giovedì 30 giugno 2016

Comunità cristiana di base di via Città di Gap, Pinerolo

NOTIZIARIO DELLA CASA DELL'ASCOLTO E DELLA PREGHIERA

N°26 luglio e agosto '16


In evidenza:

     APPUNTAMENTI DI COMUNITA'

- 3/7 e 24/7 e 21/8: eucarestie

- 29/8: assemblea di programmazione

- 5-6/9: gruppi biblici

    NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

- 3 e 9/7: inc. Scala di Giacobbe

- 4/7: gruppo "Uscire dalla guerra"

- 28/7: inc. gr. "Primavera" a Pinerolo

     RECENSIONI

- H. Freedman Storia del Talmud

- J. Assmann Il disagio dei monoteismi

     SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE

- Il concilio pan-ortodosso…

    DALLA NOSTRA COMUNITA'

- Questa comunità

 APPUNTAMENTI DI COMUNITA' (via Città di Gap 13 -II piano)

     GIOVEDI' 30 GIUGNO ore 18: momento di preghiera sul salmo 119.

     DOMENICA 3 LUGLIO dalle ore 10 alle ore 11 - Eucarestia: prepara Franco Barbero su alcune strofe del salmo 119.

     GIOVEDI' 7 LUGLIO ore 18: "Abbracciare l'aurora e accogliere il tramonto". Meditazione sui salmi 18 e 19.

     GIOVEDI' 21 LUGLIO ore 18: ora di silenzio e preghiera

     DOMENICA 24 LUGLIO ore 10:30 - Eucarestia: insieme alla "Comunità nascente".

     GIOVEDI' 4 AGOSTO ore 18: riflessione sul sinodo pan-ortodosso appena concluso.

     GIOVEDI' 11 AGOSTO ore 18: ora di silenzio e preghiera

     DOMENICA 21 AGOSTO dalle ore 10 alle ore 11 - Eucarestia

     LUNEDI' 29 AGOSTO ore 18 - Assemblea mensile di programmazione

     LUNEDI' 5 SETTEMBRE dalle ore 15,30 alle ore 17 e MARTEDI' 6 SETTEMBRE dalle ore 21 alle ore 22,30 - Gruppi biblici: Franco introduce il libro di Qoelet.

 

NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

La Scala di Giacobbe (Gruppo gay, lesbico, bisex, transgender di Pinerolo)

Domenica 3 luglio

Gita alla Comba dei Carboneri, valle laterale della val Pellice nota soprattutto per il meraviglioso bosco di larici (1750 mt. circa di altitudine). Pranzo al rifugio Barbara Lowrie. 

Ritrovo alle ore 8,30 a Pinerolo in piazza Vittorio Veneto preso statua del generale Filippo Brignone.

In caso di maltempo la gita sarà rimandata alla domenica successiva.

Per poter pranzare al rifugio è necessario prenotare la propria partecipazione alla gita scrivendo a lascaladigiacobbe@gmail.com 

Sabato 9 luglio

Partecipazione al TORINO PRIDE 2016. Il tema di quest'anno sarà "Il domani ci appartiene". Il corteo partirà alle ore 17 da via San Donato a Torino.

La Scala di Giacobbe è un gruppo composto da persone gay, lesbiche, bisex, transgender, credenti e non credenti, di Pinerolo.

 (per info https://www.facebook.com/lascaladigiacobbe.pinerolo; lascaladigiacobbe@gmail.com)

Gruppo pinerolese "Uscire dalla guerra"

Lunedì 23 giugno si è tenuto il nostro quarto incontro pubblico dedicato al tema "La resistenza dei popoli della Mesopotamia tra esodo e rivoluzione". L'approfondimento ha riguardato soprattutto la "situazione curda".

La partecipazione come al solito è stata buona e qualificata. Un grazie alla parrocchia di San Lazzaro per l'ospitalità.

