giovedì 27 aprile 2017

L’avvocato con villa in collina e reddito zero

Aveva uno studio di oltre 300 metri quadri con affreschi e opere d'arte in via Garibaldi, una villa in collina e l'appartamento al mare. La residenza a Londra, e cariche come amministratore delegato in diverse società con sede nei paradisi fiscali. Ma al fisco italiano non dichiarava nulla, se non che gli affari andassero talmente male da risultare addirittura in perdita. Quando però l'avvocato Raffaele Rossi Patriarca è stato fermato alla frontiera di Chiasso con la documentazione che attestava i suoi ruoli nelle società con sede a Panama e in altre isole del Canale, è partita una segnalazione che è arrivata ai finanzieri del Gruppo Torino. A loro il nome dell'avvocato non era nuovo: di lui si erano già occupati anni fa quando, nel 2010, era finito nei guai, addirittura arrestato con l'accusa di far parte di un'associazione a delinquere finalizzata al traffico d'armi con l'Iran. Per quell'inchiesta, incardinata a Milano e ora trasferita per competenza a Como, il processo di primo grado è appena iniziato, ma l'avvocato è già stato prosciolto dal primo e più importante capo d'accusa. In ogni caso, quando le fiamme gialle sono andate nel suo studio per la verifica fiscale, Patriarca ha subito pensato che la visita fosse legata a quella storia. I militari, dagli accertamenti eseguiti, gli contestano un debito con il fisco di circa 200 mila euro per il periodo 2013-2015 e relativi alle transazioni per gli aerei civili che avrebbe commercializzato. Raffaele Rossi Patriarca è infatti un esperto da sempre di diritto della navigazione ed è diventato un punto di riferimento anche internazionale in questa materia: il suo giro d'affari è da sempre legato a questa passione e al ruolo di intermediario nella compravendita di velivoli civili e militari.
La guardia di finanza gli contesta accuse amministrative (nulla di penalmente rilevante), tra cui quella di essersi fittiziamente spostato il domicilio presso lo studio per rendere più complicate eventuali perquisizioni, di aver finto la separazione dalla moglie e di aver addirittura chiesto di essere assistito tramite il gratuito patrocinio (dopo un incidente d'auto) per rendere più credibile il suo disagio economico.
Sarah Martinenghi

(la Repubblica 15 aprile)