domenica 14 maggio 2017

IL SINODO DEI GIOVANI


Il sinodo dei vescovi 2018 avrà il tema fede e giovani. Sappiamo che il fondamento della persona si plasma nell'età creativa, nella formazione. Ma si propone qualche domanda al riguardo. Non risulta, mi pare, che Gesù avesse discepoli molto giovani (per la durata di vita di allora e i tempi di maturazione). Forse la fede è cosa di adulti, di chi è già provato dalla vita, non di chi la sta appena incontrando. Gesù ha chiamato uomini fatti, anche induriti dalle esperienze, e ha avuto attorno donne provate dai casi della vita (penso alla splendida Samaritana). Nei bambini e nei giovani la fede può essere autentica, sincera, ma può facilmente essere una bella favola, o un ideale entusiastico, attraente come se fosse facile (chiesa dei festival e monasteri affollati nel week end). E' vero che senza un po' di follia nella vita non si combina nulla di buono e di nuovo. Ma non è la follia evangelica che la chiesa ha proposto finora, prima dello scombussolarsi con l'apertura alla modernità del Concilio e di Francesco. Finora, nella cristianità, ovvero nel cristianesimo sociologico, fatto di conformismo e pressione sociale, la chiesa ha puntato molto sull'infanzia: battezzare prima di avere la fede, indottrinare (si andava a “dottrina”) prima di aiutare a credere. Plasmato il bambino, era tracciato il percorso di tutta la vita, come un destino, arginato da famiglia e società. Naturalmente con eccezioni. Oggi siamo in un tempo di mezzo: la premura si sposta dai bambini ai giovani, rinviare il battesimo non fa scandalo, la morale non è tormentosa. Si parla della prima “generazione incredula”. E' un fatto. Ai giovani va proposta una vita piena. Va proposta anche la durezza del vangelo di Gesù, che non è estranea alla sua misericordia. Mi accoglie comunque, ma mi propone moltissimo. E' proprio la misericordia (non è solo una parola del momento) che si impegna. Sarà comunque una fede che dovrà confrontarsi con le prove della vita lunga (più anni, più prove). Si parla anche delle donne quarantenni, generazione incredula. La chiesa dovrà accompagnare altrettanto anziani e vecchi (gran parte delle nostre società) col vangelo della vita più grande. A quando un sinodo, anche laicale, sulla vecchiaia? I vecchi sono soli, o arretrati, risentiti, nella società fatta per i giovani, che non vogliono pensarci.
Enrico Peyretti