Il gruppo si ritroverà per una riunione organizzativa lunedì 4 luglio alle ore 17 nell'usuale sede di via Città di Gap, 13.

(per informazioni: uscire-dalla-guerra@googlegroups.com)

Gruppo "Primavera" di Rivalta

Domenica 23 giugno ci siamo incontrati per l'ultimo incontro prima della pausa estiva. Dopo un precena organizzativo, abbiamo pregato insieme e condiviso la cena con gli amici e le amiche del "Filo D'Erba".

Giovedì 28 luglio alle ore 20:30 ci ritroveremo nella sede della cdb di via Città di Gap 13 per programmare le attività del gruppo "adulti" del prossimo anno.

 

RECENSIONI (a cura di Franco Barbero)

Harry Freedman, Storia del Talmud

Talmud significa studio o insegnamento. Contiene un milione e 800 mila parole che compongono 37 volumi.
Gli ebrei sono il popolo dei Due Libri. Il più antico è la Bibbia, ma il più recente, il Talmud, è indispensabile per capire il giudaismo e l'intero ebraismo.
Si tratta come di un verbale delle discussioni che ebbero luogo nel corso di molti secoli, che trattarono dei principi e delle regole contenute nella Bibbia  e diedero alla religione ebraica la sua forma più completa.  La sua storia "compilatoria" è complessa come la sua sopravvivenza alle proibizioni, alle censure e ai roghi. Si tratta del "libro che non è stato possibile cancellare".
Queste mie brevi note hanno un solo significato: forse non avete mai letto uno scritto ed una storia così avvincenti. L'Autore riesce a documentare una storia coinvolgendo chi legge come se si trattasse di un romanzo.
La ricerca storica conferisce radici al nostro vivere quotidiano. Per un cristiano è fondamentale scoprire e riconoscere che nell'ebraismo stanno le nostre radici e che da esso siamo inseparabili.

In libreria per Bollati Boringhieri edizioni, Torino 2016, pp. 304, € 24

Jan Assmann, Il disagio dei monoteismi

Sono nati in tutto il mondo i suoi studi sui monoteismi. Questo libro è dedicato in particolare al monoteismo  ebraico nel suo  sviluppo nei secoli e nelle due più note versioni e si inserisce in un dibattito internazionale tuttora in atto: "Grazie a questo dibattito ho imparato a distinguere tra due forme di monoteismo: il 'monoteismo della fedeltà', che distingue tra fedeltà e tradimento e non nega l'esistenza di altri dei, ma che piuttosto la presuppone - altrimenti non avrebbe senso la fedeltà - e il 'monoteismo della verità' che dichiara gli altri dei 'idoli' nulli e vani" (p. 32).
Il problema non sta nel fatto che esistano i monoteismi (nella Bibbia Dio si presenta come legislatore... p. 55). "Il problema delle religioni rivelate non sta nella loro essenza, bensì nella possibilità di farne uso indebito per scopi politici" (p. 62).
Molto belle le pagine dedicate alla "parabola degli anelli" che già Boccaccio ereditò da tradizioni antiche.
Dunque, un libro affascinante e impegnativo anche sula piano lessicale. Ma bisogna leggere anche i libri difficili.

In libreria per Morcelliana edizioni, Brescia 2016, pp. 112, € 11

SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE

Compagna…

Compagna non di un giorno ma della speranza,

compagna che vivi la parola che dà la libertà.

Sulla tua bocca, nelle tue mani, spunta un sorriso che il vento disseminerà.

Per tutti gli angoli d'America Latina la voce della giustizia viene riscattata,

la rete della tenerezza è già lanciata.

Donna, esci dalla paura e corri verso la solidarietà.

Il tempo del silenzio è stato fecondo: hai conservato le tue parole nel fondo del tuo

essere... e oggi germogliano spontanee... non soffocano più.

In un canto alla vita dici: "ADESSO BASTA!".

