venerdì 5 agosto 2016

UNA FORMULAZIONE BIBLICA DA INTERPRETARE

Per me è una bestemmia.
So di ripetermi perché lo scrivo da almeno 50 anni. Ma mi sento autorizzato a ripeterlo e a ribadirlo perché, quando mi capita di partecipare ad un culto cristiano ufficiale, sento che si continua a proclamare che “Gesù è morto per i nostri peccati” oppure “in espiazione dei nostri peccati”. Sono sconvolto.
Ma la vogliamo smettere di raccontare questa menzogna storica sapendo che Gesù è stato fatto fuori per le sue scelte che i poteri non poterono tollerare?
E soprattutto vogliamo smetterla di bestemmiare il mistero santo e amoroso di Dio facendone un “Dio sadico” che ha bisogno del sangue espiatorio di Gesù?
Per me questo “mantra cristiano” è una delle più gravi bestemmie nei confronti di Dio perché occulta e tradisce, stravolge e nega, l'essenza stessa del Dio sorgente di vita e amore gratuito.
Basta con le bestemmie pronunciate dal pulpito e dall'altare.
Nel mio libro "L'ultima ruota del carro" 25 anni fa spiegai dettagliatamente quanto questa rara formulazione biblica sia figlia di una certa cultura delle religioni antiche, incapaci di esprimere adeguatamente la gratuità dell'amore di Dio.
Si tratta del paradigma arcaico in cui la divinità deve essere placata. Evidentemente una attenta lettura storico -critica della Bibbia ci ha abituati ad una necessaria contestualizzazione. Come per molti altri passi biblici dei due Testamenti, la ripetizione testuale è frutto di ignoranza e di pigrizia. La lettura biblica adulta conosce il passaggio dalla cultura del redattore alla cultura del lettore.
 Franco Barbero.