I nostri lavoratori PMT
Martedì pomeriggio 11 Aprile sono stato al presidio PMT. Era in corso un confronto per arrivare ad un accordo tra nuova proprietà e lavoratori.
Verso le 17,30 , dietro al cancello sbarrato, è apparso un uomo che chiedeva di uscire con la propria auto, perché la trattativa era finita.
Poco dopo dalla strada arrivavano i Vigili urbani, i Carabinieri ed alcune decine di lavoratori PMT. Un sindacalista, che aveva trattato, comunicava che la trattativa era fallita, giacché l’offerta era:
- 70 avrebbero conservato il lavoro
- Oltre 100 erano fuori.
La disapprovazione dei lavoratori era totale. Si manifestava però anche nervosismo: un signore alzava la voce, temendo che qualcuno si tirasse indietro.
La mia convinzione è che il gioco dei proprietari è di prendere questi lavoratori per sfinimento e per fame. Infatti da mesi sono lasciati senza stipendio.
Mentre i proprietari sono certi che – prima o poi – alcuni cominceranno a cedere. Pertanto non mostrano fretta; e immaginano d’avere tutto il tempo che vogliono.
Da Agosto (nove mesi fa) questi uomini e donne sono sottoposti a prove psicologiche sempre più dure e a richieste sempre più ultimative.
E sono soli.
La marcia dei “mille” il 18 Febbraio, le prese di posizione delle autorità locali e regionali, gli articoli sui media locali sono episodi.
Occorre una scelta decisa di tutta la Comunità del Pinerolese di abbracciare queste donne e questi uomini come parte irrinunciabile di sé: sono carne della nostra carne ed ossa delle nostre ossa.
Chi tocca i lavoratori PMT violenta tutti noi.
Su 100.000 abitanti, il territorio pinerolese conta almeno 50.000 maggiorenni.
Proviamo a chiedere a costoro una solidarietà vera: una media di 5 euro a testa ogni mese; e per tutti i mesi che occorreranno per spuntarla.
5 euro x 50.000 = 250.000 euro. Ossia 1.000 euro al mese per ogni lavoratore PMT.
Sentiamo prima anche Enrico, che certo ne sa più di me.
Però arriviamo a Venerdì 21 Aprile (Assemblea pubblica al Salone dei Cavalieri) con una proposta nostra di alleanza fraterna con i lavoratori PMT, costi quel che costi.
Costi pure il non riuscire pienamente, o anche troppo poco.
Perché la PMT non è solo (si fa per dire) altri 100 lavoratori buttati nel vuoto. La PMT sta divenendo una caso nazionale. Si guarda a ciò che succederà a Pinerolo come a una sentenza che farà Storia.
Non molliamo l’osso, finché non arrivano gli ammortizzatori sociali, o simili; e cooperiamo a un Progetto per utilizzare l’area Beloit a fini sociali.
Infatti “chi ama la pace, odia le ingiustizie, odia la tirannia, odia l’avidità, odia l’indifferenza e la paura di non sfondare, odia tutte queste cose presenti in sé stesso”.
Con amicizia
Onorato del gruppo "Uscire dalle guerre".
Martedì pomeriggio 11 Aprile sono stato al presidio PMT. Era in corso un confronto per arrivare ad un accordo tra nuova proprietà e lavoratori.
Verso le 17,30 , dietro al cancello sbarrato, è apparso un uomo che chiedeva di uscire con la propria auto, perché la trattativa era finita.
Poco dopo dalla strada arrivavano i Vigili urbani, i Carabinieri ed alcune decine di lavoratori PMT. Un sindacalista, che aveva trattato, comunicava che la trattativa era fallita, giacché l’offerta era:
- 70 avrebbero conservato il lavoro
- Oltre 100 erano fuori.
La disapprovazione dei lavoratori era totale. Si manifestava però anche nervosismo: un signore alzava la voce, temendo che qualcuno si tirasse indietro.
La mia convinzione è che il gioco dei proprietari è di prendere questi lavoratori per sfinimento e per fame. Infatti da mesi sono lasciati senza stipendio.
Mentre i proprietari sono certi che – prima o poi – alcuni cominceranno a cedere. Pertanto non mostrano fretta; e immaginano d’avere tutto il tempo che vogliono.
Da Agosto (nove mesi fa) questi uomini e donne sono sottoposti a prove psicologiche sempre più dure e a richieste sempre più ultimative.
E sono soli.
La marcia dei “mille” il 18 Febbraio, le prese di posizione delle autorità locali e regionali, gli articoli sui media locali sono episodi.
Occorre una scelta decisa di tutta la Comunità del Pinerolese di abbracciare queste donne e questi uomini come parte irrinunciabile di sé: sono carne della nostra carne ed ossa delle nostre ossa.
Chi tocca i lavoratori PMT violenta tutti noi.
Su 100.000 abitanti, il territorio pinerolese conta almeno 50.000 maggiorenni.
Proviamo a chiedere a costoro una solidarietà vera: una media di 5 euro a testa ogni mese; e per tutti i mesi che occorreranno per spuntarla.
5 euro x 50.000 = 250.000 euro. Ossia 1.000 euro al mese per ogni lavoratore PMT.
Sentiamo prima anche Enrico, che certo ne sa più di me.
Però arriviamo a Venerdì 21 Aprile (Assemblea pubblica al Salone dei Cavalieri) con una proposta nostra di alleanza fraterna con i lavoratori PMT, costi quel che costi.
Costi pure il non riuscire pienamente, o anche troppo poco.
Perché la PMT non è solo (si fa per dire) altri 100 lavoratori buttati nel vuoto. La PMT sta divenendo una caso nazionale. Si guarda a ciò che succederà a Pinerolo come a una sentenza che farà Storia.
Non molliamo l’osso, finché non arrivano gli ammortizzatori sociali, o simili; e cooperiamo a un Progetto per utilizzare l’area Beloit a fini sociali.
Infatti “chi ama la pace, odia le ingiustizie, odia la tirannia, odia l’avidità, odia l’indifferenza e la paura di non sfondare, odia tutte queste cose presenti in sé stesso”.
Con amicizia
Onorato del gruppo "Uscire dalle guerre".