Anna Mercedes Pereira

Tito Boeri: "I lavoratori stranieri sono fonte di ricchezza per l'Italia"

Gli economisti seri lo sanno, gli immigrati che lavorano in Italia sono come un dono per le casse disastrate del nostro paese. Perché versano contributi e magari lasciano l'Italia prima di poter ricevere la pensione, oppure perché lavorano e nemmeno sanno di avere questo diritto. Secondo il presidente dell'Inps Tito Boeri questo «dono» vale quasi 1 punto di Pil.
Con una visione europea della sicurezza sociale che manca a tutti i governi del vecchio continente che si sta sgretolando sotto i colpi della crisi, il presidente dell'Inps ieri è intervenuto a Verbania al seminario organizzato dalla Cisl intitolato I giovani, le donne e l'Inps tra presente e futuro anche per dire che gli immigrati non sono un pericolo ma piuttosto una risorsa fondamentale per ripensare un'altra idea di welfare e di Europa.
«Il timore che i migranti possano assorbire tutte le risorse del welfare è una visione inesatta. Loro versano, ogni anno, 8 miliardi alle casse del sistema di sicurezza sociale e ne prelevano sotto forma di pensioni e prestazioni sociali circa tre, con un saldo attivo di cinque miliardi di euro». Col tempo questo saldo è destinato a diminuire ma, come spiega Boeri, «molti migranti che hanno lavorato per noi pagando i contributi poi sono tornati nel loro paese senza mai percepire un euro. Noi vogliamo monitorare meglio queste situazioni con gli altri paesi». Insomma, bisognerebbe ringraziarli.
I dati del rapporto Worldwide Inps presentato lo scorso anno parlano chiaro. Gli stranieri nati prima del 1949 che hanno versato contributi senza ricevere la pensione sono 198.430 (il 21% del totale): più di 3 miliardi di euro regalati allo stato italiano. Poi ci sono 4,2 milioni di posizioni contributive che hanno già erogato contributi - che valgono più di 56 miliardi - e che non sono ancora arrivate a maturare i requisiti di vecchiaia. Negli ultimi anni gli stranieri versano mediamente tra i 7 e gli 8 miliardi di euro all'anno. «Se anche solo il 5% di questi contributi non dà luogo a prestazioni - disse lo stesso Boeri a commento del rapporto - si ha un flusso di free riding annuale di circa 375 milioni di euro, che si capitalizza nel corso del tempo». Quindi è falso dire che non ci sono risorse per investire sulle politiche di integrazione per gli stranieri.
L'Inps, ha detto Boeri, si sente saldamente in Europa e ha annunciato un'iniziativa per dare un contributo a questo senso di comunità: «Abbiamo chiesto ai nostri omologhi in tutta l'Unione di rafforzare il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e di condividere informazioni sui lavoratori che si spostano da un paese all'altro, istituendo un unico numero di sicurezza sociale».
Più diritti dunque, compreso quello di varcare quei confini che non sono mai stati così blindati. «Questa iniziativa - ha aggiunto il presidente dell'Inps - potrebbe anche rappresentare un senso di appartenenza e consentirebbe di mettere in atto il principio della libera circolazione in Europa, senza alcuna perdita di diritti che sono stati acquisiti in qualcuno di questi paesi». Dunque, economia politica per l'integrazione: «Il fatto di dover monitorare la mobilità dei lavoratori, seguendoli, serve pure a vincere molte delle preoccupazioni che ci sono e che danno luogo a delle spinte centrifughe».
Se prevalesse la razionalità sulla gestione dei fenomeni migratori, paure non dovrebbero essercene.

