IL
SINDACO MUSULMANO CONTRO I PREGIUDIZI
Un
bacio, tra persone di religioni diverse o tra persone dello stesso
sesso, ma sempre per ribadire il no ai matrimoni forzati. Ha
scatenato polemiche, come era nell'intenzione per l'impatto visivo,
la campagna che il Comune di Rotterdam ha organizzato per
sensibilizzare i suoi abitanti sulla pratica di matrimoni forzati.
L'obiettivo,
anche se non dichiarato, era quello di rivolgersi in particolare alle
migliaia di cittadini di origine straniera. Ed è così che sono
comparsi, in 50 punti di Rotterdam, poster in cui – sullo sfondo
del ponte Erasmus, simbolo della città – campeggia il bacio tra
una ragazza musulmana velata e un ragazzo ebreo con la kippah in
testa. Oppure tra due ragazze, una vestita all'occidentale e l'altra
con abiti che ricordano quelli indiani.
A lanciare la campagna è
stato l'assessore all'Integrazione, Ronald Schneider, capogruppo in
Comune del partito populista Leefbaar Rotterdam, con il sostegno del
Partito per la libertà di Geert Wilders.
L'iniziativa ha raccolto
l'appoggio di due importanti associazioni che si battono per la
difesa dei diritti femminili, Dona Daria e Donne per la libertà. Di
quest'ultima sigla è fondatrice Shirin Musa, nata in Pakistan e
cittadina olandese, simbolo delle battaglie per la libertà civile
delle donne musulmane , dopo quella da lei stessa combattuta con il
marito che si era rifiutato di concederle il divorzio islamico.
Critica invece la consigliera comunale laburista Fatima Talbi, di
origini marocchine: “Quei manifesti fanno più male che bene”.
Rotterdam, città natale di quell'Erasmo padre dell'Umanesimo
cristiano, viene guardata come indicatore del grado di tolleranza nei
Paesi Bassi, con quasi la metà della sua popolazione di origine
straniera. E' stata la prima grande città europea ad aver eletto,
nel 2009, un sindaco musulmano, il laburista Ahmed Aboutaleb, nato in
Marocco e ancora in carica, che oggi è schierato per la tolleranza
zero verso l'estremismo religioso.
Questa
campagna, a detta degli organizzatori, vuole mostrare il volto laico
e non confessionale della città, ma le polemiche che hanno seguito
l'affissione dei manifesti dimostrano che l'integrazione non è
facile neppure in una realtà come Rotterdam.
(Simona
Verrazzo) Il Venerdì 14 luglio