omosessualità preclude il paradiso e solo chi si converte all'Islam può guadagnare il Paradiso?

E' veramente così "castrante" la dottrina islamica oppure esistono teologie alternative a quella ufficiale come è nel Cristianesimo? L'Islam è in grado di accettarci e, in generale, accetta chi ha una fede diversa da essa?

Mi saprebbe indicare qualche teologo islamico "contestatore"?

La ringrazio per il lavoro che da sempre ha fatto e le auguro una buona giornata.

Risposta di Franco Barbero

Cara ..., trovo molto intelligente e concreta la tua domanda.
Quando si dice Cristianesimo e Islam, cristiani e musulmani, bisogna subito entrare in un mondo plurale. Come nel cristianesimo esistono fenomeni come il Family Day e il fondamentalismo, così tra i musulmani esistono innovatori e tradizionalisti rigidissimi. La realtà quindi, è più sfumata, ricca, articolata e costruttiva di quanto le rispettive versioni ufficiali e la vulgata popolare vogliano far intendere.
Chi conosce il rigore della ricerca ed è abituato a partire dal vissuto delle persone, sa che dentro ogni tradizione esiste una ricca e contraddittoria pluralità di voci.
Rispetto alla tua domanda, ti assicuro che puoi attingere ad una fiorente teologia islamica della liberazione in cui molte donne teologhe da decenni lavorano per una nuova visione dell'islam e del rapporto donne-islam.
Ti propongo un itinerario di studio in cui tu possa personalmente documentarti. La conoscenza dei testi è sempre meglio di un Bignami....
Potresti partire dal libro "Il Corano e la donna"  di Amina Wadud (ed. Effatà, via Tre denti 1, 10060 Cantalupa). Scritto tra il 1986 e 1990, il testo ha aperto una serie infinita di letture del Corano in una  prospettiva di genere. Così pure il volumetto " Teologhe, musulmane, femministe" , della stessa casa editrice, ti sarà molto utile. Soprattutto non trascurare le note  e i rimandi bibliografici.
L'slam ha ormai prodotto una montagna lussureggiante di opere di riflessione critica specialmente in francese e inglese.

Ti segnalo anche 2 preziosi volumetti tra i tanti che popolano la mia biblioteca: Abdennaur Bidar, "Un Islam pour notre temps" (Editions du Seuil) e Malek Chebel, "Manifeste pour un Islam des Lumières" (Paris). Non ho certo bisogno di ricordarti il libro del teologo Hans Kung, "Islam" (ed. Rizzoli). Carissima, la conoscenza è liberante. Sarò disponibile a segnalarti altre opere, qualora tu lo desideri. Se segui il mio piccolo blog, proprio domani troverai altre segnalazioni. Ti abbraccio forte. Allah è "grande nell'amore ". Sono i poteri religiosi che lo deformano.

Maternità surrogata, uno scambio ineguale

Nel dibattito sulla maternità surrogata c'è un grande assente. Si tratta dell'art. 3, secondo comma, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che stabilisce «il divieto di fare del corpo umano e delle sue parti in quanto tali una fonte di lucro». In base a questa disposizione, contenuta in un documento che — ricordiamolo — ha oggi lo stesso valore giuridico dei Trattati, sono vietate nell'ambito dell'Unione non solo la vendita del rene o l'affitto dell'utero, ma anche la vendita di "prodotti" corporei come il sangue, gli ovuli, i gameti, che possono essere donati, ma non divenire merce di scambio sul mercato. Simili pratiche (con l'eccezione della vendita del rene, oggi consentita — a mia conoscenza — solo in Iran), sono invece perfettamente lecite al di fuori dell'Unione europea; non solo in India o in Ucraina, ma negli Stati uniti, dove da anni esiste e prospera un fiorente mercato del corpo.
Sottrarre alle persone, uomini o donne che siano, la possibilità di disporre a piacimento di ciò che "appartiene" loro nel modo più intimo significa esercitare una forma di paternalismo? Qualcuno lo sostiene. Se di paternalismo si tratta, certo è lo stesso che giustifica la previsione dell'inalienabilità e indisponibilità dei diritti fondamentali. In stati costituzionali di diritto, come il nostro, non si può vendere il voto, e un contratto con cui qualcuno si impegnasse a farlo sarebbe nullo. Lo stesso dicasi del contratto attraverso il quale qualcuno disponesse, "volontariamente", di rinunciare alla propria libertà, dichiarandosi schiavo di qualcun altro.

