martedì 23 agosto 2016

INFERNO, SUFFRAGIO, INDULGENZE

Ma ancora pi inconciliabili sono dottrine, diventate dogmi, come la dannazione eterna, le indulgenze e il suffragio. Un Dio che condanni per sempre è la contraddizione più stridente con il Dio della misericordia che in molti tratti le Scritture ci testimoniano: "La chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte, discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell'inferno, il fuoco eterno. La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio…" (n. 1035). Un Dio sorgente di vita e fonte d'amore non ha nulla in comune con questa figura mostruosa di un Dio giudice – giustiziere.

Dove questo Dio contabile mostra il suo volto più sadico e ripugnante è nello sviluppo della teoria dell'espiazione, puntualmente ribadito nel Catechismo della Chiesa Cattolica alle voci "espiazione e sacrificio". Si deve ad Anselmo di Aosta lo sviluppo sistematico di questa impostazione: "L'impianto giuridico inscritto nella teologia della redenzione (peccato come offesa di Dio, la punizione proporzionata, il merito come diritto ad avere un premio) ha condotto all'assunzione della categoria di soddisfazione e alla distinzione tra pena eterna e pene temporali del peccato. Soddisfazione indica la prestazione con cui Gesù avrebbe compensato il Padre dell'offesa recatagli dai peccati umani, secondo il rigore della divina giustizia. Dio, infatti, essendo giusto, non avrebbe potuto perdonare l'uomo, senza una degna e proporzionata soddisfazione, che però solo un uomo – Dio avrebbe potuto offrire in modo adeguato. Da questo assunto Anselmo, con rigore logico, deduceva la necessità dell'incarnazione" (Carlo Molari, Rocca 4/2016).

La forma biblica che fa Gesù "la vittima di espiazione per i nostri peccati" (1 Gv 4,10), diventata quasi l'unica lettura teologica del significato della morte di Gesù, dimostra quanto noi esseri umani facciamo fatica a superare la mentalità contrattuale e ad aprirci alla sconfinata gratuità dell'amore di Dio.

Franco Barbero