Luca Fazio

Il concilio panortodosso e il sale della chiesa

Siamo alla vigilia della domenica in cui i cristiani ortodossi festeggiano la Pentecoste. Festa che anche in Occidente dovrebbe essere preceduta da una "messa di mezzanotte", come quella di Natale e di Pasqua, ma che pochissime comunità celebrano, convinte dalla propria tiepidezza che vegliare in attesa dello Spirito sia semplicemente improponibile.
Questa Pentecoste è la data d'inizio del concilio panortodosso. Il primo dopo 12 secoli, preparato dal 1961, quando un papa, san Giovanni del Concilio, sognava che il suo Vaticano II sarebbe stata una nuova Pentecoste, come fu.
A più riprese, e ancora in gennaio a Chambesy, la "Sinassi dei Patriarchi" - l'organo che aduna i capi delle quattordici chiese della ortodossia - aveva confermato la data e trasferito la sede del concilio da Costantinopoli a Creta, per evitare che la crisi fra Putin ed Erdogan impedisse la venuta dei russi. Sempre la Sinassi aveva deciso di sottoporre al concilio cinque documenti, ora disponibili sul sito del concilio: quattro firmati da tutti i patriarchi; l'ultimo, sul matrimonio, con un voto contro.
Eppure nonostante quella firma solenne, s'è aperta una crisi drammatica fra le chiese ortodosse su se/come/cosa sottoporre al concilio di Creta. Tre chiese su quattordici (Bulgaria, Antiochia, Georgia) hanno chiesto negli ultimi giorni di rinviare il concilio e ridiscutere i documenti preparatori. Una questione tipica di tutte le vigilie conciliari, in tutte le chiese: chi ha temuto che un concilio breve (16-26 giugno) si sarebbe limitato ad approvare senza modifiche quei cinque testi ha chiesto tempo, per garantirsi che nelle pieghe dei documenti emergessero i segni di un antagonismo "antioccidentale" che alcuni ambienti giudicano irrinunciabile.
La Serbia ha ridiscusso la cosa, ma s'è schierata per il concilio. Invece lunedì scorso, il sinodo della chiesa russa ha deciso che, in assenza di tre chiese, nemmeno la Russia sarebbe andata a Creta. Non una adesione tout court al "rinvio", ma una posizione più sfumata: non esclude del tutto ripensamenti dell'ultimo minuto (nel 1962 Mosca mandò i propri osservatori al Vaticano II sul filo di lana) e mediazioni tipiche della fisiologia istituzionale dei concili, ma apre una crisi.
Il rischio del fallimento del concilio, dunque, è reale.
Ma non ha origini politiche e conseguenze teologiche: se mai viceversa. Il concilio — il padre di tutti i parlamenti — ha infatti una sua fisionomia politica. Ma ciò che decide di ogni concilio (e spesso dei parlamenti) è il modo in cui viene vissuto: un concilio che sappia pensarsi come evento di grazia, nel quale lo Spirito riunisce ciò che è diviso, suscita proprio per questo controspinte divisive, a cui si risponde teologicamente. Con la crisi di Creta la globalizzazione c'entra poco, la modernità niente: la questione è lo svelarsi di un deficit di fede, di cui la mondana svogliatezza di tutte le chiese — chiesa cattolica inclusa — nel pregare per il concilio è stata la riprova.
Questo deficit potrebbe portare ad un fallimento: e questo avrebbe conseguenze politiche.
Le più gravi riguardano la Russia. Andrebbe perduto l'investimento fatto dal patriarca Kyril e da Putin sui rapporti con Roma, giacché il papa non può scegliersi i propri interlocutori: e Matteo Renzi, che sarà al Cremlino fra poche ore e che era sindaco quando la Russia prestò un'icona di Andrei Rublev all'Italia per celebrare l'edizione del concilio ecumenico Niceno II, potrebbe spendersi perché Putin consigli gli assenti ad imbarcarsi in ritardo per Creta.