La ratio di simili divieti è chiara: si tratta di impedire che soggetti in condizioni di debolezza economica e culturale compiano scelte a loro svantaggio solo apparentemente libere, in realtà tristemente necessitate. Là dove simili divieti non esistono, o sono rimossi, i diritti diventano, da fondamentali, patrimoniali: la salute e l'istruzione si vendono e si comprano, così come le spiagge, l'acqua potabile, l'aria pulita. L'ultima frontiera è quella della cannibalizzazione del corpo e dei suoi organi che, da «beni personalissimi», «la cui integrità è tutt'uno con la salvaguardia della persona e della sua dignità» (L. Ferrajoli), vengono degradati a beni patrimoniali, merce di scambio sul mercato capitalistico.
«Di quale esercizio della libertà si può parlare quando il condizionamento economico esclude la possibilità di decisioni davvero autonome?»- si chiede Stefano Rodotà. E prosegue: «Ecco perché appare necessario collocare il corpo fuori della dimensione del mercato, consentendo invece che le allargate possibilità di disporre di sue parti o prodotti possano essere esercitate nella forma del dono, come espressione della solidarietà» (Libertà personale. Vecchi e nuovi nemici, in Quale libertà? Dizionario minimo contro i falsi liberali, a cura di M. Bovero, Laterza 2004).

Si tratta di un principio che vale per il sangue, che, nel nostro paese, si dona ma non si vende. Può essere esteso all'utero? È possibile difendere il "prestito" dell'utero, distinguendolo dal vero e proprio "affitto"? Anche sul dono, in realtà, è bene fare un po' di chiarezza. Sulle pagine dei giornali (come anche sul manifesto) si sono pubblicati racconti di donne che, per "amore", portano avanti gravidanze per altri. È una generosità che si può ben comprendere quando riguarda persone che intrattengono fra loro legami di affetto, intimità, amicizia: la sorella o l'amica che si offrono di aiutare una persona cara a realizzare il sogno della genitorialità. Davvero eroico — e anche un po' sospetto — appare invece il gesto della donna che mette il proprio corpo gratuitamente a disposizione di sconosciuti, contattati attraverso un'agenzia (anch'essa mossa da pure intenzioni oblative?).
Di sicuro si tratta di un genere di altruismo che non trova riscontro nell'enorme mole di studi antropologici, psicologici, sociologici che — da Marcel Mauss in avanti — si sono occupati del fenomeno del dono. Questi studi ci dicono che, in realtà, il dono davvero gratuito non esiste. Dalla notte dei tempi, il dono è uno strumento per creare e rinsaldare legami sociali. Comporta sempre l'aspettativa di una restituzione, non intesa nei termini contabili dello scambio mercantile, ma in quelli morali e relazionali propri del paradigma della
 
