È uno degli ultimi atti dell'amministrazione di Barack Obama. Prima di lasciare la Casa Bianca il presidente democratico ha introdotto il divieto di fumo nelle case popolari in tutti gli Stati Uniti, con l'obiettivo di proteggere milioni di persone a basso reddito dagli effetti del tabacco.
La decisione ha però scatenato polemiche e dibattiti nel Paese, rendendo il provvedimento di "addio" di Obama più che controverso. Eppure è stato lanciato con le migliori intenzioni. Deve essere applicato a circa 940 mila abitazioni sovvenzionate dal governo federale, in nome di una difesa della salute per tutti, ma in particolare per i minori, in un Paese che da sempre è apripista nel contrasto - e in certi casi nella "crociata" - alla sigaretta.
«Ogni bambino merita di crescere in un ambiente sicuro, sano e in una casa libera dai dannosi effetti del fumo passivo» ha detto il ministro dello Sviluppo urbano Julian Castro. La legge deve essere adottata dalle autorità locali nel giro di 18 mesi, ma sono tante le incognite lungo la strada di un provvedimento che si può definire a rischio. Prima fra tutte, l'arrivo alla Casa Bianca del nuovo presidente, il repubblicano Donald Trump, che ha già pronto un elenco di norme introdotte da Obama di cui si vuole disfare.
Nonostante gli auspici del ministro Castro, che spera il tycoon possa mantenere in vigore il divieto, il fatto che il provvedimento venga criticato proprio dai residenti delle case popolari potrebbe spingere Trump ad eliminarlo in quanto espressione del politicamente corretto. L'opinione diffusa, come si legge in un editoriale del tabloid New York Post, è che si tratti dell'ultima "imposizione" alla gente comune del "team Obama", di Barack e della moglie Michelle, già noti per i loro consigli salutisti e dietetici agli americani. (alessandro carlini)
(Il Venerdì, 6 gennaio)
La decisione ha però scatenato polemiche e dibattiti nel Paese, rendendo il provvedimento di "addio" di Obama più che controverso. Eppure è stato lanciato con le migliori intenzioni. Deve essere applicato a circa 940 mila abitazioni sovvenzionate dal governo federale, in nome di una difesa della salute per tutti, ma in particolare per i minori, in un Paese che da sempre è apripista nel contrasto - e in certi casi nella "crociata" - alla sigaretta.
«Ogni bambino merita di crescere in un ambiente sicuro, sano e in una casa libera dai dannosi effetti del fumo passivo» ha detto il ministro dello Sviluppo urbano Julian Castro. La legge deve essere adottata dalle autorità locali nel giro di 18 mesi, ma sono tante le incognite lungo la strada di un provvedimento che si può definire a rischio. Prima fra tutte, l'arrivo alla Casa Bianca del nuovo presidente, il repubblicano Donald Trump, che ha già pronto un elenco di norme introdotte da Obama di cui si vuole disfare.
Nonostante gli auspici del ministro Castro, che spera il tycoon possa mantenere in vigore il divieto, il fatto che il provvedimento venga criticato proprio dai residenti delle case popolari potrebbe spingere Trump ad eliminarlo in quanto espressione del politicamente corretto. L'opinione diffusa, come si legge in un editoriale del tabloid New York Post, è che si tratti dell'ultima "imposizione" alla gente comune del "team Obama", di Barack e della moglie Michelle, già noti per i loro consigli salutisti e dietetici agli americani. (alessandro carlini)
(Il Venerdì, 6 gennaio)