lunedì 1 febbraio 2016

Gioco d'azzardo, convegno in ateneo: "Ecco cosa c'è dietro"

«Dalle slot machine ai casinò online, il gioco d'azzardo è cresciuto in maniera impressionante. Soprattutto, ora si può giocare sempre, dovunque e comunque. Basta guardarsi attorno per accorgersene», dice Peppino Ortoleva, storico e massmediologo dell'Università  di Torino. Ecco perché l'ateneo dedicherà un convegno internazionale, oggi e domani, a questo tema. Il titolo "About gambling. Che cosa non sappiamo del gioco d'azzardo» e l'appuntamento è nell'Aula multifunzione 1 della Cavallerizza Reale.
Del resto, i numeri confermano che pure in Piemonte esiste questa onnipresenza del "gambling", come viene chiamato nel mondo anglosassone: gli ultimi dati dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli parlano di 1.590 locali sono a Torino, con dentro quasi 7 mila slot machine, mentre si stima che il giro d'affari complessivo del gioco d'azzardo solo a Torino valga almeno 450 milioni, mentre i dati dell'assessorato alla Sanità del Piemonte parlano di quasi 1.300 persone che nel 2014 si sono rivolte alle Asl per curare questo tipo di dipendenza, contro i 166 utenti registrati nel 2005.
Eppure, spiega Ortoleva, «il tema del gioco d'azzardo va compreso in maniera profonda: ha una storia e ha delle basi sociali e culturali». Di qui l'idea di organizzare la due giorni che inizia oggi e che vedrà la partecipazione di studiosi da tutta Italia e non solo. Ci saranno infatti anche relatori internazionali, come Sheyla S. Zandonai, ricercatrice che sta studiando l'evoluzione di Macao, città asiatica ormai diventata la capitale mondiale del gioco d'azzardo, o come la consulente del governo danese Torill Mortensen.
Il convegno cercherà di approfondire un fenomeno che ha radici molto antiche che in Italia è esploso negli ultimi decenni. Secondo Ortoleva, i motivi sono molteplici: «C'è la crisi,  che ha creato in molte persone una forma sottile di disperazione e un senso di mancanza di futuro. Ma ci sono anche altre cause, come la penetrazione che avuto il gioco d'azzardo nel nostro paese. Fino a 30 anni fa si giocava nei casinò, oppure esistevano tempi specifici, come le estrazioni del lotto del sabato. Ora il gioco è continuo ed è dappertutto. Nessuno ha pensato di porre un freno a questa diffusione».
Stefano Parola

(la Repubblica 25 gennaio)