Presto, probabilmente attorno al 10 gennaio, la Casa delle suore Giuseppine, in via Principi d'Acaja, aprirà la propria porta per accogliere una ventina di donne richiedenti asilo. È emozionata la superiora, suor Gabriella, nell'annunciare questo nuovo progetto: «Ci ha telefonato il viceprefetto in persona per chiederci di accogliere 20/25 donne al momento sistemate nelle tende del centro di accoglienza della Croce Rossa, a Settimo Torinese. Abbiamo immediatamente pensato che fosse la richiesta di Gesù Bambino di entrare nella nostra Casa, abbiamo sentito che sarà la visita del Signore, e abbiamo detto immediatamente di sì».
Già in passato le suore, Giuseppine avevano avanzato la loro disponibilità ad accogliere piccoli gruppi di donne richiedenti asilo, «ma queste sono le prime destinate a Pinerolo».
Verranno sistemate nella piccola dipendenza, chiamata la "casetta" dalle suore, accanto alla Casa madre: «È un luogo che offre una certa autonomia, e speriamo anche tanta serenità a queste donne che arrivano da scenari di guerra e grande sofferenza». Nonostante la grande apertura, suor Gabriella, che nelle prossime settimane partirà per un viaggio nelle missioni che le Giuseppine hanno in Sud America (Brasile e Argentina) non nasconde il timore di alcune difficoltà: «Soprattutto per la lingua, queste donne dovrebbero arrivare da Siria e Nigeria, e poi speriamo che i vicini di casa le accettino. Noi dobbiamo sicuramente aprirci, crescere nella tolleranza; le parole di Papa Francesco, ci fanno capire che le difficoltà si superano con l'incontro».
A gestire il multietnico gruppo di donne sarà La Dua Valadda, cooperativa sociale che in Val Chisone già gestisce un Centro di accoglienza straordinaria per una ventina di donne richiedenti asilo provenienti da Nigeria, Eritrea e altri Paesi africani, alcune delle quali in attesa dl essere ricollocate nel Nord Europa. Ma la direttrice della cooperativa, Chantal Re, per il momento non intende dire granché: «Perché non c'è ancora nulla di ufficiale; tranne la collaborazione con la Congregazione di S. Giuseppe. Questi accordi con la Prefettura si sviluppano da un giorno all'altro».
Sofia D'Agostino
(L'Eco del Chisone, 4 gennaio)
Già in passato le suore, Giuseppine avevano avanzato la loro disponibilità ad accogliere piccoli gruppi di donne richiedenti asilo, «ma queste sono le prime destinate a Pinerolo».
Verranno sistemate nella piccola dipendenza, chiamata la "casetta" dalle suore, accanto alla Casa madre: «È un luogo che offre una certa autonomia, e speriamo anche tanta serenità a queste donne che arrivano da scenari di guerra e grande sofferenza». Nonostante la grande apertura, suor Gabriella, che nelle prossime settimane partirà per un viaggio nelle missioni che le Giuseppine hanno in Sud America (Brasile e Argentina) non nasconde il timore di alcune difficoltà: «Soprattutto per la lingua, queste donne dovrebbero arrivare da Siria e Nigeria, e poi speriamo che i vicini di casa le accettino. Noi dobbiamo sicuramente aprirci, crescere nella tolleranza; le parole di Papa Francesco, ci fanno capire che le difficoltà si superano con l'incontro».
A gestire il multietnico gruppo di donne sarà La Dua Valadda, cooperativa sociale che in Val Chisone già gestisce un Centro di accoglienza straordinaria per una ventina di donne richiedenti asilo provenienti da Nigeria, Eritrea e altri Paesi africani, alcune delle quali in attesa dl essere ricollocate nel Nord Europa. Ma la direttrice della cooperativa, Chantal Re, per il momento non intende dire granché: «Perché non c'è ancora nulla di ufficiale; tranne la collaborazione con la Congregazione di S. Giuseppe. Questi accordi con la Prefettura si sviluppano da un giorno all'altro».
Sofia D'Agostino
(L'Eco del Chisone, 4 gennaio)