reciprocità (rinvio, per farsi un'idea a Il dono perduto e ritrovato, Manifestolibri 1994). Come può rientrare in questo schema la maternità surrogata a favore di estranei, in molti casi destinati a rimanere tali?
Il confronto con la donazione del rene — con tutte le differenze del caso — può aiutare ad orientarci. Mentre fino a qualche tempo fa in Italia, come in molti altri paesi, il prelievo del rene da persone viventi era consentito solo a patto che esistesse un legame di parentela o di affetto tra donatore e ricevente, e che fosse escluso il passaggio di denaro tra di loro, una legge del 2010 ha introdotto la cosiddetta "donazione samaritana" (su cui rimando a P. Becchi, A. Marziani, Il criterio di reciprocità nella donazione degli organi. Per un nuovo approccio alla questione dei trapianti, Ragion pratica 39, 2012, cui ho attinto largamente per le considerazioni che seguono ). Si tratta in sostanza della possibilità, aperta a chiunque, di donare un rene a una persona sconosciuta, la cui individuazione spetterà esclusivamente al personale medico.
La legge prevede che il donatore ed il beneficiario rimangano all'oscuro dell'identità l'uno dell'altro e che non stabiliscano alcun legame tra loro neanche dopo l'intervento. Quando ho appreso dell'esistenza di questa norma, ho provato a immaginare l'identità della persona tanto generosa da farsi mutilare "per il bene dell'umanità".
Un angelo? Un autentico soggetto morale kantiano, che agisce per il dovere e solo per il dovere, senza cercare alcuna gratificazione personale?
In realtà, se andiamo a vedere come ha finora funzionato questa legge, scopriamo che i (pochi) casi in cui è stata applicata riguardano soggetti in condizioni del tutto particolari, come i detenuti. È facile immaginare le motivazioni che possono spiegare il loro gesto: il bisogno di espiare, così diffuso tra i soggetti subalterni, incoraggiati magari dalle premurose pressioni di pii assistenti spirituali. La pulsione narcisistica a compiere un atto eroico, super-rogatorio, in grado di riscattare una vita "sbagliata". Certo, la donazione del rene ha conseguenze ben più devastanti, per il donatore, di quanto non comporti condurre a termine una gestazione per altri (che, pure, non è una passeggiata, né un'esperienza priva di conseguenze sul piano fisico e psichico). Non riesco comunque a non chiedermi se i casi di maternità surrogata per "amore" di estranei non si prestino a una simile lettura.

Teniamo presente che nella stragrande maggioranza dei casi, oggi, nel mondo, la maternità surrogata avviene dietro compenso (talvolta mascherato da rimborso spese o regalo). Un nuovo, potenzialmente enorme, mercato si sta aprendo, con giri di affari per nulla trascurabili se si tiene conto del contorno di agenzie di intermediazione, cliniche private, consulenze legali e assicurative che comporta. È di questo che dobbiamo discutere. Sia che coinvolga donne del terzo mondo, indotte a mettere la propria capacità riproduttiva al servizio di coppie benestanti dell'Occidente, sia che riguardi donne statunitensi che investono i trenta o cinquantamila dollari ricavati dalla gestazione per pagare l'università al figlio, stiamo parlando di scelte necessitate, o fortemente condizionate, da fattori economici. Non chiamiamola, per favore, libertà. Assomiglia troppo alla libertà del proletario di vendere la propria forza-lavoro al capitalista.

 

Valentina Pazè (da "Il manifesto" di sabato 9 gennaio 2016)

Intervista di Maria Margherita Peracchino a Franco Barbero

Quali sono le ragioni teologiche in base alle quali voi sostenete la 'bontà' di questa legge sulle unioni civili?

La bontà di questa legge sulle unioni civili non ha nessun bisogno di una ragione teologica. Come teologo, mi compete solo constatare che nulla in questa legge contraddice il messaggio biblico. La Bibbia non fornisce risposte concrete rispetto alle modalità storiche in cui si coniuga l'esperienza famigliare, ma ritiene valida ogni relazione che contiene ed esprime amore, diritti e doveri.

E' ingenuo, fuorviante e culturalmente insostenibile la pretesa di ricavare dalla Bibbia le precise risposte ai problemi di oggi.

La Bibbia non è un prontuario di risposte pronte all'uso. Alla Bibbia vanno poste le domande giuste per non sottrarci alla nostra responsabilità di incarnare nel nostro tempo il messaggio dell'amore nei mutevoli contesti storici. Chi cerca nella Bibbia il "codice etico, universale, immutabile", ha imboccato la strada del fondamentalismo.

In positivo posso soltanto dire che, quando si allarga la tenda dell'amore, quando le relazioni producono nuovi spazi di amore, un cristiano non può che fremere di gioia perché il sogno del Dio che accompagna le Sue creature verso la pienezza, trova nuove modalità espressive.

Quando si parla di unioni civili e Chiesa cattolica, secondo lei, il cuore della questione riguarda i bambini o l'omosessualità?

A mio avviso, i bambini vengono usati come pretesto e come terrorismo morale. In realtà i bambini abbandonati e abusati non sono mai stati il centro dell'interesse e dell'intervento della gerarchia che semmai, è stato molto premurosa nell'annetterli alla propria istituzione e di catechizzarli. Le eccezioni confermano la regola.

