martedì 17 gennaio 2017

Donne di Gaza, l'idea è geniale fare mattoni con le macerie

Majd Mashharawi e Rawan Abdul Lateef sono due giovani ingegnere laureate all'Università islamica di Gaza e hanno avuto un'idea brillante. Con il loro progetto Green Cake hanno deciso di restare nella loro terra, sfidare gli stereotipi del luogo (che vogliono le donne non adatte a queste attività), e allo stesso tempo provare a risolvere un problema.
Hanno infatti trasformato in risorsa l'enorme quantità di macerie prodotte da dieci anni di scontri e di guerre, utilizzandole come base per la costruzione di mattoni ecosostenibili a basso costo, fondamentali per la ricostruzione. I numeri spiegano1'urgenza di questo lavoro. Per l'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione, la situazione abitativa in Palestina è allarmante. Nel marzo del 2015 denunciava infatti che, dopo un decennio di scontri con Israele, erano più di 9 mila le case andate completamente distrutte e oltre 5 mila quelle danneggiate in maniera irreversibile, mentre si contavano 4 mila strutture con danni gravi e 120 mila con danni minori.
A fronte di queste cifre erano stati stanziati fondi sufficienti per la ricostruzione di appena 200 case, e a questo si aggiunge la difficoltà di importare materiali da costruzione, un processo lento e costoso che deve sottostare alle restrizioni imposte da Israele. Da qui l'importanza di questo progetto che per diventare realtà ha dovuto superare diversi step. Il primo grazie le due ragazze lo devono a Mobaderoon III, un incubatore dell'Università di Gaza che inizialmente ha creduto in loro aiutandole a convertire in un'azienda quella che era solo un'idea, arrivando fino alla realizzazione del prototipo. Il secondo passo vincente, ma solo in parte, è stata la partecipazione ad un concorso bandito dal Mit di Boston: tra i 5 mila partecipanti i loro mattoni green si sono piazzati tra i  primi 70 selezionati, ma la situazione politica ha impedito alle ragazze di partecipare all'evento, e così hanno dovuto rinunciare. Non si sono però fatte scoraggiare, e hanno vinto il Japan Gaza Innovation Challenge, un importante contest nipponico legato al mondo delle startup che ha segnato per loro una vera svolta. «Ci hanno dato un supporto enorme, non solo dal punto di vista economico. Questa vittoria ci ha dato la forza di non mollare» raccontano le ideatrici. Mentre conseguivano questi successi, è stata lanciata anche una campagna su Indiegogo, la piattaforma social di crowdfundjng, con l'obiettivo di arrivare a 55 mila dollari per dare il via al progetto.
Il lavoro di Majd e Rawan strizza l'occhio anche alla questione ambientale. A Gaza la combustione del carbone per generare elettricità produce 10 tonnellate di ceneri ogni settimana. Uno scarto che potrebbe essere così smaltito, insieme alle macerie, per la realizzazione di questi mattoni speciali nati dalla tenacia di due giovani donne: «Ogni volta che abbiamo fallito ci è servita a ricordare che per raggiungere il successo bisogna superare tanti ostacoli. E che si deve eliminare la parola fallimento dal proprio dizionario».
Nicola Perilli

(Il Venerdì 6 gennaio)