Per la Russia è in gioco anche altro. L'antica speranza dell'Ucraina di vedersi riconosciuta la "autocefalia" - cioè la costituzione in una chiesa autonoma nazionale rispetto al territorio canonico di Mosca - sarebbe oggettivamente incoraggiata dal frantumarsi della unità conciliare ottenuta nella Sinassi e getterebbe benzina sul fuoco della guerra che si combatte oltre lo Dnepr, che è anche una guerra di religione fra cristiani.
Le altre chiese che al momento sono attestate sul fronte del rinvio-boicottaggio della convocazione conciliare, che pure avevano sottoscritto, non rischiano poco: assecondare o farsi assecondare da Mosca le grava di responsabilità che eccedono di molto il peso dei paesi con cui si identificano, anche in sede europea. Certo, l'Europa politica non s'è nemmeno accorta che per la prima volta un concilio veniva convocato sul suo territorio: ma una "Lady Pesc" come Federica Mogherini e il suo capo di gabinetto Stefano Manservisi, che è stato ambasciatore in Turchia, dovrebbero sapere quanto pesano l'ortodossia e i patriarcati nel quadrante balcanico, anatolico, medio-orientale e interno. Il fiasco del concilio rafforzerebbe infatti le pulsioni nazional-autoritarie dei paesi "cattolici" dell'ex impero asburgico, aiuterebbe certamente Erdogan, e forse perfino lo Stato Islamico, che non è certo intimidito dalle intermittenti lamentele sulla persecuzione dei cristiani, ma solo dal rischio che la comunione fra cristiani dia un buon esempio all'islam sul modo di superare le guerre di religione fra musulmani da cui Is trae forza.
Il fallimento del concilio, tuttavia, avrebbe risvolti seri anche a Roma. Papa Francesco ha posto la sinodalità e l'unità come centro della riforma della chiesa e del papato, nella logica tutta bergogliana della rivoluzione "a norme invariate" e a tempi indefiniti. Se il concilio panortodosso fallisse, sarebbe una vittoria per i molti nemici e per i finti sostenitori della sinodalità che è al cuore della ecclesiologia riformatrice e dell'ecumenismo di Francesco.
Così il filo della matassa torna nelle mani di Bartholomeos, il patriarca ecumenico, arrivato a Creta ieri sera con il senso grave e la serenità di chi sa di essere - è non è la prima volta - davanti ad un momento supremo, a un "kairòs".
Bartholomeos, ha già fatto sapere che il concilio "inizierà" oggi con la celebrazione della Pentecoste nella cattedrale di Heraklion, ha dalla sua un principio canonico intangibile che richiama il famoso "quod omnes tangit ab omnibus approbari debet" della chiesa latina. Quel che è deciso dalla Sinassi infatti non può essere cambiato senza una decisione della Sinassi, convocata per la mattina di domani a Kolymbari.
Paradossalmente, dunque, la richiesta di rinvio rende ancor più necessario il concilio.
Il concilio infatti potrebbe decidere conciliarmente, come procedere: se attendere gli assenti, con un gesto tipico di tutta la tradizione conciliare; se sospendere i lavori per qualche settimana o mese; se riconoscere, come fecero i vescovi cattolici al Vaticano II, che il materiale preparato a Chambesy va riformulato, perché quello scritto con l'inchiostro della paura appare ad alcuni troppo scuro e ad altri troppo chiaro.
Ma il concilio potrebbe anche prendere atto del fallimento del suo carattere panortodosso. E riconsegnare ciascuno dei patriarcati ad una solitudine mondana, che li renderà meno liberi, meno in comunione e dunque, per definizione, meno cristiani. La decisione sul concilio insomma riguarderà tutti i cristiani e tutto il mondo. Nel mondo dove di globale c'è solo la divisione, le chiese possono assecondare lo spirito scismatico. Oppure lasciare che l'elica venga fatta soffiare in senso opposto dal Soffio che i discepoli sentono solo nel cuore del Silenzio più impalpabile. Quello che parlò a Elia sull'Oreb, quello che decide se le chiese nel mondo sono sale o sale insapore.