Si pensi quanta opposizione l'istituzione cattolica ha dimostrato contro l'educazione affettiva, sentimentale e sessuale nelle scuole.

Il nodo è l'omosessualità perché mette in crisi il modello unico patriarcale che la gerarchia non ha mai superato. Tale modello è estremamente funzionale al mantenimento di un potere che si traveste da Dio.

Poi, siccome dentro l'istituzione la presenza di prelati e sacerdoti omosessuali è tanto alta quanto nascosta, è chiaro che su questo vissuto umano la gerarchia può solo reagire negando, nascondendo, chiudendo gli occhi davanti alla realtà.

Secondo i cattolici 'dissidenti' delle Comunità Cristiane di Base cos'è la famiglia definita nelle Sacre Scritture?

Intanto i due Testamenti biblici non conoscono un modello di famiglia secondo l'attuale dottrina cattolica.

I racconti delle origini che troviamo in Genesi 1 e 2 sono mitologici e non intendono affatto codificare un modello. Fare di un mito o di un particolare inveramento storico un modello dogmaticamente assunto, significa precipitare nel fondamentalismo e, addirittura, nel ridicolo.

Abramo ebbe 3 mogli, Giacobbe 2, Davide 8, Salomone 700....Evidentemente il Primo Testamento non voleva promuovere la poligamia. Così nel Secondo Testamento la famiglia uomo-donna conosce, come in Paolo e in Matteo, la possibilità di essere sciolta. Così è innegabile che spesso facevano parte della famiglia i servi e gli schiavi.

E se la gerarchia cattolica volesse proclamare come modello naturale ed immutabile la realtà tragica di lunghi secoli, dovrebbe ammettere di aver propagandato e difeso una famiglia tutt'altro che esemplare: la donna era assolutamente sottoposta al marito e lo scopo primario del matrimonio cristiano convergeva nella procreazione. Questo durò fino al Concilio vaticano II.

La famiglia che la gerarchia cattolica difende come fondata sulle Scritture è frutto di una manipolazione dei testi biblici, come tutte le scienze dell'interpretazione ormai hanno dimostrato. Inoltre tale "esclusivismo", tale modello unico nega la realtà storica nel suo dispiegarsi in modalità plurali e in continua evoluzione.

E' ovvio che un modello unico è più facilmente controllabile.

E' tragico: mentre il messaggio biblico propone e fa centro sull'amore, la gerarchia si occupa di difendere un modello.

«Per la Chiesa non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione», ha affermato Papa Francesco in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario del tribunale della Rota Romana, il 22 gennaio scorso. Non crede che semplicemente il Papa abbia ribadito un principio senza per questo, come è stato invece sostenuto, sostenere che tale principio debba diventare legge?

Sovente le gerarchie cattoliche quando hanno ribadito dei principi, hanno poi tentato di influenzare i poteri politici. E' una storia lunga e ben documentata purtroppo....Questa Italia ne sa qualcosa.

Ma ribadire come principio che la gerarchia sa qual è la famiglia voluta da Dio è di per sé un assunto teologico blasfemo e storicamente confutabile.

Mille volte le gerarchie hanno parlato in nome di Dio, hanno acceso roghi in nome di Dio, hanno messo a Dio i panni del potere servendosene per i propri interessi.

E poi, diciamola tutta, è proprio casuale questa dichiarazione di papa Francesco mentre in Parlamento si discute sulla proposta di legge Cirinnà.

  (pubblicata su "Indro" on line margherita.peracchino@lindro.it)

Superstizioni e dintorni

Chi pagherà la traslazione delle spoglie di San Pio da San Giovanni Rotondo a Roma, in occasione del Giubileo? Non il Vaticano, ovviamente. La risposta esatta è: la Regione, anzi, i pugliesi. Miracoli a spese del contribuente. È l'opera pia dei consiglieri regionali riuniti in Prima commissione durante l'approvazione del bilancio. Un bilancio, c'è da dire, fatto di razionalizzazioni pesanti un po' dovunque, dalla sanità ai trasporti. Ebbene, in questa situazione sono spuntati 100mila euro necessari . La somma verrà erogata in favore della fondazione Voce di Padre Pio.
Unici contrari: i grillini. "un santo abbiamo in Puglia. Lo dobbiamo pure trattare male?».

