«UN SINDACO di una città internazionale come Torino e che ha per compito istituzionale la tutela della salute pubblica dovrebbe affidarsi alla scienza ufficiale, non alle mode ». Lo afferma Giorgio Calabrese, docente di alimentazione e nutrizione alle Molinette, all'università del Piemonte Orientale e a Messina. In passato si è occupato anche del menù delle scuole torinesi. E adesso si scaglia duramente contro l'intenzione contenuta nel programma della sindaca Chiara Appendino di «promuovere la dieta vegetariana e vegana».
Professore, cosa non va nel perorare la causa vegan?
«Quando un'istituzione pubblica sostiene una tesi ciò ha delle ripercussioni sul sentire dei cittadini. Qui si vogliono assumere politicamente orientamenti contrari alla scienza ufficiale. Il veganismo è dettato da motivi etici, che io rispetto, ma non posso condividere».
Perché non li condivide?
«La scienza ufficiale dice che non è un regime alimentare equilibrato e salutista, ma squilibrato e dannoso. Manca della vitamina B12, tant'è vero che i vegani sono costretti ad assumerla in capsule. Manca anche del ferro che deriva dai prodotti di origine animale e che non è integrabile, perché non assorbibile del tutto semplicemente mangiando spinaci».
Auspica che la sindaca ci ripensi?
«Torino è sempre stata una città non solo ben gestita, ma sempre in linea con la scienza. Ora invece si vuole entrare nel campo della scienza di parte, che non solo non è equilibrata, ma dannosa. La prima cittadina di Torino deve tenere conto delle scienza ufficiale, non dei vegani che sono lo 0,8 per cento della popolazione. Se vuole promuovere tra i cittadini un'alimentazione corretta, la inviterei ad affidarsi a specialisti. Non a dare retta a chi insegue mode o dottrine che non hanno alcunché di scientifico». (g. g.)
(la Repubblica 22 luglio)
Professore, cosa non va nel perorare la causa vegan?
«Quando un'istituzione pubblica sostiene una tesi ciò ha delle ripercussioni sul sentire dei cittadini. Qui si vogliono assumere politicamente orientamenti contrari alla scienza ufficiale. Il veganismo è dettato da motivi etici, che io rispetto, ma non posso condividere».
Perché non li condivide?
«La scienza ufficiale dice che non è un regime alimentare equilibrato e salutista, ma squilibrato e dannoso. Manca della vitamina B12, tant'è vero che i vegani sono costretti ad assumerla in capsule. Manca anche del ferro che deriva dai prodotti di origine animale e che non è integrabile, perché non assorbibile del tutto semplicemente mangiando spinaci».
Auspica che la sindaca ci ripensi?
«Torino è sempre stata una città non solo ben gestita, ma sempre in linea con la scienza. Ora invece si vuole entrare nel campo della scienza di parte, che non solo non è equilibrata, ma dannosa. La prima cittadina di Torino deve tenere conto delle scienza ufficiale, non dei vegani che sono lo 0,8 per cento della popolazione. Se vuole promuovere tra i cittadini un'alimentazione corretta, la inviterei ad affidarsi a specialisti. Non a dare retta a chi insegue mode o dottrine che non hanno alcunché di scientifico». (g. g.)
(la Repubblica 22 luglio)