martedì 2 agosto 2016

ESEGESI E DOGMI


“Per l’esegeta il dogma non rappresenta qualcosa di fisso, dinanzi a cui ci sia solo sottomissione. L’esegeta non deve soltanto giustificare posteriormente il dogma, ma lo deve intraprendere in base alla sua visione.
L’esegeta deve dire che cosa, dal punto di vista della sua disciplina, un dogma può significare e non significare- ogni progresso della conoscenza esegetica è nello tempo un progresso nell’interpretazione dei dogmi. In questa determinazione dinamica e storica del rapporto tra dogma ed esegesi si concretizza l’unità di tensione che esiste tra Vangelo e dogma”.

(Walter Kasper, Il dogma sotto la parola di Dio, ed. Queriniana, 1965 pag. 139).