"Non ho mai baciato una donna, neppure mia mamma …. La facevo piangere perché non le scambiavo i suoi baci... avrei creduto di far male". Così giurava Fra Pio ad uno dei suoi più inflessibili detrattori. Era Paul Pierre Philippe, poi anche Vescovo e Cardinale, che lo accusava di essere un falso mistico. Papa Giovanni XXIII lo qualificò " disastro di anime" e "immenso inganno". Padre Gemelli inviato dal Vaticano a visitarlo "le stimmate frutto di autolesionismo e isteria opera di uno psicopatico"….Anche un papa può sbagliarsi, però….
ll nostro hotel di San Giovanni Rotondo, offre la possibilità di vivere una vacanza all' insegna della spiritualità e alla scoperta della vita del Santo Padre, il grande uomo che visse in questo paese fino alla sua morte.  L'Hotel si trova in una posizione ottimale, a cinque minuti a piedi dal Santuario di Padre Pio e dall' Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, voluto fortemente dal frate con le stigmate.
La buona posizione,  permette ai pellegrini di visitare i luoghi principali con grande facilità e senza perdite di tempo. A poca distanza si trova la Chiesa Santa Maria delle Grazie dove il 22 settembre 1968 il Santo celebrò la sua ultima messa, ma anche la Via Crucis in onore di Padre Pio che percorre le pendici del monte Castellano dove sono state allestite 14 stazioni. Emozionante e coinvolgente la visita alla salma di Padre Pio custodita nella cripta a lui dedicata e  il crocefisso delle Stimmate, dove il frate il 20 settembre del 1918 ricevette le stimmate.
Qualcuno penserà che non mi va bene niente ma ciò non mi ferma nel fare alcune riflessioni:
1) Un individuo che non bacia sua madre perché è una donna è un extraterrestre non un essere umano
2) Il popolo di Dio, e soprattutto quelli che ne sono emarginati, non hanno bisogno di corpi mummificati come esempi tra loro per gustare la misericordia di Dio, bensì di cristiani vivi e consapevoli che non giudicano, non escludono ma che accolgono
3) Un cattivo sospetto (da verificare) mi viene: non è che la crisi ha fatto affluire un minor numero di pellegrini in Puglia e allora viene utile una nuova ostensione, ancor meglio se in S. Pietro a Roma?
4) Pensavo – illuso – che dopo lo scandalo di 500 anni fa delle reliquie che divise i cristiani non si ricorresse più a tutto ciò…dimenticavo che già lo scorso anno delle ossa di S. Giovanni Bosco sono state portate a spasso in mezzo mondo…..
5) Che l'iniziativa (a dire del padre generale dei Cappuccini) sia stato un suggerimento dello Spirito Santo al papa poi ….
6) Pensavo che papa Francesco avrebbe fatto fare passi avanti ai cristiani…forse mi sbaglio …indulgenze, reliquie, suffragi non possono essere archiviate….
7) Quando si parlava di libertà (o libertà di coscienza) si raccontavano barzellette….penso non basti più cercare di essere una persona giusta, buona, onesta: bisogna essere devoti di qualche santo o di qualche madonna che facciano da garanti…
8) Misericordia= perdono= confessione: come mai nessuno si chiede come mai da anni la confessione è in ribasso? Sarà che tutti sono diventati cattivi e perversi? Oppure….Qualche mea culpa mi sembrerebbe opportuno, o no?
9) Dicono che il GIUBILEO  "è quindi fondato sul valore delle indulgenze e sul potere che la Chiesa ha di elargirle". Se Dio mi è Padre mi basta che sia Lui indulgente verso di me…

10) Consiglio vivamente (magari anche alle Alte Sfere) di leggere "Vita e morte senza miracoli di Celestino V" di A. Zarri ed. Diabasis… più illuminante di un'enciclica papale o di un Sinodo…
11) Se – come già tanti hanno fatto – pensate di mettere la statua del nostro Santo su una mensolina di casa o del giardino per un'ulteriore assicurazione sulla vita eterna….di sicuro. Qualcuno se lo segnerà sul taccuino dell'aldilà per provvedere alla bisogna!

