mercoledì 27 aprile 2016

ASCOLTO E ADORO IL MISTERO

Ascolto, e improvviso
Mi piace pensare a un prato,
a un'ombra fragile sul profilo di una casa,
e una ragazza e una madre e un fanciullo
sull'uscio, la porta che s'apre
e il pomeriggio che si allunga nel mondo
come una promessa di vita
che popola un'intera strada.
Se ora cade un sole tiepido,
tanto tiepido sull'orlo del meriggio,
e l'erba umida s'agita appena
per il muro della casa, e il marciapiede
che le corre tutt'attorno, fin dove
a sud è tutto un fiore il rosmarino,
quanto sei lontana, tu, nome e vita
di questa mia vita che si ricorda?
Pure, è una misura tanto breve
e sùbito un abisso, un oceano.
Tu non sai quanta vasta solitudine
questo sapore di sapere il bene
lontano, quasi prigioniero di un tempo
che ci manda tutte le sue canzoni
ma che qui più non tornerà, mai più.
Quante cose facciamo senza far niente:
accompagniamo il farsi della sera
con un canto di cortile e di speranza.
Ma c'è un tempo più vero su questa soglia:
la sua voce di fuoco ti parlerà
nel silenzio del cuore della notte.
E se ora cade un sole tiepido,
tanto tiepido sull'orlo del meriggio,
questo Amore risorto si ricorda di me.

Gabriele Via 20 aprile 2016