lunedì 28 agosto 2017

Erba, argilla, soffio

Parliamo pure della nostra fragil
ità. Essa è la compagna dei nostri giorni. A volte riusciamo a farci i conti più serenamente, altre volte voltiamo la faccia per evitare di viverci le nostre fragilità, ma esse... non si spostano di un dito.  Può succedere anche che il discorso sulle nostre fragilità ci offra un pretesto per dispensarci dalle nostre responsabilità e per ripiegarci su noi stessi rinunciando persino alla valorizzazione dei doni che Dio ci ha fatto. Se per paura di buscarmi un raffreddore non esco di casa diventerò prigioniero di me stesso.
Ci sono, poi, le fragilità degli altri verso le quali possiamo assumere atteggiamenti di rifiuto, di impietoso giudizio, di complicità, di comprensione, di collaborazione.  Non manca nemmeno una certa retorica della fragilità, molto diffusa sulla bocca di chi, ben protetto e garantito, ama le lunghe disquisizioni sulla precarietà della condizione umana.
La Bibbia ci offre al riguardo una riflessione sobria, variegata, che assume le tonalità sia del disincanto che della speranza. La riflessione biblica, specialmente nelle Scritture sapienziali di Israele, è sempre solidamente ancorata alla realtà. Non potrò che fare qualche accenno a questo linguaggio così ricco di metafore, di immagini, di allusioni, di simboli, riportando alcuni passi della Bibbia.  Intanto va chiarito che costituirebbe un grossolano e fuorviante travisamento leggere tutta l'esperienza umana e credente nella prospettiva della fragilità. La vita e la Bibbia documentano anche altri volti della realtà.

Dalla Sapienza ai Salmi
Per il libro di Giobbe gli uomini sono "quelli che abitano in case d'argilla cementate dalla polvere" (4,19). Per dirla con L. Alonso Skökel, ogni Adamo è Abele, cioè ogni uomo è un soffio. "Il tema della vita come soffio emerge costantemente nel salterio e nelle pagine indimenticabili di Giobbe.
Il salmo 62 suona inequivocabile: "Gli uomini sono un soffio di vento e i figli dell'uomo sono una menzogna: se salgono insieme sulla bilancia pesano meno di un soffio" (v. 10).  "L'uomo è soltanto un soffio; i suoi giorni un'ombra che passa" (Salmo 144,4). Ben Sira, nella sua istruzione sulla morte, scrive che "l'uomo è un soffio in un corpo" (Siracide 41,11). Due volte Giobbe, in dialogo con Dio, ribadisce che i suoi giorni sono un soffio (Giobbe 7, 7 e 16). Ma la metafora della vita umana come soffio viene ripresa per ben tre volte nel salmo 39. La fragilità e la provvisorietà della nostra esistenza vengono espresse, con pari intensità, anche dalla metafora dell'erba che all'alba germoglia e fiorisce e alla sera già appassisce e dissecca (Salmo 90,5; Salmo 102,5 e 12): "Come erba sono i giorni dell'uomo; come il fiore del campo così egli fiorisce. Ecco, lo investe il vento e non c'è più; la sua traccia non si riconosce" (Salmo 103,15). Il salmista, evidenziando un felice contrasto, aggiunge che, al contrario, 1'amore e la salvezza di Dio sono durevoli, anzi eterni.

L'erba, il fiore, la Parola di Dio
La formulazione più piena di questa fragilità si legge nel libro del Secondo-Isaia:
"Una voce grida:      
Annuncia un messaggio!
E io domando: "Che cosa devo annunziare?".
Annunzia che ogni essere umano è come l'erba, la sua consistenza è come il fiore del campo: secca l'erba, il fiore appassisce quando il Signore fa soffiare il vento su di essi.
Sì, l'uomo è come l'erba: secca l'erba e il fiore appassisce, ma la Parola del nostro Dio dura per sempre" (Isaia 40,6-8).
Dentro l'accoglienza di questa nostra fragilità sta la radice della nostra pace e della nostra apertura al mistero di Dio, alla Sua presenza accogliente.

Franco Barbero, 2004