IL CRIMINE DELL'INDIFFERENZA
Il peccato d'indifferenza ha una lunga storia in Europa. Lo scrittore Herman Broch lo chiama, narrando la Germania pre-hitleriana, crimine dell'indifferenza: più grave ancora del peccato di omissione, perché non perseguibile penalmente (nel primo caso c'è almeno il reato di omissione di soccorso). L'indifferente non è stato sveglio, quando si poteva. «Non è stato attento al mondo in cui viviamo», dice il Papa: «Non abbiamo curato e custodito quello che Dio ha creato per tutti». Chi difende il proprio benessere buttando a mare gli «uomini di troppo» usa il cristianesimo, mal dissimulando il razzismo e facendo quadrato attorno alla triade «Dio, famiglia, patria tribale». Ha perfino, come Cicchitto, l'impudenza di invocare la laicità: che lo Stato governi, e i Papi scrivano encicliche. Disobbediente, imperturbato, il papa infrange quest'ordine imbalsamato. Non a caso il suo nome è Francesco. Sappiamo che le prediche di Francesco mutarono il mondo.
Barbara Spinelli
(la Repubblica, 10 luglio 2013)
Il peccato d'indifferenza ha una lunga storia in Europa. Lo scrittore Herman Broch lo chiama, narrando la Germania pre-hitleriana, crimine dell'indifferenza: più grave ancora del peccato di omissione, perché non perseguibile penalmente (nel primo caso c'è almeno il reato di omissione di soccorso). L'indifferente non è stato sveglio, quando si poteva. «Non è stato attento al mondo in cui viviamo», dice il Papa: «Non abbiamo curato e custodito quello che Dio ha creato per tutti». Chi difende il proprio benessere buttando a mare gli «uomini di troppo» usa il cristianesimo, mal dissimulando il razzismo e facendo quadrato attorno alla triade «Dio, famiglia, patria tribale». Ha perfino, come Cicchitto, l'impudenza di invocare la laicità: che lo Stato governi, e i Papi scrivano encicliche. Disobbediente, imperturbato, il papa infrange quest'ordine imbalsamato. Non a caso il suo nome è Francesco. Sappiamo che le prediche di Francesco mutarono il mondo.
Barbara Spinelli
(la Repubblica, 10 luglio 2013)