Alberto Melloni

La chiave del mattino

Non sono un letterato né uno scienziato.
Cerco soltanto di essere un uomo di preghiera.
Senza la preghiera avrei perso la ragione.
Se non ho perso la pace dell'anima, malgrado le prove, è perché questa pace viene dalla preghiera.
Si può vivere alcuni giorni senza mangiare, ma non senza pregare.
La preghiera è la chiave del mattino ed il chiavistello della sera.
La preghiera è un patto sacro tra Dio e gli uomini.

Gandhi

Albero, parabola della vita

Se penso alle tue radici le vedo infiltrarsi con tenacia negli anfratti del terreno, per succhiare il nutrimento necessario alla crescita della pianta, e per avvinghiarsi con forza al suolo per resistere all'assalto della tempesta. Lavoro umile, silenzioso, invisibile, costante, funzione essenziale per l'oggi e il domani.
Se guardo il tuo tronco che si innalza rigido e immobile, vedo i segni del tempo passato, le ferite a fatica rimarginate, le curve contorte alla ricerca dello spazio vitale verso la luce, e al suo interno so che viene registrato con cura il numero degli anni con l'alternarsi delle stagioni della crescita e del riposo, il ricordo delle annate ricche e di quelle povere, trovando spazio per una crescita continua.
Se osservo le tue chiome, le vedo vivere palpitanti ogni istante al minimo soffio del vento, al tempo stesso con tripudio di gioia e di passione. Dalle miriadi di fiori che si schiudono con gioia alle miriadi di insetti, agli abbondanti frutti che si offrono generosi per rallegrare un'umanità troppo frettolosa e poco riconoscente, alle vibranti foglie che accompagnano l'evolversi delle stagioni dal verde tenero della primavera alla ricca tavolozza di colori dell'autunno, per poi cadere a terra, esaurito il loro servizio.
Quanto simile a te la vita degli uomini che necessita di solide radici, di un tronco resistente e di rami pieni di vita. Abbarbicata e nutrita nel terreno solido della fede e degli ideali, incrollabile e tenace, malgrado le ferite, davanti alle traversie dell'esistenza, e ricca di frutti generosi di gioia, di vita e di amore da condividere con tutti.
Grazie, dunque, albero, parabola vivente della nostra vita.

Renato Coisson

(da "Un sentiero nella foresta", a cura del Comitato italiano per la Cevaa, 2006, p.140)

 

DALLA NOSTRA COMUNITA'

Questa comunità

  • Vivere davvero, cioè responsabilmente, questo nostro tempo diventa sempre più interessante. Così pure vivere in modo adulto la fede nel Dio di Gesù diventa un sentiero sempre più impegnativo ed affascinante.
  • Nella stagione piena di drammi, ma anche di sorprese, che stiamo vivendo, l'invito evangelico "state svegli" sembra scritto per ciascuno di noi e per la nostra vita quotidiana. Sono giorni in cui occorre tenere gli occhi ben aperti. Dall'Armenia all'Europa il futuro è in larga misura da progettare e da scrivere.
  • Ci auguriamo tutti e tutte un po' di riposo in questa strana estate. Ma questa "sosta" in comunità è scandita ed arricchita da parecchi  momenti di visite, di contatti, di accoglienza, di incontri personali.
  • Particolare importanza assumeranno alcune iniziative di silenzio e preghiera e alcuni  momenti di riflessioni e scambio che saranno introdotti dal nostro presbitero. State dunque attenti alle date riportate in questo notiziario e ad altre segnalazioni e proposte che compariranno sul blog.

Il nostro notiziario

Diversi lettori ricevono ormai via e-mail questo notiziario. Abbiamo così ridotto il numero di copie cartacee stampate. I precedenti numeri sono esauriti. Chi desidera riceverlo via mail ci risparmia una spesa piuttosto consistente.

Contattare Francesco (giupaz@tin.it; 320-0842573)

 

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In attesa del nuovo sito: le notizie riguardanti la comunità possono essere trovate nel blog http://donfrancobarbero.blogspot.it/