domenica 25 settembre 2016

Panino libero

Che all'inizio dell'anno scolastico si discuta della mensa, del suo costo (non lieve per le famiglie di basso reddito, tanto più se hanno due o tre figli nella fascia dell'obbligo), della sua qualità e varietà, non è una novità. Da quest'anno ci sarà probabilmente da organizzare anche il cosiddetto «panino libero». Una sentenza della Corte di Appello di Torino ha infatti riconosciuto il diritto degli alunni a consumare a scuola il proprio pasto (preparato a casa). Alla base della richiesta motivi economici, ma anche protesta perché i responsabili della refezione sarebbero sordi ai suggerimenti delle famiglie. Il «panino libero» viene presentato come una conquista nei diritti individuali. Io vedo invece aspetti negativi, che si inseriscono nella crescente involuzione della scuola, sempre più vista come un servizio alle famiglie anziché una struttura istituzionale con precisi compiti educativi. I genitori non sono degli utenti ed è inaccettabile che pretendano, a esempio, che non si faccia educazione sessuale, protestino per l'eccessivo numero di stranieri, non vogliano accanto alla figlia il bambino handicappato. Il «familismo» nella scuola cancella uno dei suoi compiti fondamentali: essere il primo luogo di socializzazione, il tempo in cui si impara a vivere, giocare, apprendere insieme, ad ascoltare l'altro, il diverso, a esprimere il proprio pensiero senza alzare la voce o le mani sul compagno che dice il contrario, il tempo del gioco e quindi del rispetto delle prime regole...
Immaginare di mangiare insieme ma ciascuno cose diverse, o addirittura mangiare separati a seconda del cibo (e del reddito) è delirante.
Ma è grave anche se la refezione è fatta male, pensando che basti valutare le calorie, i glucidi o le vitamine. I bambini devono imparare a mangiare progressivamente di tutto, comprese verdure cotte o insalate di verza. A non alzarsi da tavola prima della fine del pasto, non lasciare gli avanzi nel piatto... Questo vale a casa come a scuola: ecco la collaborazione!
Marco Rostan

(Riforma 16 settembre)