Paolo Struffolino

Sapersi indignare

Viviamo tra povertà galoppanti ed ingiustizie crescenti anche nel nostro Paese. In questo contesto i nostri amministratori mettono a disposizione personale, risorse di ogni genere e denaro pubblico per trasportare la salma di padre Pio che giunge in vaticano.
Tutto fa brodo in questo colabrodo culturale. Non abbiamo bisogno di salme da incensare e di reliquie da  venerare. Abbiamo bisogno di mettere le nostre risorse e i nostri cuori, le nostre mani e i nostri soldi per alleviare le sofferenze dei vivi, per solidarizzare con i più poveri e i meno fortunati di questa società. Ma la spettacolare ostensione cadaverica di padre Pio ha alcune motivazioni vaticane ben evidenti. Papa Francesco cerca ogni strada per tenere insieme una chiesa a brandelli e con alcuni comparti in liquidazione. In più il mito di padre Pio e il turismo alberghiero ad esso collegato hanno subito negli ultimi anni un tracollo: alberghi che chiudono e vengono trasformati in aziende o in case di abitazione. Il viaggio trionfale verso Roma è un rilancio del culto che andava spegnendosi.  Però, davanti a tale spettacolo, se qualche teologo alzasse la voce, forse aiuterebbe un po' a non disperderci tra le superstizioni con l'alibi della religiosità popolare.

Mi sento profondamente offeso da questa banalizzazione della fede e mi sento indignato perché ancora una volta la gerarchia inganna le persone manipolando il loro bisogno di aiuto.

Franco Barbero

Il rapporto di Gesù con Dio

Il teologo cattolico Jon Sobrino, nel volume "Dieci parole chiave su Gesù di Nazareth" (Cittadella) scrive: "Il rapporto di Gesù con Dio è stato come quello di una creatura, e si è espresso in maniera specifica e globalizzante: relazione di fiducia, e per questo motivo Dio è "Abba" per Gesù, e relazione di disponibilità, e perciò per lui l'Abba continua ad essere Dio" (pag. 280), quel Dio che il nazareno prega, come ricorda con vivi accenti di umanità la lettera agli Ebrei (5,7). Egli si pone davanti a Dio con umiltà e nell`oscurità: "pur essendo il figlio imparò l'obbedienza" (Ebrei 5.8)".

Multiculturalità e interculturalità

Senza saperlo e senza costruirci alcuna teoria, Schweitzer fu maestro di quella che oggi chiamiamo interculturalità.  Parola tecnica, persino difficile ma che esprime un concetto semplice: l'incontro e lo scambio tra persone di diverse tradizioni culturali.
Benché venga considerata un sinonimo, essa è cosa ben diversa dalla multiculturalità. Questa si limita a constatare che in una società esistono persone che esprimono culture differenti, ciascuna delle quali basta a se stessa. Al contrario per interculturalità si intende un processo di incontro tra culture diverse che, dialogando tra loro, producono una situazione dinamica , in altre parole una relazione.
Su questa relazione - sulla sfida  del percorso insieme a uomini e donne di un'altra tradizione e di un'altra cultura - Schweitzer scommise tutta la sua vita.
"Camminiamo come nella semioscurità e nessuno riesce  a distinguere bene i tratti dei compagni  -scrisse - ma qualche volta un avvenimento in comune , una parola scambiata , ce li illumina come un lampo e li vediamo come sono veramente. Poi, per un lungo periodo, riprendiamola strada insieme, al buio  e tentiamo di immaginarci i loro tratti".
Ecco una bella immagine che descrive la ricchezza, il fascino ma anche la sfida di una società interculturale.

Paolo Naso (tratto da "Riforma")

Figlio mio

"Porgi il tuo orecchio al povero e rendigli un saluto di pace con mitezza.

Strappa l'oppresso dal potere dell'oppressore e non essere meschino quando giudichi.

Sii come un padre per gli orfani, come un marito per la loro madre: sarai come un figlio dell'Altissimo, ed Egli ti amerà più di tua madre".

(dal libro di Siracide 4, 8-11)

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