domenica 9 aprile 2017

Anoressia e bulimia, aumentano i casi

Aumentano i casi, diminuisce l'età: esordio precoce a otto-nove anni, al netto della fascia tradizionalmente critica (13-19).
Parliamo dei disturbi alimentari. Essenzialmente tre: anoressia, bulimia e «binge eating», cioè il disturbo da alimentazione incontrollata che si manifesta con abbuffate tipiche della bulimia nervosa ma senza mostrare i comportamenti compensatori tipici di quest'ultima (vomito, abuso di lassativi o diuretici). Una vera emergenza, prima di tutto sociale e con profili economici, che impone anche in Piemonte misure adeguate. Prima ancora, un'assunzione di consapevolezza. Sapendo che, in ogni caso, non esistono interventi senza un ripensamento complessivo di modelli sociali e culturali nei quali affondano le radici disturbi capaci di segnare per sempre (nel caso dei bambini, ad esempio, uno dei primi danni è il blocco della crescita ossea): caratterizzati da un esordio sempre più precoce,   da diagnosticare per tempo, indirettamente favoriti nella loro progressione da una rete di servizi non omogenei sul nostro territorio. Non a caso, l'assessorato regionale alla Sanità punta sulla messa in rete dei servizi esistenti (ospedali, day hospital, ambulatori) e sull'attivazione di nuovi centri nelle aree territoriali sguarnite. Sulla formazione dei medici di famiglia, anche, per prepararli ad interpretare i primi campanelli di allarme e indirizzare i pazienti ai servizi disponibili sulla base di percorsi terapeutici da calibrare caso per caso. L'iniziativa, basata sulla collaborazione tra Regione, Università e Ordine dei Medici, è stata annunciata dall'assessore Antonio Saitta intervenuto con la collega Monica Cerutti al convegno sui disturbi alimentari promosso dalla Commissione regionale per le Pari opportunità. Un altro fronte strategico, stante la «mobilità extraregionale» scelta obbligatoriamente da molte famiglie, è la riduzione delle liste di attesa: obiettivo perseguito dalla Regione con un piano ad hoc.
Come sempre parlano i dati. Emblematici quelli citati, tra gli altri, dal professore Secondo Fassino, direttore del Centro regionale sui disturbi del comportamento alimentare delle Molinette (primo per eccellenza in Italia e secondo in Europa). Complessivamente in Piemonte sono 225 mila i soggetti colpiti da disturbi del comportamento alimentare: 15 mila gli adolescenti ammalati da forme di varia gravità. L'anoressia colpisce il 40% del totale, con una forte prevalenza nelle femmine (85%   rispetto ad un 15% di maschi). Il restante 60% dei casi rimanda a bulimia e, per l'appunto, al cosiddetto «binge eating».
Due le parole d'ordine: tempestività di intervento e continuità di cura. Significa vite riportate alla loro integrità. A volte, vite salvate. E nello stesso tempo risparmi se è vero che, come è stato detto, non curare intensivamente questi disturbi comporta una spesa economica superiore rispetto al costo dl trattamenti efficaci se intensivi.
Alessandro Mondo

(La Stampa 2 aprile)